La Cina fermerà Trump e Kim Jong : 38° parallelo, storia – via della seta – Kurosawa film…

“Chiunque continui a provocare guai nell’area, dovrà assumersene la responsabilità storica” : Wang. Il monito a non procedere in azioni militari campeggia anche sulle pagine della stampa cinese. “Intraprendere azioni militari contro la Corea del Nord è molto più rischioso che lanciare un attacco missilistico contro la Siria”  : Global Times,  il più importante giornale cinese.

Trump può togliersi dalla testa di affrontare la Corea del Nord senza alcun intervento di Pechino. Che Trump sia scarso in storia e geografia ,come la maggior parte degli americani del resto, è lampante. Può essere che in privato i cinesi abbiano “ricordato” ai consiglieri di Trump : “ ma  vi siete scordati che avete dovuto sganciare due atomiche per far terminare la seconda guerra mondiale che era terminata con le due zone di influenza già definite ma nel pacifico no??”. Il dato di fatto reale è che l’equilibrio nella zona del pacifico,  (guarda carta geografica) è ancora più precario di quello del Medio Oriente , o almeno altrettanto precario.

“ Gli Stati Uniti schierano nell’area un potenziale offensivo aereo e missilistico formidabile. Centinaia di missili da crociera Tomahawk imbarcati sulle navi che scortano la portaerei Vinson, che imbarca 60 cacciabombardieri F/A-18 più un centinaio di F-16 e A-10 basati in Corea del Sud, dove gli Usa dislocano 29 mila militari incluse forze terrestri e unità dei Marines con 140 carri armati, 170 veicoli corazzati e 60 pezzi d’artiglieria.”. Di contro” la Corea del Nord  schiera  un  arsenale convenzionale , si dice, di un  milione di soldati, 4 mila carri armati, 5 mila cannoni e lanciarazzi campali, 500 aerei da combattimento di cui i più moderni sono 40 Mig 29 più una flotta composta da una trentina di sottomarini, 40 minisub, una decina di navi d’altura e 200 motovedette lanciamissili e motosiluranti”, tutte armi decrepite di dubbia efficienza e di cui si sospetta non vi sia neppure la disponibilità di carburante e ricambi per muoverli tutti insieme, a detta di esperti militari, questo spinge la Corea del Nord a puntare sulle armi atomiche, anche perché le provocazioni da parte della Corea del Sud  ed USA sono anche quelle un dato di fatto reale. Da tenere  presente che nel 38 parallelo tutti hanno un motivo di rancore verso il GIAPPONE,  che ha intrapreso la via del riarmo, “Legislation for Peace and Security”, modifica costituzionale .

In merito alle armi atomiche della Corea del Nord, data la situazione economica della Corea del nord non so quanto siano atomiche o aromiche, di certo non sono al livello di altri paesi: Israele , India, Pakistan , per esempio, per non citare sempre i soliti noti.

CHI TOCCA 38 parallelo, rischia grosso e questo la Cina non lo permetterà soprattutto perché mette in discussione la via della seta (vedi post sulla via della seta)

  E LA CINA E’ PIU’ FORTE DEGLI USA

vittoria L’Avamposto degli incompatibili

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La sfida del progetto cinese One Belt, One Road

January 2, 2017

Nel settembre del 2013, appena sei mesi dopo essere stato eletto Presidente e dieci mesi dopo essere stato eletto Segretario Generale del Partito comunista cinese (Pcc), Xi Jinping è partito per visitare i paesi dell’Asia centrale. Durante un discorso presso l’Università Nazarbayev di Astana, in Kazakistan, ha rivelato il progetto di integrazione euroasiatica One Belt, One Road (OBOR), che consiste nella nuova Via della Seta e nella Via della Seta marittima. Da quel momento, il progetto OBOR è divenuto la pietra d’angolo dell’espansione economica e politica della Cina nel continente eurasiatico, in Africa e anche oltre.

Una rete di banche per lo sviluppo

Sotto l’egida del progetto OBOR, la Cina ha istituito una serie di banche per lo sviluppo, fra cui la Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) e il Silk Road Fund. L’AIIB, attualmente, è sostenuta da 57 paesi membri, fra cui alcuni dei maggiori alleati degli Stati Uniti in Europa, la Corea del Sud e tutti i paesi ASEAN. La Cina è uno dei cinque fondatori della banca dei Brics, la New Development Bank (NDB), insieme al Brasile, alla Russia, all’India e al Sud Africa. Queste tre istituti hanno un capitale di base di 240 miliardi di dollari.

Il governo cinese, in aggiunta al capitale con cui ha contribuito a questi tre fondi, ha investito altri 62 miliardi di dollari in infrastrutture attraverso la China Development Bank, la Export-Import Bank of China e la Agricultural Development Bank of China, che operano al di fuori della struttura formale istituita con il programma OBOR. La China Construction Bank, un’altro istituto finanziario per gli investimenti nelle infrastrutture, ha investito 40 miliardi di dollari l’anno da quando è stato lanciato il progetto OBOR nel 2013; inoltre, in cooperazione con le istituzioni di Singapore che si occupano dello sviluppo, ha stanziato 22 miliardi per la realizzazione di progetti nell’Asia sud-orientale, che sono parte della Via della Seta marittima.

In un discorso fatto a Pechino il 17 agosto 2016, il presidente Xi Jinping ha offerto un resoconto sullo stato dell’OBOR rivelando che, in un modo o nell’altro, più di cento paesi e organizzazioni internazionali stavano contribuendo al programma. Il One Belt, One Road è stato definito “il secondo Piano Marshall”, ma i sostenitori fanno notare che in termini di valore costante l’iniziativa cinese è dodici volte più ampia del Piano Marshall originale. Si estende su tutto il continente eurasiatico, dalla Cina orientale all’Oceano Atlantico e ai porti terrestri dell’Europa occidentale.

L’origine di tutti i problemi che si presentano nello scenario futuro dell’OBOR, presso varie potenze mondiali, è la diffusa incertezza sulle reali motivazioni della Cina. Il presidente Xi Jinping ha definito il progetto OBOR come un modello di “cooperazione win-win” rivolto alla creazione di una “comunità dal destino comune”.

http://www.transatlantico.info/2017/economia/la-sfida-del-progetto-cinese-one-belt-one-road

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