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Ottavo capitolo


L’autonomia

Giovedí 5 giugno: A Mirafiori mentre alle linee si riprende a lavorare a strappi entrano in lotta gli operai delle Fonderie. Quelli dell’officina 2 hanno continuato a scioperare 8 ore per turno. La lotta si è estesa alle officine 3 e 4. Gli operai di queste officine hanno deciso di entrare in lotta sulle stesse rivendicazioni dell’officina 2: 200 lire di aumento sulla paga base e passaggio alla categoria siderurgica. La direzione ha offerto da 3 a 21 lire sulla paga di posto. Gli operai hanno rifiutato questa offerta. Fino a quando non otterremo tutto quanto abbiamo chiesto la lotta continua. Alle linee sono state proclamate dai sindacati 2 ore di sciopero per turno. La riuscita è stata solo parziale. Gli operai delle linee si sono mossi fin da giovedí scorso contro i ritmi di lavoro e per gli aumenti salariali e il passaggio di categoria. Con lotte autonome dal sindacato.

La richiesta del sindacato del delegato di linea non significa risolvere questi problemi. La lotta di questi giorni non può essere ridotta all’elezione di un delegato. Alle linee montaggio motore e montaggio cambio gli operai scioperano due ore per turno sin da martedí. Hanno deciso di scendere in lotta per ottenere il passaggio alla seconda categoria per tutti. Si sono uniti a loro alcuni operai delle preparazioni. Alle Presse i sindacati hanno chiuso lo sciopero con risultati ridicoli. Gli operai sono contrari e la produzione non è tornata normale. Gli operai non vogliono tornare ai ritmi di prima e il padrone ha paura. La direzione Fiat cerca a tutti i costi di ritornare alla normalità produttiva di cui ha bisogno perché ha perso decine di miliardi di produzione proprio nel momento in cui c’è maggior richiesta sul mercato.

I sindacati cercano di far partire le lotte una alla volta finita una se ne apre un’altra per evitare la generalizzazione e impedire che gli operai organizzandosi nella lotta in fabbrica esprimano una loro volontà autonoma. Ma la lotta operaia sfugge a questi tentativi di controllo. Quasi ogni giorno si apre una nuova lotta e sono gli operai a deciderla. Questa è una grande prova di forza della classe operaia. Però non basta. Si corre il rischio che mentre si aprono le lotte nuove quelle già iniziate vengano chiuse con risultati insoddisfacenti e si riesca a impedire il formarsi di una organizzazione forte e permanente degli operai che sappia opporsi giorno per giorno alle condizioni di lavoro decise dal padrone. Se dopo la lotta gli operai restano divisi e disorganizzati questa è una sconfitta anche se si è ottenuto qualcosa. Se dalla lotta gli operai escono piú uniti e organizzati questa è una vittoria anche se alcune richieste sono rimaste insoddisfatte.

Venerdí 6 giugno: 8 ore di sciopero per turno non solo alle officine 2 e 3 ma anche alle Fonderie Sud. Anche all’officina 4 continua la lotta. Sabato 7 giugno: La direzione sospende un operaio dell’officina 13 per tre giorni. Lunedí 9 giugno: 8 ore di sciopero per tutti e due i turni all’officina 13. I motivi sono: Mancato motivo da parte della direzione della sospensione all’operaio, e mancata risposta dei sindacati alle richieste operaie che riguardavano: Il passaggio alla seconda categoria per tutti. Indennità di nocività uguale per tutti. Controllo operaio dei tempi di lavoro. Superminimi uguali per tutti. Aumento del tempo di fermata. Modifiche dell’ambiente di lavoro. Aumento del salario non riassorbibile.

Fonderie Nord e Sud: 8 ore di sciopero di tutti e due i turni. La direzione offre per dividere gli operai 67 lire di aumento sulla paga di posto agli operai dei magli. Solo 100 operai su 890 accettano. Linee carrozzerie primo turno fermata spontanea ore 10 degli operai della verniciatura e della pomiciatura. Rivendicazioni: Salario categorie tempi. La commissione interna ha detto che avrebbe dato una risposta alle 8 ma non si sono visti né sentiti. Adesso dicono che la daranno lunedí prossimo. Nel secondo turno sono passati i capi che tentavano di dividere gli operai dando la categoria a alcuni di essi. La Fiat è alle strette. Escono poche vetture mancano i rifornimenti per la Rivalta e l’organizzazione del lavoro è sconvolta. Questo è il primo risultato della nostra lotta. Adesso inizia una settimana decisiva.

