La llama doble: Amor y erotismo – PDF Octavio Paz , qualche verso

La llama doble: Amor y erotismo – Caja PDF

La llama doble (selección) por Octavio Paz – Red ILCE

La llama doble es un ensayo enteramente unitario que, por su importancia en el conjunto de la obra Octavio Paz, resulta comparable a títulos tan decisivos como El arco y la lira o El laberinto de la soledad. Aun cuando la redacción material del libro se produjo entre marzo y abril de 1993, el propósito de escribirlo data por lo menos de 1965, y en aquella época el autor redactó los primeros apuntes de lo que deseaba que, “partiendo de la conexión íntima entre los tres dominios -el sexo, el erotismo y el amor-, fuese una exploración del sentimiento amoroso”. Resumiendo toda su trayectoria de vida, pensamiento y escritura, con una tensión expresiva inabatible y una lúcida y conmovida cercanía al núcleo más íntimo y esencial de la existencia humana, Octavio Paz examina, compendia, hace revivir y otorga pleno sentido, desde sus orígenes en la memoria histórica y mítica hasta la experiencia cotidiana más inmediata, a uno de los elementos fundamentales de la vida de hombres y mujeres: “El fuego original y primordial, la sexualidad, levanta la llama roja del erotismo y ésta, a su vez, sostiene y alza otra llama, azul y trémula: la del amor. Erotismo y amor: la llama doble de la vida”.

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Biografia di Octavio Paz | Scrittore messicano

(Città del Messico, 1914 – ID, 1998) Scrittore messicano. Con Cesar Vallejo e Pablo Neruda, Octavio Paz formava la triade dei grandi poeti che, dopo il declino del modernismo, ha portato il rinnovamento della poesia ispano-americana del XX secolo. Il premio Nobel per la letteratura nel 1990, il primo assegnato a un autore messicano, significato anche il riconoscimento della sua statura intellettuale vasto e influente, che si è riflesso in una produzione di brillante saggio.

Biografia

Nipote dello scrittore Ireneo Paz, interessi letterari Octavio Paz si manifesta anche molto presto, e pubblicò i suoi primi lavori in diverse riviste letterarie. Ha studiato presso la facoltà di giurisprudenza e filosofia e arti dell’Università nazionale. Preoccupazioni sociali anche lasciano sentire prontamente, e nel 1937 fece un viaggio in Yucatan con l’intento di creare una scuola per i figli dei dipendenti. Nel mese di giugno di quello stesso anno che sposò lo scrittore Elena Garro (darebbe una figlia e che anni dopo avrebbero separato) e la sinistra suo accademico studia per eseguire, insieme a sua moglie, un viaggio in Europa che sarebbe fondamentale in tutta la sua carriera intellettuale e la vita.

A Parigi ha preso contatto, tra gli altri, César Vallejo e Pablo Neruda, e fu invitato al Congresso degli scrittori antifascisti in Valencia. Fino alla fine del settembre 1937 rimase in Spagna, dove incontrò personalmente Vicente Huidobro, Antonio Machado, Miguel Hernández e altri importanti poeti della generazione del 27. Oltre a visitare la parte anteriore, durante la guerra, civile spagnola (1936-1939) ha scritto molti articoli a sostegno della causa repubblicana.
Dopo il ritorno a Parigi e visita New York, nel 1938 tornò in Messico e ci ha collaborato strettamente con i rifugiati repubblicano spagnolo, soprattutto con i poeti del timestamp della Spagna. Nel frattempo, ha lavorato in una banca e tutti i giorni ha scritto una colonna della politica internazionale nel giornale The Popularsindacato che ha abbandonato da differenze ideologiche. Nel 1942 fondò le riviste nuovi terreni e il figliol prodigo.
Dalla fine del 1943 (un anno in cui ha ricevuto una Guggenheim Fellowship per visitare gli Stati Uniti) fino al 1953, Octavio Paz risieduto all’estero: prima in città all American e, dopo la seconda guerra mondiale, a Parigi, dopo aver inserito nel servizio esteri messicano. Nella capitale francese iniziò la sua mossa dal marxismo ed esistenzialismo per l’avvicinamento di un socialismo utopistico e soprattutto al Surrealismo, intesa come attitudine alla vita e in cui cerchi è stato introdotto grazie a Benjamin Péret e soprattutto al suo amico André Breton.

