John Ford – Peccato che sia una sgualdrina

Dramma del poeta inglese John Ford (1586-1640).

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Questo dramma, che è uno dei primi di Ford, fu eseguito per la prima volta a teatro nel 1632 e pubblicato nel 1633. Si ignora quando fu composto: si è comunque propensi a collocare tale data tra il 1628 e il 1632. Tradizionalmente considerato uno dei grandi esponenti del teatro elisabettiano, in realtà Ford appartiene a quell’ultima propaggine di questo straordinario periodo di espressione drammatica, che fiorì nel Seicento durante il regno di Giacomo I, e ne portò all’estrema conclusione gli elementi strutturali. Come l’intero dramma elisabettiano è stato sempre mal compreso e trascurato dalla maggior parte dei critici, a parte pochi romantici come Charles Lamb o Swinburne, e i letterati francesi dalla fine dell’Ottocento in avanti, così quest’opera in particolare ha fatto normalmente le spese di quel miope moralismo razionalista con cui la si è sempre accostata. Giudicando colpevole e smodata la passione amorosa di Giovanni e Annabella, non si è fatto altro che accettare i più convenzionali pregiudizi borghesi della società occidentale, gli stessi che Ford, anch’egli appartenente a un’epoca di crisi e di transizione, era teso dolorosamente a superare. Per non dire poi che questo grande dramma va goduto interamente nella sua rilevanza estetica, e non rapportato a modelli di comportamento che appartengono al sociale. Solo i Francesi, come già si è detto, hanno colto la grande forza vitale di quest’opera, apprezzandone la tensione tragica che la percorre, la ricerca angosciosa di valori alternativi, il senso di solitudine dell’individuo che essa emana; non è a caso che proprio dai Francesi siano nate le grandi correnti estetiche della nostra epoca, assai affine, nella sfera della sensibilità, a quella elisabettiana. Il protagonista, Giovanni, non fa che riflettere, nel carattere esaltato e morboso della sua passione, la miseria generale della realtà in cui deve vivere e alla quale reagisce. La sua malinconia è il marchio del suo isolamento, la bellezza, che per lui solo conta, rappresenta il suo rifiuto di un mondo abietto. Il suo amore per Annabella, condannato dalle leggi della società, non può che perire dopo esser fiorito fugacemente; ma in quell’amore Giovanni ha affermato la propria identità, la propria sete di assoluto, la propria ricchezza interiore, di contro alla grettezza dell’ambiente circostante. Nella stupenda quinta scena dell’ultimo atto, in cui la tensione giunge al suo apice, egli lamenta come anche la forza della passione della sorella sia troppo inferiore alla sua: “Quale pericolo è grande la metà del tuo voltafaccia? / Tu sei una sorella senza fede, altrimenti sapresti, / che il malvolere o qualsiasi altro tradimento, / si chinerebbe alle mie sopracciglia aggrottate; sì, io tengo il destino / chiuso nel pugno, e potrei comandare al corso / dell’eterno moto del tempo, fossi tu stata / solo un poco più ferma della marea marina”. La trama narra, escluse le parentesi buffonesche che aggiungono per contrasto orrore alla vicenda, come Giovanni cerchi all’inizio, inutilmente, di persuadere un frate della legittimità della sua passione per la sorella. Dichiaratala quindi ad Annabella, si scopre da questa ricambiato, e i due hanno da questo momento rapporti carnali. Rimasta incinta, Annabella decide di sposare Soranzo, uno dei suoi corteggiatori, ma il servitore di questi, Varques, scopre la verità e progetta di vendicare il padrone. Viene indetta una grande festa, e Giovanni, benchè avvisato dell’imminente pericolo, vi partecipa. In un ultimo incontro con la sorella, questa si dichiara pentita e decisa a interrompere i suoi rapporti con lui, e Giovanni, per non darla a Soranzo, la uccide. Esce poi nel salone con il cuore di lei infisso nel pugnale e ha uno scontro anche con Soranzo, che muore. Ferito poi da Varques e dai suoi accoliti, perisce a sua volta.

http://www.parodos.it/profili/ford.htm

DOMMAGE QU’ELLE SOIT UNE P… di JOHN FORD (1961)

Scheda Tecnica
di John Ford
Traduzione francese di Georges Beaume
Regia e scene di Luchino Visconti
Costumi di Piero Tosi
Musiche di Frescobaldi, Carlo Gesualdo da Venosa, Giraldo Fantani, Etienne du Tertre, Palestrina, Nino Rota
Assistenti alla regia Jerry Macc e Stephane Iscovesco

http://www.luchinovisconti.org/pagine/opere_1_vis/scheda.asp?id_opera=78&id_genere=5

http://ebooks.adelaide.edu.au/f/ford/john/pity/

John Ford’s ‘TIS PITY SHE’S A WHORE – Dommage qu’elle soit une .

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