Cosa fa il padrone? Contro la nostra organizzazione di lotta il padrone cerca di imporci con la complicità dei sindacati la partecipazione e il consenso allo sfruttamento. Questo è in sostanza il significato del delegato di linea. Contro l’interesse operaio a generalizzare in questo momento la lotta vuole o separarci dal resto della classe operaia italiana con un contratto Fiat come nel ’62 oppure che è lo stesso ingabbiarci con un acconto sul contratto futuro. Cosa fa il sindacato? Tenta di chiudere le lotte nelle singole officine viene in fabbrica a dirci cosa propone il padrone porta le sue proposte al padrone le contratta sulla nostra pelle e ignora la nostra volontà e i nostri obiettivi.

Cosa vogliamo noi operai? Alle Fonderie Mirafiori Nord e Sud lo abbiamo detto e ridetto con scioperi totali. Vogliamo 200 lire ora in piú sulla paga base o parità salariale con i siderurgici. Il che vuol dire 30.000 lire al mese in piú sulla paga base e non la miseria che ha offerto il padrone. Alle linee vogliamo 50 lire in piú sulla paga base. Seconda categoria per tutti gli operai dopo sei mesi di lavoro in fabbrica. Tutto questo lo vogliamo subito. Tutto questo non è contrattabile. Tutto questo non è un anticipo sui contratti. Non vogliamo i ritmi del padrone. Al padrone e ai sindacati diciamo: Il delegato di linea non ci serve. Quello che ci serve è l’assemblea dei reparti e i comitati d’officina con cui organizzare la lotta permanente contro il padrone i suoi ritmi i suoi servi. Organizziamoci diventiamo tutti delegati. Operai quando lottiamo il padrone è debole questo è il momento di attaccare. Officina per officina bisogna organizzare e generalizzare la nostra lotta.

Martedí 10 giugno: La politica sindacale di dividere gli operai concedendo a alcuni la categoria e dando aumenti differenziati ottiene i primi risultati. Infatti la lotta alle Fonderie finisce e gli operai riprendono il lavoro. Le linee meccaniche proseguono lo sciopero per due ore. Intanto alcuni operai delle Carrozzerie dell’officina 54 si stanno riorganizzando e chiedono ai compagni che intervengono alle porte di fare un volantino in cui elencare le richieste da presentare il giorno dopo. Anche gli operai dell’officina 25 lavori a caldo forni chiedono un volantino per il giorno dopo.

Mercoledí 11 giugno: Gli operai dell’officina 54 turno del pomeriggio hanno deciso che se entro venerdí non avranno una risposta alle loro richieste entreranno in sciopero. La tendenza a organizzarsi autonomamente rinunciando alla utilizzazione del tramite sindacale per trattare con il padrone si allarga. Ci sono infatti richieste di volantini dagli operai dell’officina 13 officina 85 nuovi settori dell’officina 14 e linee di Carrozzerie e operai delle Fonderie. Conseguentemente la politica repressiva della Fiat si accentua. Nella giornata di ieri due licenziamenti all’officina 13. Oggi gli operai hanno trovato seimila lire in meno come minimo nella busta paga trattenute per le ore di sciopero.

Operai delle Fonderie: Il padrone è in crisi. La produzione ridotta alla metà è ancora sconvolta dall’iniziativa degli operai che si sono stufati di aspettare le scadenze che il padrone si prepara a affrontare. Se la lotta alle Fonderie fosse durata ancora qualche giorno si sarebbe bloccata la produzione in interi settori della Fiat Meccaniche e Rivalta. Stavolta però il padrone aveva scorte sufficienti perché altrove si produceva a ritmo ridotto e cosí ha potuto resistere piú a lungo degli operai. Ma comunque la nostra lotta a prescindere dai magri risultati ha dato al padrone la misura della nostra forza. Da questa forza bisogna partire per piegare definitivamente il padrone. Sta di fatto che qui alle Fonderie dove la lotta è stata più dura e l’unità degli operai ha resistito piú a lungo il padrone si è rassegnato a concedere aumenti. Anche se differenziati e molto al di sotto delle nostre richieste. Questo invece non è avvenuto alle linee dove pure gli operai avevano fatto richieste salariali.

