Buon Natale da alcuni operai Italiani : “La vita tu non la tieni chiù”, noi lavoratori ABBIAMO FALLITO ! EAVBUS DEPOSITO DI GALILEO FERRARIS POLIZIA CARICA MANIFESTANTI

Vertenze, torna l’iniziativa Irisbus: “La vita tu non la tieni chiù”

Flumeri 15:53 | 21/12/2012
FLUMERI – Domani si terrà ad Avellino la giornata del silenzio: “La vita tu non la tieni chiù”. Tornano le iniziative degli operai della Irisbus che alle ore 17,30 si incontreranno davanti al circolo della stampa al corso Vittorio Emanuele con le associazioni culturali irpine che hanno accolto l’invito al viaggio nel mondo del lavoro, della fatica dei giovani ad entrarci e degli operai a difenderlo e conservarlo. Il corteo proseguirà, sulle note della chiamata, verso il carcere borbonico dove saranno raccontate con immagini, parole, suoni e silenzio l’incontro tra gli operai dell’Irisbus e delle associazioni culturali. La giornata del silenzio del 22 dicembre è la terza tappa di un percorso iniziato il 13 novembre a piano terra, la casa di Caterina e Massimo sulla collina della terra nel centro storico di Avellino.

Il 21 dicembre 2011 l’ultimo giorno di lavoro degli operai dell’Irisbus , ad un anno dalla chiusura della fabbrica, “proclamiamo sabato 22 dicembre 2012 la giornata del silenzio, perché al rumore ed alle parole di convenienza vogliamo contrapporre e costruire un luogo dell’ascolto e dell’incontro per fare di ogni contatto un evento, la condivisione di un cammino insieme. Non molleremo, non ciò l’avvenire, resistere all’orrore in nome della bellezza”

http://www.corriereirpinia.it/default.php?id=28&art_id=30049

Natale senza speranze nel deserto Sulcis
Operai disperati sotto gli impianti fermi

L’assemblea degli operai Rockwoll – foto Cucca

La tristezza si vede negli oggi degli operai davanti alle fabbriche ormai ferme. Questa volta di fronte agli stabilimenti non c’è spazio per messaggi d’auguri, i pensieri dei pochi lavoratori che ancora varcano i cancelli sono tutti rivolti al futuro “che non c’è”.

Salvatore Corriga è uno dei delegati della Rsu dell’ex Rockwool, la fabbrica di lana di roccia di Iglesias chiusa da anni. Rappresenta gli operai che il 12 novembre hanno occupato la galleria Villamarina a Monteponi, una protesta estrema culminata con la decisione di murarsi all’interno ostruendo gli accessi con blocchetti di cemento. “Siamo in una situazione disperata – dice Corriga – noi chiediamo solo una cosa, il rispetto di un accordo firmato un anno fa che prevede la nostra stabilizzazione”. Dalla ex Rockwool all’Alcoa. Renato Tocco da 25 anni lavora nello stabilimento di Portovesme. In fabbrica ci è entrato venticinquenne. “Io sono colatore in fonderia – racconta – per me è una tristezza vedere la fabbrica spenta. Il silenzio degli impianti è quasi una tortura. L’altro giorno ho fatto un giro nei reparti, mi è venuto un colpo al cuore, tutto spento, un silenzio tombale, e io ero abitato a vedere billette, anodi e impianti in funzione”. Il suo pensiero va anche a quelli più sfortunati di lui, senza l’ombrello della cassa integrazione. “E’ necessario che venga fatto l’accordo quadro per chi lavorava nelle imprese d’appalto, ma soprattutto che ci sia una prospettiva”. Bruno Usai, 49 anni, in fabbrica ci è entrato 24 anni fa. Delegato sindacale della Rsu Cgil, ha vissuto tutte le vertenze. “Primo sciopero dopo un mese – racconta – poi tutto il resto”. Oggi la fase più nera, con la fabbrica ferma. “E’ il momento più triste e drammatico – dice – Speriamo solo che si trovi al più presto la soluzione. Non è pensabile che per andare avanti ci si debba far aiutare dai genitori o dai nonni”. Manolo Mureddu ha 35 anni, è un operaio degli appalti e fa parte della Rsu. E’ uno dei lavoratori che, in prima fila, partecipa alle diverse proteste. “La situazione è veramente drammatica – confessa – anche perché questa incertezza e questa mancanza di prospettive alla fine si ripercuotono su tutto il resto. E’ chiaro che questo sarà un Natale tristissimo. L’unica speranza è che si chiuda anche per noi l’accordo sugli ammortizzatori sociali”. Roberto Forresu, segretario della Fiom e dipendente di una delle imprese d’appalto guarda al futuro senza farsi troppe illusioni. “Più che gli ammortizzatori sociali che, alla fine, arriveranno, ciò che preoccupa ancora di più è la mancanza di futuro – precisa – Chiediamo solo il lavoro e una soluzione complessiva della vertenza”. La crisi, qui nel Sulcis, ha cementato le generazioni, non le ha divise. Carla Usai, appena maggiorenne, è al quinto anno di Ragioneria e con i compagni di studi fa parte del comitato “I figli della crisi”. Figlia di Bruno, operaio simbolo delle proteste Alcoa, vive in prima persona gli effetti recessivi e sin dal primo momento ha aderito alla mobilitazione lanciata dai giovani del Sulcis. “Dal 23 dicembre al 2 gennaio saremo sotto il palazzo del Consiglio regionale e pianteremo lì le nostre tende – annuncia Carla – Vogliamo dare un segnale forte con un presidio permanente durante tutte le festività”. Rabbia ma anche speranza dominano gli stati d’animo di tutti i lavoratori delle aziende in crisi del territorio. L’Eurallumina è ferma dal 2009, produceva allumina dalla lavorazione della bauxite. Antonello Pirotto è uno degli operai in prima linea. “Questo è il quarto Natale dalla fermata produttiva degli impianti e sarà un Natale di preoccupazione e di ansia”. Nelle sue parole c’è anche spazio per un pò di speranza. “Abbiamo una prospettiva – spiega Pirotto – c’è la possibilità che il 2013 possa essere l’anno della concretizzazione degli impegni frutto delle lotte messe in campo in questi anni”. Quindi una promessa: “Abbiamo lottato perché i cancelli della fabbrica non venissero chiusi definitivamente, e continueremo a farlo sino a quando non riprenderà la produzione”.