Tornato in Messico, ha fondato nel 1955 il gruppo poetico e teatrale poesia ad alta voce e successivamente ha cominciato suoi collaborazioni nella Revista Mexicana de Literatura ed El Corno Emplumado. Posizioni di arte contemporanea sperimentale che ha difeso in pubblicazioni di questo periodo. Nel 1960 tornò al servizio esteri, essendo assegnato come un funzionario dell’Ambasciata messicana a Parigi (1960-1961) e successivamente nell’India (1962-1968); in quest’ultimo paese ha incontrato Marie-José Tramini, che era sposato nel 1964. Esso chiuso la sua attività diplomatica nel 1968, quando si dimise per protestare contro le politiche repressive della parte anteriore del governo messicano movimento democratico degli studenti, che culminò nel massacro nella Piazza delle tre culture di Tlatelolco.
Ha insegnato dal poi in università americane ed europee che continuarono il loro instancabile lavoro cultura dando lezioni e fondando nuove riviste, come plurale (1971-1976) o indietro (1976). Nel 1990 gli è stato conferito il premio Nobel per la letteratura, coronamento di una carriera esemplare già precedentemente riconosciuta con il più alto riconoscimento delle lettere dell’America Latina, il Premio Cervantes (1981), e che riceverebbero nuovamente con il principe delle Asturie comunicazione e scienze umane (1993).

La poesia di Octavio Paz

La maggior parte della vasta produzione di Octavio Paz si inserisce in due generi: poesia e saggistica. La sua poesia ha approfondito i giardini dell’erotismo, la sperimentazione formale e la riflessione sul destino dell’uomo. In linea generale possono essere distinti tre fasi principali nella sua opera poetica: nel primo, l’autore ha cercato di penetrare attraverso la parola, in un campo di energie essenziali che lo ha portato a determinate impersonalità; nella seconda si entroncó con la tradizione surrealista, prima di trovare un nuovo impulso nel contatto con l’Oriente; nell’ultima fase della sua carriera lirica, il poeta ha dato priorità all’alleanza tra erotismo e conoscenza.
Libertà vigilata (1949), Octavio Paz raggruppati vari libri scritti tra il 1935 e il 1947. Prime composizioni erano risponde a un’estetica neorromantica e forti preoccupazioni sociali; ma presto aggiunto un tema esistenziale, che ruotava intorno la sensazione di solitudine, i problemi del suo tempo, la comunicazione, la possibilità dell’amore… Seguendo questo percorso, la sua poesia è diventato uno strumento di conoscenza di sé e del mondo; In somma, una poesia di segno metafisico.

Ma presto la scoperta del surrealismo insegnargli la forza liberatrice della parola e con la valutazione dell’irrazionale, la possibilità di ritorno alle dimensioni mitiche lingua. Così, si è verificato al tempo stesso e come ha detto la propria Octavio Paz, un ritorno alla ribalta e un ritorno alla parola magica. Entrambe le direzioni si materializzò nelle poesie che vanno da Aquila o sole? (1949-50) a una vasta e magistrale composizione intitolata pietra del sole (1957), costruita dai miti Aztechi del tempo circolare.
Spesso indicato come uno dei suoi capolavori, pietra del sole si trova al crocevia della sua carriera lirica: poema condensato storiche ed esistenziale preoccupazioni su una mano e anticipa il suo lavoro successivo da altro. Si compone di 584 endecasilabos (la stessa figura come l’anno del calendario azteco) delle immagini dense e potente, dopo che la poesia torna all’inizio. Questa struttura circolare non impedisce il progresso delle indagini del poeta, di cui l’amore, l’individuo e il senso della storia e del mondo.
Salamandra (1962), che comprende poesie scritte tra il 1958 e il 1961, Octavio Paz ha aumentato l’irrazionale e l’esoterico. È una poesia che tenta di mostrarci l’altro lato delle cose, da un’esplorazione dei nuovi poteri della parola. Il risultato, tranne in alcuni casi, è un pieno di suggerimenti ermetismo. Versante orientale (1962 – 1968) è il risultato, da un lato, il suo interesse nella cultura orientale, da cui emergono nuove dimensioni esoterici. D’altra parte risponde al contatto di Octavio Paz con lo strutturalismo linguistico, che vi porta a suffragare la creazione poetica nello stesso script. Abbiamo il rilascio di massimo lingua, con un’espressione poetica, in cui le parole raggiungono la massima autonomia, interrotto a volte del tutto logico substrato.