Ma quali aumenti ha concesso il padrone? Le nostre richieste erano: 200 lire in piú sulla paga base o la parità salariale e normativa colla siderurgia cioè 30.000 in piú in busta. Questo perché il lavoro è duro e nocivo e noi non siamo bestie da farlo gratis. Queste richieste il sindacato si è rifiutato di portarle avanti mentre ci è venuto a sbandierare le offerte della direzione. Gli aumenti del padrone non riguardano la paga base ma quella di posto. Questo significa che qualunque trasferimento può far perdere questi vantaggi e sappiamo bene che possibilità ha il padrone di trasferirci da un posto all’altro. Le 200 lire sono uguali per tutti perché uniscono gli operai nella lotta e tolgono al padrone la possibilità di discriminazione che usa contro di noi.

Invece le offerte della direzione che il sindacato ci ha illustrato cosí bene nell’ultimo volantino sono divise e discriminante per categorie. Fatte apposta per fare abbandonare la lotta uno dopo l’altro agli operai piú avvantaggiati. E’ inutile quindi che ce la pigliamo uno con l’altro perché questo è quello che vuole il padrone per scoraggiare i nostri tentativi di organizzazione. Perché compagni questa è la grossa conquista di questa lotta al di là delle misere lirette del padrone. Per la prima volta siamo; riusciti a organizzare e condurre la lotta con obiettivi nostri nel momento deciso da noi. Ma questo non è sufficiente l’isolamento delle nostre lotte voluto dal sindacato ha costretto gli operai delle Fonderie a subire per intero il peso dello sciopero quando in tutta Mirafiori gli operai volevano lottare.

Ora l’abbiamo capito l’organizzazione che ci siamo dati ci ha consentito di condurre la lotta nell’officina ma non ci ha permesso di superare l’isolamento in cui commissione interna e sindacato ci hanno tenuti: Rifiutandosi di portare avanti le nostre richieste. Separando la lotta delle Fonderie Nord da quella delle Fonderie Sud. Non informando gli operai delle altre sezioni Fiat. Ma i motivi per cui ci siamo mossi rimangono in piedi. Come siamo riusciti a organizzarci nella officina cosí bisogna sapersi organizzare in tutta Mirafiori. Come? Solo organizzandoci con gli operai di altre officine potremo organizzare lotte con il minimo di danno per noi e con il massimo danno per il padrone. Solo facendo sentire tutta la nostra forza organizzata costringeremo il padrone a mollare.

Giovedí 12 giugno: A Mirafiori continua l’autolimitazione della produzione degli operai dell’officina 13. Alle linee alla 850 alla 124 alla 125 spesso mancano le portiere. In questo momento la direzione ha troppa paura per fare rappresaglie massicce. Però cerca di colpire singoli operai nei punti piú avanzati della lotta licenziandoli o trasferendoli. Spera cosí di spaventare tutti gli altri. Ma questo gioco non deve passare. Bisogna anzitutto rispondere colpo per colpo bloccando il lavoro appena un compagno viene colpito. L’arma piú potente per rendere inefficace la repressione è proprio l’unità e il collegamento degli operai tra di loro. La lotta degli operai Fiat si estende da Mirafiori, a altri stabilimenti. Grandi Motori di Settimo gruisti e imbragatori. Grandi Motori Centro reparti P e B. Sima sbavatori. Spa Centro reparto 3.

Tutti gli operai della Fiat Mirafiori che sono scesi in sciopero in questi giorni hanno chiesto: Aumenti salariali. Anche le richieste di passaggi di categoria volevano dire: Piú salario. E lo stesso vale per gli aumenti su altre parti della paga. Ma tutte queste richieste avevano una caratteristica precisa gli aumenti erano chiesti uguali per tutti e i passaggi di categoria automatici per tutti. Anche gli scatti sulle altre voci tendevano a essere uguali per tutti. Questo significa una cosa fondamentale: Vogliamo arrivare a un salario uguale per tutti. Gli operai infatti si sono resi conto che differenze salariali superminimi categorie paghe di posto eccetera sono uno strumento del padrone per dividere gli operai.

Infatti il padrone per evitare di perdere altri miliardi di produzione si è servito proprio degli aumenti differenziati per fare cessare le lotte. Ha concesso passaggi di categoria a alcuni operai e non a altri esempio concessione di capolavori alle linee e passaggi alle Ausiliarie. Ha concesso aumenti salariali differenziati esempio capimacchina e addetti ai magli alle Fonderie. E in genere sulla parte del salario che serve a far produrre di piú o a far accettare la nocività come cottimo alle Presse o paga di posto alle Fonderie. I sindacati hanno rifiutato di farsi portavoce delle richieste operaie di aumenti e passaggi subito e uguali per tutti.

