ordinanze contro chi chiede elemosina : Marx, Manoscritti economico-filosofici – Timon of Athens Shakespeare

Mendicanti, da Trieste a Como ordinanze contro chi chiede elemosina. Volontari: “Ci hanno impedito di distribuire cibo”

Le iniziative delle amministrazioni comunali sotto Natale e le feste per evitare il “degrado”. Dalle campagne con poster contro la presunta “falsa povertà” al blocco delle associazioni che portano aiuti a chi è in difficoltà

19 dicembre 2017

Da Trieste a Como, ancora e anche sotto le festività natalizie i comuni ripropongono provvedimenti per fermare (con scarsi risultati) chi chiede le elemosina in centro città….

COMO-Via i mendicanti dal centro storico di Como. Per quarantacinque giorni “all’interno della città murata e nelle immediate vicinanze” sarà vietato mendicare “in forma dinamica” così come “in forma statica occupando spazi pubblici anche con l’utilizzo di cartoni, cartelli ed accessori vari che arrecano disagio al passaggio dei pedoni”

Lo ha deciso il sindaco Mario Landriscina che ha firmato un’ordinanza che prevede sanzioni amministrative da 50 a 300 euro.

L’atto del primo cittadino non lascia spazio a fraintendimenti. Secondo il sindaco “il fenomeno si manifesta ormai in maniera costante ed impattante sulla vivibilità della città murata attraverso l’azione di soggetti – cita l’ordinanza – che in forma dinamica chiedono l’elemosina dopo aver fermato i pedoni con motivazioni capziose”. Landriscina non vuole che i turisti che arrivano a Como abbiano a che fare con queste persone: “Le festività natalizie – scrive ancora il sindaco – con il conseguente afflusso di persone che giungono in città per turismo, si traducono in una ragione d’incremento della presenza dei soggetti dediti all’accattonaggio”. Un no secco anche ai bivacchi sotto i portici perché “pregiudicano il decoro e la vivibilità urbana, anche in ragione del fatto che i soggetti interessati sono spesso ubriachi e espletano nelle adiacenze i loro bisogni fisiologici”.

TRIESTE-“Fare l’elemosina per strada e dare soldi ai posteggiatori abusivi arricchisce solo le attività illecite”, sentenzia un manifesto nel centro di Trieste. Ce ne sono oltre duecento sparpagliati nella città, tutti con il logo del Comune in evidenza. Sotto, la foto di un mendicante che allunga la mano, inginocchiato dentro un sottopassaggio. È questa la nuova iniziativa della giunta comunale di centrodestra, che invita a “spezzare la catena” delle attività illecite. Nel mirino del vice sindaco leghista Pier Paolo Roberti finisce il così detto “accattonaggio organizzato”, con “questuanti e posteggiatori abusivi, che porta a veri e propri fenomeni di sfruttamento”. I manifesti invitano a sostenere, invece, le realtà che aiutano i “veri poveri”. Ma è proprio a partire da queste realtà che arrivano le prime critiche nei confronti dell’iniziativa: “In sé l’idea di sconfiggere un racket non sarebbe sbagliata – dichiara Don Alessandro Amodeo, direttore della Caritas diocesana, al fattoquotidiano.it – il problema è quello di salvare la persona. Chi vende per strada abusivamente è la prima vittima, non la causa del problema”. Senza contare che, per il cittadino, è impossibile distinguere chi fa parte del “racket” da chi invece no: “E’ illusorio eliminare il problema partendo dall’ultimo anello della catena, per contrastare la criminalità organizzata ci sono strumenti più adatti”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/19/mendicanti-da-trieste-a-como-ordinanze-contro-chi-chiede-elemosina-volontari-ci-hanno-impedito-di-distribuire-cibo/4048888/