Il poeta sperimenta anche nuove risorse della presentazione e della tipografia; un buon esempio potrebbe essere il lungo poema bianco (1967), disposti in tre colonne che possono essere letti in modi diversi. In questo modo sperimentale, Octavio Paz pubblicato nel 1969 due libri di poesia “spazio” (o visual): Topoemas e documenti visivi. Essi sono i tentativi di creare una nuova percezione del messaggio cui precedenti torna alla Apollinaire e all’avanguardia tra le due guerre.
Molto diverso è chiaro passato (1975), libro composto da un unico, lungo e bella poesia, lingua più sobrio (ma insolita densità), progettato per immersioni sulla sua coscienza, la sua vita e la sua parola. Compendio delle loro preoccupazioni e le esperienze creative, questo secondo capolavoro condensa alla sua estremità la sua visione del linguaggio come “fondatore della realtà”, come uno strumento con cui l’uomo crea e viene creato: dopo il lungo cammino attraverso le parole in cerca di realtà ultime e della propria realtà, il poeta viene definito, nell’ultimo verso , come “l’ombra che gettano le mie parole”.
I suoi libri successivi includono indietro (1976) e albero in (1987). Formata da poesie scritte tra il 1969 e il 1975, il titolo del primo si riferisce al poeta ritorno in Messico dopo un lungo soggiorno in Europa e Medio Oriente. Albero in riunisce le poesie composte dall’autore dopo la pubblicazione di girare ed è diviso in cinque parti, alcune delle quali insistere sui suoi temi coerenti: meditazione sull’amore (nel quinto, che dà il libro titolo) o morte (nel terzo).

Saggi

Poeta, narratore, saggista, traduttrice e grande promotore delle lettere messicano, pace è sempre mantenuta al centro del dibattito artistico, politico e sociale del paese. Sia la varietà di interessi e acuta intelligenza analitica e insaziabile curiosità è diventato brevetto nei suoi numerosi saggi, che copriva una vasta gamma di argomenti, dall’arte e letteratura alla sociologia e linguistica, storia e politica. La sostanza, la profondità e la sottigliezza caratterizzano questi testi.
Tema letterario sono l’arco e la lira (1959), profonda riflessione sulla creazione poetica e Sor Juana Inés de la Cruz o le insidie della fede (1982), studio completo dell’opera e la complessa personalità di questo poeta messicano del XVII secolo. Identità messicana è il tema del labirinto della solitudine (1950) e PostScript (1970).

Il grammatico di scimmia (1974), di partecipare in un momento di riflessione e di poesia in prosa, stesso Esplora l’essenza del linguaggio ed è una testimonianza della sua attrazione per l’Oriente; il titolo si riferisce alla testa di Hanuman, uno dei personaggi principali nelle scimmie Ramayana. Tempo nuvoloso (1983) si concentra sulla situazione politica e sociale contemporanea. I privilegi di visualizzazione (1987) sono sue opinioni sulle arti visive.
Dei suoi saggi recenti includono la doppia fiamma (1993). Il lavoro riguarda la letteratura alla ricerca la genesi dell’idea poetica dell’amore, l’amore cortese provenzale, che è senza precedenti nelle antiche religioni indiane e cinesi ed ellenismo (con la sua fusione di Oriente e Occidente). Dopo i poeti provenzali, cristianesimo desarboló Amor; la passione carnale, consumazione dell’amore, è stata relegata dalla divinizzazione della persona amata (Dante, Petrarca e neoplatonismo).
Secondo l’autore, era la rivoluzione francese quindi amore cogliere la sua umanità nelle mani di poeti e scrittori di prosa. Ma nel mondo moderno, la rivoluzione sessuale del 1968 portò alla fine dell’anima per mano di materialismo scientifico. in altre parole, l’amore è stato vittima della crisi dell’idea di persona: pessimismo estremo chiude questo lavoro. Altri titoli della sua abbondante produzione di saggi sono quadrivium (1965), Claude Lévi-Strauss o la nuova festa per Aesop (1967), congiunzioni e disgiunzioni (1969), i figli di melma (1974), l’orco filantropico (1979) e gli uomini del suo secolo (1984).

