Mazepa di Petr Il’ic Cajkovskij

Nel 1881 il direttore del Conservatorio di Pietroburgo, Davydov, inviò a Cajkovskij il libretto di Burenin tratto da Puškin: ne era protagonista il cosacco Mazepa, un personaggio storico di guerriero, che nel 1696 combatté con lo zar Pietro e sconfisse i Turchi, e che in seguito, alleatosi con Carlo XII di Svezia contro la Russia, venne sconfitto nel 1709 a Poltava e fuggì in Turchia; divenne protagonista di leggende narrate dai cantastorie, e Byron, Hugo, Puškin scriveranno ispirandosi alla sua figura. Alla leggenda narrata da Hugo nelleOrientales(Mazepa viene legato sul dorso di uno stallone che attraversa tutta l’Ucraina, e quando la bestia si ferma viene proclamato re dai cosacchi) si ispirò Liszt per unoStudio trascendentale, da cui è tratto il suo poema sinfonico omonimo. Vari musicisti scrissero opere liriche sulle sue gesta: Fabio Campana (Mazeppa, Bologna 1850), Carlo Pedrotti (Mazeppa, Bologna 1861); in Russia, inoltre, nel 1859 erano stati rappresentati dueMazepaoperistici, di Wietinghoff e di Pëtr Petrovic Sokalskij.

Atto primo. Mazepa è ospite nella casa del cosacco Kocubej: Maria, la figlia di Kocubej, è innamorata di lui anche se l’eroe, molto più vecchio di lei, è coetaneo del padre. Invano il giovane Andrej le dichiara il suo amore: Kocubej si oppone all’amore di Mazepa per la figlia e lo scaccia. Maria allora fugge con lui. Kocubej decide di denunciare Mazepa allo zar: afferma che è un falso patriota e sta trattando con gli svedesi contro la Russia.

Atto secondo. Kocubej è imprigionato nelle segrete del castello di Mazepa: lo zar non ha creduto alle sue accuse e lo ha consegnato a Mazepa. Il vecchio viene torturato e interrogato dal suo carceriere. Mazepa vorrebbe fondare uno stato indipendente in Ucraina, del quale lui dovrebbe essere il capo; Maria, che non sa della prigionia del padre, viene informata dalla madre e vuole intercedere per salvarlo. Ma le due donne arrivano troppo tardi: Mazepa ha fatto decapitare Kocubej.

Atto terzo. Nella casa ormai in rovina di Kocubej, Andrej affronta in duello Mazepa, ma il cosacco lo ferisce a morte. Appare Maria, ormai impazzita, che prende tra le braccia Andrej morente e, ricordando gli anni felici della loro infanzia, gli canta una ninna-nanna.

Occorsero due anni a Cajkovskij per scrivere un’opera che, confesserà, «mi è costata molta fatica» e che venne accolta con freddezza dal pubblico e dalla critica. Il modello che qui si tenta di seguire è quello delgrand-opéra, ambientato in una Russia epica e arricchito da frequenti citazioni di temi popolari e ballate; ma il risultato rivela spesso una certa discontinuità drammatica. Per lo più esteriore rimane il tentativo di descrivere in musica il colore locale. Il preludio strumentale al terzo atto va ricordato perché raffigura la battaglia di Poltava, utilizzando un tema della tradizione russa (il famoso “Slava Bogu na nebe Slava”: Gloria a Dio nei cieli, gloria) già usato da Beethoven nel trio dello Scherzo-Allegretto delQuartettoop. 59 n. 2 in mi minore (‘Rasumovskij’), da Musorgskij nel quadro dell’incoronazione di Boris, nonché da Rimskij-Korsakov neLa fidanzata dello zar. In certa misura convenzionali le scene della processione e della decapitazione, nelle quali il punto di riferimento è il Meyerbeer delProphète. Ancora una volta – il modello di Tatiana nell’Eugenio Onegininsegna – il personaggio più riuscito è quello di Maria, lacerata tra l’amore paterno e quello per Mazepa, la cui individualità spicca soprattutto nella toccante scena finale, nella quale l’autore le affida una delicataberceuse.
Fonte: Dizionario dell’Opera Baldini&Castoldi

http://www.operamanager.com/cgi-bin/process.cgi?azione=ricerca&tipo=OP&id=238

MAZEPA: chi era costui? Eroe o maledetto?

La figura di Ivan Mazepa, o Mazeppa come più frequentemente è chiamato in Europa, ha conosciuto gli alti e bassi della sorte che al cosacco furono destinati in vita.
Esecrato dagli zar, scomunicato dalla chiesa: un diavolo incarnato, un cattivo cosacco, un maledetto.
Per questo, forse, molti artisti ne furono affascinati: Byron nel 1818 gli ha dedicato il poema “Mazeppa”, così Alexander Pushkin nel 1828-1829 con “Poltava” e Victor Hugo nel 1829 con “Mazeppa”, mentre Ferenc Liszt scrisse nel 1851 la sinfonia “Mazepa”, e Pyotr Tchaikovsky nel 1840 l’opera “Mazepa”.In tempi a noi più vicini, Stalin ne fece l’archetipo dell’ucraino nazionalista, traditore e borghese: l’antesignano dei cosacchi che dopo Carlo XII si erano schierati con un altro invasore nordico, Hitler.Mutato il clima, dopo la caduta del muro e la nascita nel 1991 di un’Ucraina indipendente, inevitabile che la sua figura venisse in qualche modo riabilitata: ora il suo volto corrucciato e niente affatto rassicurante campeggia sulla banconota da 10 hryvnia ucraini…”
(dal web)

Su Mazepa c’ è anche un film.

http://angela–angela.blogspot.it/2007/03/mazepa-chi-era-costui-eroe-o-maledetto.html


Franz Liszt – Mazeppa, symphonic poems No. 6 | controappuntoblog.org

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