Essi rimangono fedeli al principio che gli aumenti sulla paga base si fanno solo una volta ogni tre anni alle scadenze contrattuali. Essi accettano una serie di elementi di divisione che il padrone introduce attraverso il salario le categorie la differenziazione tra officine e reparti diversi. Per questo hanno spezzettato la richiesta generale degli operai dividendo la lotta e creando confusione tra gli operai. Ma gli operai vogliono arrivare a un salario uguale per tutti. Perché elimina le divisioni e unifica le lotte. Perché ormai all’interno della fabbrica ognuno è indispensabile tanto il tecnico come l’operaio lo specializzato come l’addetto macchina e alle linee o il manovale. Perché tutti siamo ormai capaci di fare tutto. Perché la vita costa uguale per tutti.

Quindi non ha nessun senso che l’impiegato sia pagato al stipendio pieno quando è in mutua mentre l’operaio ci rimette una parte del salario. Non ha nessun senso che l’impiegato abbia 4 settimane di ferie e 40 ore mentre l’operaio ha tre settimane e lavora 44 ore. Non ha nessun senso che alcuni operai siano pagati di piú e altri di meno. Per questo noi operai della Mirafiori non ci accontentiamo dei delegati o degli aumenti differenziati di poche lire ma diciamo: La lotta continua. Alla nostra lotta si affiancano le lotte degli operai della Spa Centro con un corteo di 1.000 operai nei reparti della Grandi Motori della Spa Stura e stanno per unirsi gli operai della Lingotto.

Lunedí 16 giugno: All’officina 54 alle ore 17 si ferma la linea della 124 125 125 special. Accorrono capi reparto capi officina direttori Fiat e tentano di convincerli a riprendere il lavoro. Arrivano anche i membri di commissione interna che dicono che entro mercoledí daranno una risposta. Questa volta però la risposta degli operai cambia e dicono: Mentre voi discutete noi ci fermiamo e facciamo sciopero. Nell’intervallo del dopocena si unisce anche la linea della 850 bloccando totalmente la produzione dell’officina 84. I capi domandano perché c’è sciopero e gli operai rispondono: Lo sapete bene perché. A questo punto i capi tentano di far fare agli operai della 850 22 scocche che erano rimaste prendendo a pretesto il fatto che arrugginiscono. Gli operai si rifiutano costringendo i capi a mettersi alle linee per fare loro le scocche.

Sembra che domani ripartano gli operai delle officine 1 e 3 delle Medie e Grandi Presse e anche l’officina 85 trasporto delle vetture. Alle 18 gli operai di questa officina che guidano le vetture finite dalle linee ai mezzi di trasporto passeranno per avere una risposta dai sindacati. Se i sindacati risponderanno negativamente alle loro richieste riguardanti la categoria e l’essere considerati come autisti mentre la direzione li considera come addetti al trasporto materiali domani scenderanno in lotta e spingeranno a mano le vetture invece di guidarle. Questo potrebbe provocare il blocco delle linee perché il numero delle vetture che può contenere il piazzale viene saturato nel giro di mezz’ora. Continua intanto l’occupazione del municipio di Nichelino. In queste quattro settimane la Fiat ha perso produzione per decine di miliardi di lire e continua a perderne. Anche in questi ultimi giorni Mirafiori ha prodotto normale in solo il cinquanta per cento della produzione tonnellate.

Martedí 17 giugno: La lotta alla Mirafiori ha raggiunto il suo punto piú alto e entusiasmante. Di fronte al proseguimento i a tutta la produzione dello sciopero del secondo turno che blocca ne delle linee la Fiat ha giocato una carta nuova. I padroni hanno capito che gli operai non sanno piú che farsene dei sindacati. Sono stati costretti perciò a chiamare direttamente gli operai in lotta a trattare. Dopo essersi consultati con i sindacati propongono agli scioperanti di mandare alcuni rappresentanti all’Unione Industriali. Si illudono abituati come sono a fare e disfare di imbrogliare gli operai con quattro chiacchiere. Lí gli offrono 17 Ere e per giunta non per tutti e su voci diverse del salario. Ma gli operai non si lasciano comprare per quattro soldi.

E allora i signori padroni cosí educati e eleganti si sono lasciati scappare le ingiurie piú volgari nei confronti degli operai. Voi terroni meridionali sporchi fino a ieri eravate a zappare e oggi vi permettete di alzare la testa. A questi insulti gli operai hanno subito risposto per le rime e soprattutto rientrati in fabbrica hanno dato la risposta che conta di piú l’intensificazione e l’inasprimento della lotta. Un corteo di migliaia di operai ha bloccato ogni angolo della fabbrica compresi i posti delle donne. Al grido di: Fuori fuori bloccano quel poco di lavoro che ancora continuava. Si fermano cosí la linea della 125 special e infine anche e di nuovo la 500. La Fiat è in ginocchio. In questa scomoda posizione tenta un’ultima carta. I dodici operai che erano andati all’Unione Industriali sono chiamati da soli senza i sindacati che ormai sono fuori gioco nell’ufficio di Marciano il vicedirettore della Mirafiori.