Quando non ho denaro per viaggiare, non ho nessun bisogno, cioè nessun bisogno reale e realizzantesi di viaggiare. Se ho una certa vocazione per lo studio, ma non ho denaro per realizzarla, non ho nessuna vocazione per lo studio, cioè nessuna vocazione efficace, nessuna vocazione vera. Al contrario, se io non ho realmente nessuna vocazione per lo studio, ma ho la volontà e il denaro, ho una vocazione efficace. Il denaro, in quanto è il mezzo e il potere esteriore, cioè nascente non dall’uomo come uomo, né dalla società umana come società, in quanto è il mezzo universale e il potere universale di ridurre la rappresentazione a realtà e la realtà a semplice rappresentazione, trasforma tanto le forze essenziali reali, sia umane che naturali in rappresentazioni meramente astratte e quindi in imperfezioni, in penose fantasie, quanto, d’altra parte, le imperfezioni e le fantasie reali, le forze essenziali realmente impotenti, esistenti soltanto nell’immaginazione dell’individuo, in forze essenziali reali e in poteri reali. Già in base a questa determinazione il denaro è dunque l’universale rovesciamento delle individualità, rovesciamento che le capovolge nel loro contrario e alle loro caratteristiche aggiunge caratteristiche che sono in contraddizione con quelle.
Sotto forma della potenza sovvertitrice qui descritta il denaro si presenta poi anche in opposizione all’individuo e ai vincoli sociali, ecc., che affermano di essere entità per se stesse. Il denaro muta la fedeltà in infedeltà, l’amore in odio, l’odio in amore, la virtù in vizio, il vizio in virtù, il servo in padrone, il padrone in servo, la stupidità in intelligenza, l’intelligenza in stupidità.
Poiché il denaro, in quanto è il concetto esistente e in atto del valore, confonde e inverte ogni cosa, è la universale confusione e inversione di tutte le cose, e quindi il mondo rovesciato, la confusione e l’inversione di tutte le qualità naturali ed umane.
Chi può comprare il coraggio, è coraggioso anche se è vile. Siccome il denaro si scambia non con una determinata qualità, né con una cosa determinata, né con alcuna delle forze essenziali dell’uomo, ma con l’intero mondo oggettivo, umano e naturale, esso quindi, considerato dal punto di vista del suo possessore, scambia le caratteristiche e gli oggetti gli uni con gli altri, anche se si contraddicono a vicenda. È la fusione delle cose impossibili; esso costringe gli oggetti contraddittori a baciarsi. Se presupponi l’uomo come uomo e il suo rapporto col mondo come un rapporto umano, potrai scambiare amore soltanto con amore, fiducia solo con fiducia, ecc. Se vuoi godere dell’arte, devi essere un uomo artisticamente educato; se vuoi esercitare qualche influsso sugli altri uomini, devi essere un uomo che agisce sugli altri uomini stimolandoli e sollecitandoli realmente. Ognuno dei tuoi rapporti con l’uomo, e con la natura, dev’essere una manifestazione determinata e corrispondente all’oggetto della tua volontà, della tua vita individuale nella sua realtà. Se tu ami senza suscitare una amorosa corrispondenza, cioè se il tuo amore come amore non produce una corrispondenza d’amore, se nella tua manifestazione vitale di uomo amante non fai di te stesso un uomo amato, il tuo amore è impotente, è un’infelicità.

Manoscritti economico-filosofici del 1844Karl Marx(1844) Denaro

No doubt the demand also exists for him who has no money, but his demand is a mere thing of the imagination without effect or existence for me, for a third party, for the [others],||XLIII| and which therefore remains even for me unreal and objectless. The difference between effective demand based on money and ineffective demand based on my need, my passion, my wish, etc., is the difference between being and thinking, between that which exists within me merely as an idea and the idea which exists as a real object outside of me.

If I have no money for travel, I have no need – that is, no real and realisable need – to travel. If I have the vocation for study but no money for it, I have no vocation for study – that is, no effective, no true vocation. On the other hand, if I have really no vocation for study but have the will and the money for it, I have an effective vocation for it. Money as the external, universal medium and faculty (not springing from man as man or from human society as society) for turning an image into reality and reality into a mere image, transforms the real essential powers of man and nature into what are merely abstract notions and therefore imperfections and tormenting chimeras, just as it transforms real imperfections and chimeras – essential powers which are really impotent, which exist only in the imagination of the individual – into real powers and faculties. In the light of this characteristic alone, money is thus the general distorting of individualities which turns them into their opposite and confers contradictory attributes upon their attributes.

Money, then, appears as this distorting power both against the individual and against the bonds of society, etc., which claim to be entities in themselves. It transforms fidelity into infidelity, love into hate, hate into love, virtue into vice, vice into virtue, servant into master, master into servant, idiocy into intelligence, and intelligence into idiocy.

Since money, as the existing and active concept of value, confounds and confuses all things, it is the general confounding and confusing of all things – the world upside-down – the confounding and confusing of all natural and human qualities.

He who can buy bravery is brave, though he be a coward. As money is not exchanged for any one specific quality, for any one specific thing, or for any particular human essential power, but for the entire objective world of man and nature, from the standpoint of its possessor it therefore serves to exchange every quality for every other, even contradictory, quality and object: it is the fraternisation of impossibilities. It makes contradictions embrace.

Assume man to be man and his relationship to the world to be a human one: then you can exchange love only for love, trust for trust, etc. If you want to enjoy art, you must be an artistically cultivated person; if you want to exercise influence over other people, you must be a person with a stimulating and encouraging effect on other people. Every one of your relations to man and to nature must be a specific expression, corresponding to the object of your will, of your real individual life. If you love without evoking love in return – that is, if your loving as loving does not produce reciprocal love; if through a living expression of yourself as a loving person you do not make yourself a beloved one, then your love is impotent – a misfortune

Karl Marx
Economic and Philosophic Manuscripts of 1844 Power Of Money

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