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Ascoltami

Ascoltami come chi ascolta piovere,

né attenta né distratta,

passi lievi, pioviggine,

acqua che è aria, aria che è tempo,

il giorno non finisce di andarsene,

la notte tuttavia non arriva,

figure della nebbia

voltano l’angolo,

figure del tempo

nell’ansa di questa pausa,

ascoltami come chi ascolta piovere,

senza ascoltarmi, ascoltando quel che dico

con gli occhi aperti verso dentro,

addormentata e vigili i cinque sensi,

piove, passi lievi, rumori di sillabe,

aria e acqua, parole che non pesano:

quel che fummo e siamo,

i giorni e gli anni, questo istante,

tempo senza peso, pesantezza enorme,

ascoltami come chi ascolta piovere,

riluce l’umido asfalto,

il vapore si alza e cammina,

la notte si apre e mi guarda,

sei tu e la tua forma di vapore,

tu e il tuo volto di notte,

tu e i tuoi capelli, lampi lenti,

traversi la strada ed entri nella mia fronte,

passi d’acqua sopra le mie palpebre,

ascoltami come chi ascolta piovere,

l’asfalto riluce, tu traversi la strada,

è la nebbia errante della notte,

è la notte addormentata nel tuo letto,

è l’onda del tuo respiro,

le tue dita d’acqua bagnano la mia fronte,

le tue dita di fiamma bruciano i miei occhi,

le tue dita d’aria aprono le palpebre del tempo,

sorgere di apparizioni e resurrezioni,

ascoltami come chi ascolta piovere,

passano gli anni, tornano gli istanti,

ascolti i tuoi passi nella stanza vicina?

non qui né lì: li ascolti

in un altro tempo che è proprio ora,

ascolta i passi del tempo

inventore di spazi senza peso né luogo,

ascolta la pioggia scorrere per la terrazza,

la notte è ormai più notte fra gli alberi,

fra le foglie si è annidato il fulmine,

vago giardino alla deriva

– entra, la tua ombra copre questa pagina.

( da El fuego de cada dìa, 1992 )

Como quien oye llover

Óyeme como quien oye llover,

ni atenta ni distraída,

pasos leves, llovizna,

agua que es aire, aire que es tiempo,

el día no acaba de irse,

la noche no llega todavía,

figuraciones de la niebla

al doblar la esquina,

figuraciones del tiempo

en el recodo de esta pausa,

óyeme como quien oye llover,

sin oírme, oyendo lo que digo

con los ojos abiertos hacia adentro,

dormida con los cinco sentidos despiertos,

llueve, pasos leves, rumor de sílabas,

aire y agua, palabras que no pesan:

lo que fuimos y somos,

los días y los años, este instante,

tiempo sin peso, pesadumbre enorme,

óyeme como quien oye llover,

relumbra el asfalto húmedo,

el vaho se levanta y camina,

la noche se abre y me mira,

eres tú y tu talle de vaho,

tú y tu cara de noche,

tú y tu pelo, lento relámpago,

cruzas la calle y entras en mi frente,

pasos de agua sobre mis párpados,

óyeme como quien oye llover,

el asfalto relumbra, tú cruzas la calle,

es la niebla errante en la noche,

como quien oye llover

es la noche dormida en tu cama,

es el oleaje de tu respiración,

tus dedos de agua mojan mi frente,

tus dedos de llama queman mis ojos,

tus dedos de aire abren los párpados del tiempo,

manar de apariciones y resurrecciones,

óyeme como quien oye llover,

pasan los años, regresan los instantes,

¿oyes tus pasos en el cuarto vecino?

no aquí ni allá: los oyes

en otro tiempo que es ahora mismo,

oye los pasos del tiempo

inventor de lugares sin peso ni sitio,

oye la lluvia correr por la terraza,

la noche ya es más noche en la arboleda,

en los follajes ha anidado el rayo,

vago jardín a la deriva

entra, tu sombra cubre esta página.

Tra andarsene e restare

Tra andarsene e restare è incerto il giorno,

innamorato della sua trasparenza.

Il pomeriggio circolare si fa baia;

nel suo calmo viavai si mescola il mondo.

Tutto è visibile e tutto è elusivo,

tutto è vicino e tutto è inafferrabile.

Le carte, il libro, il bicchiere, la matita

riposano all’ombra dei loro nomi.

Nella mia tempia il battito del tempo ripete

la stessa testarda sillaba di sangue.