http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/299091

Vertenza Ikea, venti denunce a carico di lavoratori del Si Cobas

Incontro con il prefetto Puglisi. “Mi auguro che il mio interventi possa servire per ottenere paghe eque. I contratti sono regolari”

Pubblicato: mercoledì 19 dicembre 2012 – 12:57

http://www.piacenza24.eu/Economia/46273-Vertenza%20Ikea,%20venti%20denunce%20a%20carico%20di%20lavoratori%20del%

QUATTRO GIORNI DI SCIOPERO ALLA MALGARA CHIARI E FORTI DI AVIO : UN BILANCIO POSITIVO, MA I LAVORATORI DEVONO ANCORA RICEVERE PARTE DELLE SPETTANZE

Lo sciopero, due ore per ogni turno per quattro giorni, che si è tenuto la scorsa settimana alla Malgara Chiari e Forti è stato il primo, dopo molto tempo, ad essere pensato pianificato ed organizzato spontaneamente e direttamente dai lavoratori.
Per questo è stato un triste spettacolo, una volta indetto lo sciopero dall’RSU, leggere sui quotidiani locali dichiarazioni in pompa magna dei sindacalisti confederali, che all’oscuro totale di ogni questione interna all’azienda ( non facendosi vivi fisicamente da diverse settimane ) si sono fregiati ancora una volta di ciò che non è loro. Quello che ha mosso i primi passi in questo periodo è il risultato di un nuovo corso sindacale a cui ha dato contributo e impulso la costituzione dello Slai Cobas. Si tratta di un modo di affrontare i problemi che intende mettere al centro i lavoratori, senza giochetti di vetrina, e che chiama gli stessi lavoratori a diventare protagonisti.
Nei quattro giorni di sciopero alla Malgara Chiari e Forti, i lavoratori con percentuali di adesione molto alte hanno confermato la massiccia partecipazione all’iniziativa promossa dalla RSU. L’intento ben specificato nelle motivazioni del comunicato dell’RSU della settimana scorsa, é stato quello di frenare la deriva sistematica a proposito di accredito stipendi e saldo delle altre numerose spettanze economiche. Una significativa novità è che, già nella seconda giornata di sciopero la convinzione della necessità di perseguire unitariamente quest’intento, è stata fatta propria anche da quelle frange tradizionalmente legate alla proprietà aziendale. Infatti i lavoratori di alcuni reparti che storicamente risultavano poco attivi e presenti negli scioperi, probabilmente anche sotto le incombenze e le scadenze di fine anno, si sono convinti a dire basta ad una pratica dannosa a solo discapito delle proprie famiglie. Questo, a nostro avviso, certifica oltremodo che lo sciopero non è solo uno strumento di lotta sindacale, ma anche un vero e proprio mezzo di coesione sociale, una sorta di veicolo omnicomprensivo su cui persone con provenienze diverse s’incontrano sotto molti aspetti.
In questi giorni di sciopero sono aumentate le discussioni, gli scambi di vedute tra i lavoratori, che rendendosi ormai conto dell’indispensabilità dell’unione, progettano iniziative future.
