Vladimir Majakovskij : 2 poesie

Qualche parola su me stesso (1913)

Amo guardare come muoiono i bambini.

L’avete mai vista la brumosa onda della risacca del riso

dietro la proboscide della tristezza?

Io, invece,

nella biblioteca delle strade

ho sfogliato così spesso il volume delle tombe.

La mezzanotte

palpava con fradicie dita

me

e il chiuso steccato,

e con la calvizie delle cupola imperlata dall’acquazzone

galoppava la cattedrale impazzita.

E vedo: Cristo fuggiva dall’icona,

e la fanghiglia baciava in lacrime

il lembo della tunica sbattuto dal vento.

Io grido contro il muro,

conficco il pugnale delle parole frenetiche

nella polpa del cielo inturgidito:

<< Sole!

Padre mio!

Abbi tu almeno pietà, non tormentarmi!

E’ il sangue mio da te versato che scorre sul lungo cammino.

E’ la mia anima

in quei brandelli della lacerata nuvola

sull’arrugginita croce del campanile

nel cielo riarso!

Tempo!

Almeno tu, sciancato pittorucolo di icone,

dipingi la mia immagine

nel sacrario del secolo deforme!

Sono solitario come l’ultimo occhio

di un uomo in cammino verso la terra dei ciechi>>.

Ma voi potreste? (1913)

A un tratto impiastricciai la mappa dei giorni prosaici,

dopo aver schizzato tinta da un bicchiere,

e mostrai su un piatto di gelatina

gli zigomi sghembi dell’oceano.

Sulla squama d’un pesce di latta

lessi gli appelli di nuove labbra.

Ma voi

potreste

eseguire un notturno

su un flauto di grondaie?

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