Dell’indifferente muro la luce fa

uno spettrale teatro di riflessi.

Mi scopro nel centro di un occhio;

non mi guarda, mi guardo nel suo sguardo.

Si dissipa l’istante. Immobile.

Vado e vengo: sono una pausa.

Entre irse y quedarse

Entre irse y quedarse duda el día,

enamorado de su transparencia.

La tarde circular es ya bahía:

en su quieto vaivén se mece el mundo.

Todo es visible y todo es elusivo,

todo está cerca y todo es intocable.

Los papeles, el libro, el vaso, el lápiz

reposan a la sombra de sus nombres.

Latir del tiempo que en mi sien repite

la misma terca sílaba de sangre.

La luz hace del muro indiferente

un espectral teatro de reflejos.

En el centro de un ojo me descubro;

no me mira, me miro en su mirada.

Se disipa el instante. Sin moverme,

yo me quedo y me voy: soy una pausa.

Poema tratto da PIETRA DI SOLE

( … )   salice di cristallo, pioppo d’acqua

alto zampillo che s’inarca al vento,

albero ben piantato ma danzante,

l’incedere di un fiume che si curva,

avanza, retrocede, gira intorno

a arriva sempre:

incedere tranquillo

di stella o primavera senza fretta,

acqua che con le palpebre serrate

tutta la notte emana profezie,

unanime presenza in mareggiata,

onda su onda ricoprendo tutto,

verde sovranità senza tramonto

come il baluginio delle ali

quando si aprono proprio in mezzo al cielo,

l’incedere nel folto dei futuri

giorni e il malaugurato illuminarsi

dell’infelicità come un uccello

che pietrifica il bosco col suo canto

e l’imminenza di felicità

che subito svaniscono tra i rami,

ore di luce che gli uccelli beccano

e presagi che sfuggono di mano,

una presenza che è improvviso canto,

come il vento che canta nell’incendio,

uno sguardo che in bilico sostiene

il mondo coi suoi mari e coi suoi monti,

corpo di luce filtrato da un’agata,

gambe di luce, luce il ventre, baie,

roccia solare, corpo color nuvola,

color di giorno rapido che salta,

l’ora che dà scintille e prende corpo,

nel tuo corpo è visibile già il mondo

nella tua trasparenza è trasparente,

percorro gallerie fatte di suoni,

fluisco tra presenze risonanti,

percorro trasparenze come un cieco,

mi cancella un riflesso, nasco in altri,

oh bosco di pilastri favolosi,

penetro sotto gli archi della luce

i corridoi di un autunno diafano,

il tuo corpo percorro come il mondo ( … )

( … )  un sauce de cristal, un chopo de agua,

un alto surtidor que el viento arquea,

un árbol bien plantado mas danzante,

un caminar de río que se curva,

avanza, retrocede, da un rodeo

y llega siempre:

un caminar tranquilo

de estrella o primavera sin premura,

agua que con los párpados cerrados

mana toda la noche profecías,

unánime presencia en oleaje,

ola tras ola hasta cubrirlo todo,

verde soberanía sin ocaso

como el deslumbramiento de las alas

cuando se abren en mitad del cielo,

un caminar entre las espesuras

de los días futuros y el aciago

fulgor de la desdicha como un ave

petrificando el bosque con su canto

y las felicidades inminentes

entre las ramas que se desvanecen,

horas de luz que pican ya los pájaros,

presagios que se escapan de la mano,

una presencia como un canto súbito,

como el viento cantando en el incendio,

una mirada que sostiene en vilo

al mundo con sus mares y sus montes,

cuerpo de luz filtrada por un ágata,

piernas de luz, vientre de luz, bahías,

roca solar, cuerpo color de nube,

color de día rápido que salta,

la hora centellea y tiene cuerpo,

el mundo ya es visible por tu cuerpo,

es transparente por tu transparencia,

voy entre galerías de sonidos,

fluyo entre las presencias resonantes,

voy por las transparencias como un ciego,

un reflejo me borra, nazco en otro,

oh bosque de pilares encantados,

bajo los arcos de la luz penetro

los corredores de un otoño diáfano,

voy por tu cuerpo como por el mundo ( … )

Octavio Paz

( Traduzione di F. Fava )

Paz, Octavio





Enciclopedie on line

Paz, Octavio. – Poeta e saggista messicano (Città di Messico 1914 – ivi 1998). Tra i maggiori intellettuali messicani e dell’America latina, P. si affermò come un innovatore del costume letterario e delle concezioni culturali. L’assegnazione del premio Nobel per la letteratura (1990) ratificò l’importanza della sua opera di poeta e saggista, intimamente legato al patrimonio culturale della propria terra e profondo conoscitore di paesi, epoche, lingue e tradizioni.