Anche durante il terzo ed il quarto giorno di sciopero alla Malgara Chiari e Forti, con grande soddisfazione, abbiamo rilevato che il trend non è cambiato, la partecipazione ha mantenuto le stesse proporzioni dei primi due giorni ed ha rafforzato la disponibilità ad un’eventuale nuova fase della lotta. Durante il terzo giorno di sciopero l’azienda è caduta nuovamente nell’errore di considerare l’iniziativa dei lavoratori come una buotade passeggera. Infatti nella mattinata, e per giunta nei corridoi dei reparti, s’è arrischiata a proporre un pagamento anticipato (di qualche giorno) della tredicesima mensilità, per avere in cambio un sabato lavorativo. La risposta dello Slai Cobas, unico sindacato presente in fabbrica, è stato un assoluto no ad ogni cedimento sul rientro delle spettanze, sottolineando che i lavoratori hanno subito già abbastanza privazioni e ricatti da averne abbastanza per un bel pezzo. L’azienda di rimando ha minacciato uscite sui quotidiani locali, promettendo accuse dirette a lavoratori ed RSU, rei, a suo dire, di poco attaccamento al lavoro. Capite bene quale sia il punto di vista di questi signori, la produzione, la redditivita, le prerogative aziendali vengono sempre e comunque prima di questi quattro “straccioni” di operai, che si permettono pure di lamentarsi!!
Giovedì 20 c’è stata un’assemblea per fare il punto della situazione, sia riguardo alle spettanze relative agli ultimi stipendi che alla riscossione delle tredicesime. I saldi di Ottobre e gli anticipi delle tredicesime sono pervenuti nella quasi totalità ed, in base agli accordi, all’azienda rimane ancora la giornata di domani per completare questa prima serie di pagamenti.
Lo sciopero è quindi stato decisivo al fine di conseguire questo primo non indifferente risultato, rimangono ancora delle spettanze da recuperare. Lo sciopero è stato gestito e condotto con intelligenza e flessibilità, ma anche con determinazione. Con lo stesso spirito l’RSU ed i lavoratori continueranno a trattare con l’azienda dopo le festività natalizie sino al pieno recupero di quanto a loro dovuto.

Massimo Barletta RSU Slai Cobas Malgara Chiari e Forti di AVIO
Sebastiano Pira resp.le prov.le Slai Cobas del Trentino

Sciopero alla S.M.A. S.p.A. Polo Logistico Simply di Chiari (BS)

Dalle ore 04.30  è iniziato lo sciopero dei lavoratori Qualitycoop Società Cooperativa presso S.M.A. S.p.A. Polo Logistico Simply di Chiari(BS). Tutti i lavoratori del magazzino addetto ai generi alimentari freschi hanno incrociato le braccia e con slogan e bandiere del SI Cobas hanno interrotto l’attività lavorativa e la circolazione delle merci. Le proposte del SI Cobas, poste nella piattaforma di rivendicazioni dei lavoratori, non avevano trovato fino ad ora ascolto e riconoscimento, anzi, i vari responsabili della coooperativa e della società Blu Pegaso s.r.l. in appalto, hanno cercato nel frattempo di far intervenire finanche il sindacato confederale CGIL a soccorso, come succede spesso anche in altri magazzini. Non sono tate sufficienti neanche le minacce sul lavoro per far desistere i lavoratori, che fermamente vogliono un cambiamento di rotta contro lo sfrutamento e le ruberie sulle buste paga, questi, addetti alla movimentazione merci alimentari in attività di facchinaggio, ma inquadrati con un contratto CCNL Multiservizi e Pulizie – per i dipendenti delle piccole e medie imprese esercenti i servizi di pulizia, disinfezione, disinfestazione e deratizzazione!

