SAUL Vittorio Alfieri – Handel / Saul

L’azione della tragedia gravita attorno alla figura del re Saul, in costante oscillazione tra passioni opposte.

Su di lui pende la condanna di Dio, e di questo Saul è convinto in quanto consapevole delle proprie azioni, da cui il suo tormento. Un tormento che si manifesta sotto forma di incubi e di follia ad opera di uno spirito maligno. Come si evidenzia nella terza scena del quarto atto in cui Saul rivolgendosi al re Filisteo Arcamazeh si dice pronto ad affrontare la morte solo per porre fine alla sofferenza sua e della sua stirpe annullando la maledizione che grava su di lui.

Nel II atto Saul narra un incubo nel quale il sacerdote Samuele chiamava lui e la sua discendenza alla morte, poi questi gli “strappa la corona dal crine” per metterla sulla testa del nuovo re di Israele: David.

Saul odia David, colui che ai suoi occhi vuole portargli via la dignità reale e l’amore della figlia. David è un valoroso guerriero noto in tutto il mondo, mentre Saul ormai è un vecchio re in decadenza, prossimo alla morte. Se da un lato Saul è conscio del fatto che solo David può ottenere la vittoria sicura sui Filistei e dare l’amore alla figlia, dall’altra il vertiginoso aumento del potere di David, già incoronato re dai sacerdoti, crea in lui un odio senza limiti.

È così che Saul si trova a combattere, in perenne fluttuazione tra due passioni opposte. Egli non riesce più ad essere contemporaneamente padre e re vincente. Il suo è un io disgregato, incapace di ritrovare l’unità. Questo aspetto in particolare fu analizzato dall’allievo di Freud Jung nell’analisi degli archetipi. È proprio un percorso verso l’unità di Saul, quello che si compie lungo i cinque atti della tragedia. Saul passa attraverso i sentimenti più contrapposti mentre si avvicina man mano la sua ultima meta: il suicidio.

Sarà però un suicidio eroico il suo. Egli troverà finalmente la sua integrità attraverso una rinuncia radicale: uomo che rifiuta la vita, padre che rinuncia alla figlia, re che rinuncia al suo popolo che “cade”. Ma ritrova un’immagine definitiva e coerente che nessuno potrà annullare. È così che la rinuncia va letta come un supremo possesso: con la morte Saul espia i suoi eccessi sanguinosi e tirannici, rinuncia alla figlia dandole una prova di offerta d’amore, intesa come vero possesso.

Pur prendendo il soggetto dalla Bibbia, Alfieri non dà vita ad un dramma religioso, ma ad un dramma psicologico incentrato sulla contraddittorietà di Saul. Egli è un tiranno che, dopo la sua sterminata brama di dominio, diventa un eroe lasciandosi alle spalle una lunga vita di miseria e abiezione, trovando il riscatto dalla miseria delle passioni, delle debolezze e della paura attraverso il suicidio eroico. Suicidio inteso non come atto vile e rinunciatario

https://it.wikipedia.org/wiki/Saul_(Alfieri)

Saul

Vittorio Alfieri

Prima rappresentazione: 1782

SAUL

TRAGEDIA

Indice

https://it.wikisource.org/wiki/Saul




Mirra di Vittorio Alfieri testo completo e opera lirica di ALALEONA …

Questa voce è stata pubblicata in cultura, musica, speciale lirica e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.