Sbarco a Catania: giovane migrante ucciso per aver negato il cappellino
A Catania la nave ong con 394 profughi e il cadavere del ragazzo ammazzato su un gommone a colpi di pistola
Pubblicato: 05/05/2017
CATANIA – E’ arrivata a Catania la nave Phoenix di Moas con a bordo 394 migranti salvati nel mare Mediterraneo e il corpo del ragazzo ucciso a colpi di pistola da un trafficante al quale il giovane non aveva dato il suo cappellino da baseball.
La sparatoria sarebbe avvenuta su un gommone. Secondo i primi rilievi il ragazzo ha i segni di una ferita da arma da fuoco. Gli investigatori dovranno sentire i migranti e raccogliere le loro testimonianze sull’episodio perché le dichiarazioni rese a personale delle ong non hanno valore probatorio. A bordo della nave c’è Regina Catrambone, fondatrice del Moas insieme al marito Christopher, che ieri ha reso noto l’episodio.
“Abbiamo a bordo il cadavere di un ragazzo ucciso a colpi di arma da fuoco. Testimoni ci hanno detto che è stato colpito perché non ha voluto dare il suo cappellino da baseball a un trafficante”, ha raccontato.
“Non ho mai avuto il piacere di guardare in faccia il signor Zuccaro – ha spiegato intervistata dal programma ‘Restate scomodi’ su Radio 1 -, sarò felicissima di incontrarlo”. La donna, premiata con un’onorificenza nel 2015 dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la sua opera in mare, non ci sta a finire sul banco degli imputati per i legami ong-trafficanti denunciati dal pm di Catania.
“Io – precisa – non ho mai ricevuto nessuna informazione dal procuratore. Quando riceveremo comunicazioni risponderemo a tutte le domande che lui ci vorrà fare. Veniamo accusati di essere dei trafficanti di persone: è un’accusa gravissima a livello umano e personale. Con quali prove? Si sta cercando di criminalizzare la solidarietà e la misericordia. Nemmeno un anno è passato da quando il papa ha chiuso il Giubileo della Misericordia. Dov’è la misericordia per le persone che ho sulla nave?”.