Iniziato lo sciopero, sono giunti celermente i responsabili della Blu Pegaso e della Qualitycoop Soc. Coop. hanno iniziato obtorto collo una trattativa che ha portato le società ad impegnarsi a trovare una soluzione e fissare un un incontro sindacale per il 28/21/2012 alle ore 15.00, di discussione per un eventuale accordo sindacale per l’appalto SMA S.p.A. di Chari (BS). Alle ore 07.30 è stato sospeso lo sciopero, con la garanzia, che nessuna ritorsione fosse perseguita a danno dei lavoratori che hanno scioperato ed esercitato un diritto di libertà. Ci auguriamo che questa pima inizativa possa svegliare le capacità di tantissimi lavoratori, di rialzare la testa nella provincia di Brescia, cosi come ultimamente sta succedendo con il SI Cobas a Bologna.

Proseguiranno aggiornamenti.

Brescia, 21/12/2012.

SI Cobas Brescia

Finalmente” il sipario è calato sull’ annosa vicenda Alcoa.

Dico “finalmente” perchè questi ultimi tre anni sono stati, per noi, dipendenti diretti e non di questa fabbrica, gli anni più bui dell’intera storia di questo stabilimento; anni disseminati di incertezze, viaggi della speranza, illusioni e false promesse, scontri con la polizia e relative denunce e potrei continuare. Questo stabilimento e gli uomini che lo hanno governato altre volte hanno dovuto subire periodi “grigi”, crisi dovute quasi sempre alla miopia politica regionale, in prima battuta, e poi a quella nazionale. Ma mai si era arrivati allo spegnimento totale dell’impianto. Fino alla fine, fino a ieri, le maestranze tutte hanno sperato in un “miracolo” che non è arrivato.

SIGNORI POLITICI, AVETE FALLITO!
La politica, il sindacato, noi lavoratori
ABBIAMO FALLITO !

E’ indescrivibile quello che stiamo provando venendo ” a lavoro ” per non lavorare; questo silenzio surreale, per questa fabbrica, che ci avvolge e ci insorda; gli sguardi vuoti che si incrociano e la voglia matta di scappare via, di uscire fuori perchè qui manca l’aria, ma non per le polveri, stavolta.

Qualcuno ha detto che il dolore che si prova quando si perde il lavoro è equiparabile a quello della perdita di un nostro caro: non so se sia così ma so che l’incertezza di un futuro che non ci sorride più, fa male, e molto.

Sono consapevole anche che con la fermata della 1124, l’ultima cella delle 328, si è spento anche una parte importante dell’entusiasmo che ci ha sostenuto fino ad oggi, nelle tante battaglie che abbiamo realizzato e che ora viene meno quella convinzione che una soluzione poteva e doveva essere trovata, soluzione che invece, chi decide della nostra sorte, non è riuscito a confezionare.

Ma abbiamo perso tutti, chi il proprio posto di lavoro, chi era impegnato in prima persona sul fronte politico e chi su quello sindacale. Ma ha perso anche il territorio, con i suoi negozi, le sue botteghe artigiane e le sue città con le luci ormai spente.

Forse occorrerebbe davvero, in questo momento, un atto di coraggio da parte di tutti coloro che hanno avuto un ruolo da protagonista in questa lunga vertenza:

PRENDERE ATTO DEL FALLIMENTO DEL LORO OPERATO e trarne le debite conclusioni.

Carlo Martinelli – operaio Alcoa

 

http://www.sardiniapost.it/lettere-e-opinioni/1336-la-morte-di-una-fabbrica-la-testimonianza-di-carlo-martinelli-operaio-alcoa

 

Con la legge di stabilità è passato un taglio alla sanità che va a sommarsi con gli

altri tagli alla sanità fatti di recente.

Complessivamente nel 2014 il taglio alla sanità ammonterà a 9 miliardi di euro.

Si tradurranno nell’impossibilità a curarsi per i meno abbienti.

Potrà curarsi solo chi ha i soldi.

Non facciamoci seppellire vivi.

Ribelliamoci.

Saluti da Portici

http://www.operaicontro.it

E PER FINIRE

EAVBUS DEPOSITO DI GALILEO FERRARIS POLIZIA CARICA MANIFESTANTI

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