Karel Capek : L’affare Makropulos – R.U.R.Capek/ Andriyevsky – “La morte di Archimede” + Leoš Janáček

Karel Capek

L’affare Makropulos

1993
Collezione di teatro
pp. XI – 81
€ 6,71
ISBN 9788806133894
Contributi di Angelo Maria Ripellino

Traduzione di Giuseppe Mariano

La perenne giovinezza di Emilia Marty – famosa cantante, che vive da più trecent’anni grazie all’aurum potabile del padre, Hieronimos Makropulos,alchimista della corte di Rodolfo II -‘assomiglia -scrive Angelo Maria Ripellino – però a una vecchiaia mascherata, che a mala pena nasconde il fastidio delle memorie, la sazietà, il cinismo dell’esperienza. Basta forse una grinza, un involontario moto del volto, perché ella appaia nel suo vero aspetto di vecchia ringiovanita: tutta cascante per vezzi, sguaiatamente imbottita di belletto, le labbra di cera purpureggiante, le rughe stirate dall’artifizio, i capelli ingialliti di forfora, forse un occhio di vetro – e su tutto questo un cappellino alla moda degli anni venti’.

http://www.einaudi.it/libri/libro/karel-capek/l-affare-makropulos/978880613389

“R.U.R. Rossum’s Universal Robots”, scritta nel 1920, è l’opera teatrale che introduce nella cultura mondiale il termine “robot”. Nella prima metà degli anni Venti si afferma sui palcoscenici di tutto il mondo con grande rapidità: nel 1921 è in scena a Praga e Aquisgrana, un anno dopo a Varsavia, Belgrado e New York, nel 1923 a Berlino, Vienna, Londra e Zurigo, nel 1924 a Parigi, Bruxelles, Stoccolma e Tokio. Utopia planetaria che coinvolge il destino dell’intera umanità, propone una riflessione sulle paure ancestrali che l’uomo del XX secolo prova di fronte alla rapidità senza precedenti con cui il progresso scientifico avanza. La creazione di un uomo artificiale, il suo sfruttamento nel mercato del lavoro e perfino lo scoppio di guerre distruttive sono all’epoca temi già noti; la grande novità del dramma tragicomico di Karel Capek consiste nel ridurre al minimo la distanza tra creatura artificiale e umana. Il robot è un operaio artificiale non meccanico, è una replica semplificata dell’uomo: nelle intenzioni dell’autore “R.U.R.” è un grido d’allarme, “un ammonimento alla società tecnologica, perché si avveda in tempo del baratro in cui sta precipitando”. Sarà invece l’aspetto spettacolare e drammatico della lotta tra uomini e robot a catturare l’attenzione degli spettatori e a inaugurare un filone che avrà grande successo letterario e cinematografico lungo il Novecento.

“La morte di Archimede”, la short story di Karel Čapek

Nato a Malé Svatoňovice il 9 gennaio 1890, Karel Čapek (1890 – 1938, Praga) è oggi uno degli scrittori cèchi più conosciuti e tradotti al mondo. Narratore, drammaturgo, scrittore e giornalista, è noto in ambito teatrale per Rossum’s Universal Robots, dramma utopico, di un’avanguardia più apparente che reale, intimamente attraversato da componenti individualistiche, idilliche a volte, non a caso contrapposte ai concitati ritmi della moderna civiltà meccanica. L’autore ceco, le cui profondità psicologiche più volte hanno rammentato al pensiero critico novecentesco la dostoevskijana contemplazione dell’uomo e dell’abisso, si dedicò, come molto Novecento letterario del resto (da D’Annunzio e Pirandello a Joyce…

Nato a Malé Svatoňovice il 9 gennaio 1890, Karel Čapek (1890 – 1938, Praga) è oggi uno degli scrittori cèchi più conosciuti e tradotti al mondo. Narratore, drammaturgo, scrittore e giornalista, è noto in ambito teatrale per Rossum’s Universal Robots, dramma utopico, di un’avanguardia più apparente che reale, intimamente attraversato da componenti individualistiche, idilliche a volte, non a caso contrapposte ai concitati ritmi della moderna civiltà meccanica.

L’autore ceco, le cui profondità psicologiche più volte hanno rammentato al pensiero critico novecentesco la dostoevskijana contemplazione dell’uomo e dell’abisso, si dedicò, come molto Novecento letterario del resto (da D’Annunzio e Pirandello a Joyce e Svevo), alla composizione di short stories. Ed è proprio un suo racconto breve a solleticare, a poco meno di un secolo di distanza, le nostre antenne culturali. Ci riferiamo a una revisione-reinterpretazione della morte di Archimede di Siracusa (287-212 a.C.), grande matematico e fisico antico, noto ai più per il principio della statica dei fluidi, il cosiddetto principio di Archimede.

Secondo le fonti, durante la conquista romana di Siracusa, un soldato si avvicinò allo scienziato impegnato ad analizzare delle figure geometriche appena tracciate sulla sabbia. All’arrivo del soldato, fu lui a lanciare il monito non scompigliare i miei cerchi, spingendo il soldato a ucciderlo, nonostante l’ordine del generale Marcello di salvaguardarne l’incolumità.

Diversa la versione offertaci dal praghese. Se prima era un «soldatino romano», un predone ubriaco, a entrare nella casa dello scienziato siracusano per saccheggiarlo, è ora il colto capitano Lucius. Questi «che sapeva bene con chi aveva l’onore di parlare» («non un distratto professore, […] ma un autentico soldato», le cui macchine da guerra erano state fondamentali nella difesa dall’assedio romano), inizia ad avvicinarsi ad Archimede, con una proposta che non potrà rifiutare: servire Roma, aiutarla a dominare il mondo.
Un grande impero? – bofonchiò Archimede. Se disegno un cerchio piccolo o uno grande, è sempre e solo un cerchio. Le frontiere ci sono sempre; non potrete mai non avere delle frontiere, Lucius. Pensi che un cerchio grande sia più perfetto di uno piccolo? Pensi di essere un miglior geometra se disegni un cerchio più grande? 
È un rifiuto. Archimede ha cose ben più importanti a cui pensare.
Insomma, un illuminante racconto tutto da leggere, a tratti capace di evocare le severe riflessioni tacitiane contro l’imperialismo romano Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant («Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace», Agricola, Publio Cornelio Tacito).

Un interessante brano di storiografia antica, l’infinita sophia di un mondo che non smette mai di cercarci.

Non arrabbiarti, ma ora ho qualcosa di più importante da fare. Sai, qualcosa di più durevole. Qualcosa che davvero rimarrà. (La morte di Archimede, Karel Čapek, cit.)
Giuseppe Parasporo

http://www.artinmovimento.com/la-morte-di-archimede-la-short-story-di-karel-capek/

Leoš Janáček | controappuntoblog.org

Leóš Janáček, : Jenufa, Sarka complete opere | controappuntoblog …

Da una casa di morti (Z mrtvého domu)” di Leoš Janáček ..

Janáček The Makropoulos Affair from Salzburg Festival …

Leos Janacek – Z mrtveho domu | controappuntoblog.org

Leoš Janáček : Sinfonietta – ‘Pilgrimage of the Soul’ – “Intimate …

Leoš Janáček – Mša glagolskaja / Glagolitic Mass

http://www.controappuntoblog.org/2016/08/28/leos-janacek-msa-glagolskaja-glagolitic-mass/

JANACEK: Das schlaue Füchslein (Walter Felsenstein Edition), LA …

Questa voce è stata pubblicata in cinema muto, cultura, musica, speciale lirica e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.