VitaDopo l’esordio con la raccolta Luna silvestre (1933), fu tra i fondatori, assieme ad altri intellettuali messicani, della rivista Taller (1938-41). Soggiornò a lungo all’estero (in Spagna durante la guerra civile, negli USA, in Francia, Giappone e in India, dove fu ambasciatore dal 1962 al 1968), spesso ricoprendo incarichi diplomatici, aprendosi agli influssi di altre tradizioni letterarie (surrealismo francese, haikai giapponese, ecc.), come testimonia la sua attività di traduttore (Bashō, W. B. Yeats, ecc.). Ambasciatore in India, si dimise nel 1968 per protesta contro il massacro degli studenti a Città di Messico in occasione delle Olimpiadi. Iniziò allora l’insegnamento universitario, con la cattedra di poesia dapprima all’università di Oxford poi in università degli Stati Uniti. Membro del Colegio Nacional de México, ha ricevuto, tra gli altri riconoscimenti, il premio Cervantes nel 1981.

OpereLa sua sperimentazione poetica, che si era sviluppata sotto l’influenza del surrealismo francese e sulla spinta della cultura messicana degli anni Trenta, si arricchì nel corso dei suoi diversi soggiorni all’estero e con l’alternarsi dell’attività di diplomatico, di docente universitario e di promotore di importanti iniziative culturali quali le riviste Plural (1971) e Unalta (1976). Volta al superamento della poesia tradizionale, la sua opera fu nel contempo segnata dalla fede nella creazione poetica come mezzo per restituire senso all’esistenza: Libertad bajo palabra (1949; ed. ampliata 1960, trad. it. parziale 1965); La estación violenta (1958); Salamandra (1962); Viento entero (1965); Ladera este (1969). Dopo aver partecipato alla poesia collettiva Renga (1971), P. pubblicò Pasado en claro (1975), Vuelta (1976) e Árbol adentro (1987); una scelta della sua produzione comparve in El fuego de cada día (1989; trad. it. 1993). La sua saggistica spaziò dalle riflessioni sulla poetica (El arco y la lira, 1956; trad. it. 1990) a scritti sul Messico (El laberinto de la soledad, 1950, trad. it. 1961; Posdata, 1970), a studi sullo strutturalismo (Claude Lévi-Strauss o el nuevo festín de Esopo, 1967), sull’arte contemporanea (Marcel Duchamp o el castillo de la pureza, 1968; trad. it. Apparenza nuda. L’opera di M. D., 1990), sulle relazioni tra filosofia orientale e occidentale (Conjunciones y disjunciones, 1969; trad. it. 1973) e su vari aspetti della letteratura (Traducción: literatura y literalidad, 1971; Sor Juana Inés de la Cruz o las trampas de la fe, 1982, trad. it. 1991; La otra voz: poesía y fin de siglo, 1990). Nel 1990 pubblicò ancora un saggio storico-politico, Pequeña crónica de grandes días, che testimonia la sua radicale insofferenza verso ogni ideologia. Nello stesso anno apparve il volume complessivo Obra poética: 1935-1988, e nel 1993 la sua ultima raccolta di versi, La llama doble: amor y erotismo (trad. it. 1994). Da ricordare inoltre le impressioni di viaggio riunite in Vislumbres de la India (1995; trad. it. In India, 2001). Un’ampia silloge dei suoi testi è apparsa in Italia con il titolo Octavio Paz (1995), mentre nel 2014, in concomitanza con il centenario della nascita, è stato pubblicato a cura di J. Hubard il testo También soy escritura. Octavio Paz cuenta de sí (trad. it. 2014), raccolta di poesie, di appunti, di ricordi e di interviste che compongono una sorta di autobiografia postuma.

http://www.treccani.it/enciclopedia/octavio-paz/

ritornando su Las Hurdes – Tierra sin pan di Luis Buñuel …

Las Hurdes: Tierra sin Pan. Luis Buñuel | controappuntoblog.org

i tre versi che mi piacciono di più | controappuntoblog.org

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