Questo li invita a fare opera di convincimento presso i loro compagni in sciopero perché riprendano il lavoro perché fa capire potrebbero essere presi provvedimenti gravi. Se entro stasera non vi decidete dice qui salta tutto e se si va avanti cosí saremo costretti a sospendere della gente. Se voi sospendete anche uno solo degli operai in sciopero rispondono i dodici tutta la fabbrica intensificherà la lotta. Su queste basi la Fiat non è disposta a trattare dice duro Marciano. E noi non siamo disposti a lavorare. E così infatti avviene. Il secondo turno delle linee esce di fabbrica alle 11 di sera senza piú avere toccato un pezzo. Ai cancelli la tensione è tale che Torino sembra dovere esplodere. Non c’è in giro un solo sindacalista.

Mercoledí 18 giugno: Alle sei di mattina gli operai del primo turno dell’officina 54 rientrando in fabbrica vengono a sapere quanto è successo il giorno prima della meravigliosa lotta che i loro compagni del secondo turno hanno continuato e anzi allargato. Ieri abbiamo scioperato a singhiozzo dicono oggi sciopereremo a valanga. E cosí avviene. Da una linea di montaggio della 124 esce una sola vettura da un’altra tre quattro automobili. Le linee della 500 dopo aver viaggiato a ritmo ridotto anch’esse si fermano definitivamente. Tutti e due i turni sono ora in sciopero tutte le linee ferme. Alle 13,30 gli operai del primo turno escono dalla fabbrica col pugno alzato. E sono accolti con lo stesso saluto dai compagni del secondo turno che rientrano in fabbrica e che hanno lanciato lo sciopero alla Mirafiori.

Gli operai del secondo turno continuano lo sciopero compatti. La Fiat tenta di farli lavorare facendo girare le linee a vuoto. Ma dopo poco è chiaro anche al padrone che della sua manovra gli operai si fanno beffe e ferma le linee. Dall’officina 54 parte subito un corteo interno e blocca le officine 52 53 55 56. Dalle linee non esce una sola vettura per tutto il pomeriggio. Con lo sciopero delle linee di montaggio completamente in mano operaia il corteo si dirige verso la palazzina della direzione. Qua trovano i sindacalisti che tentano di negare tutto quello che hanno detto nei giorni scorsi contro lo sciopero operaio. Non sono piú ascoltati. Il corteo si dirige verso le porte dove blocca l’uscita dei camion. E infine rientra alle linee dove alcuni operai prendono la parola davanti a assemblee che si formano un po’ dappertutto.

Giovedí 19 giugno: Compagni operai di Rivalta ieri all’officina 72 gli operai hanno sospeso il lavoro per un’ora. La richiesta di tute era solo un pretesto la realtà è che gli operai hanno protestato contro lo sfruttamento e le condizioni di vita bestiali dentro e fuori la fabbrica. Dentro perché il padrone continua a tagliare i tempi e a rendere il lavoro sempre piú insopportabile. Con ritmi che fanno sputare il sangue senza neanche il tempo di mangiare e di andare al cesso. Fuori perché i salari di fame non bastano piú a pagare fitti sempre piú cari e non permettono agli operai l’indispensabile per vivere. Cosí gli operai sono costretti a vivere in otto persone in una camera o sulle panchine della stazione. Perciò gli operai della Fiat hanno fame di soldi e vogliono lavorare meno.

Rivalta è la punta piú avanzata dello sviluppo tecnologico il modello dell’automazione il gioiello del padrone. Qui sono state trasferite tutte le catene di montaggio delle vetture speciali. Qui si produce la 128 e la 130 gli ultimi modelli Fiat. La Fiat usa oggi Rivalta per rifarsi almeno in parte dei danni sempre piú gravi che le porta la lotta di Mirafiori. Cerca di spremere gli operai chiedendo ogni giorno aumenti di produzione tirando al massimo della resistenza degli operai. La 128 fa quattro vetture in piú al giorno. Ma l’officina 72 ha segnato l’inizio della lotta. Il padrone ha cercato di prevenirla concedendo generosamente qualche qualifica perché ha paura che la lotta di Mirafiori diventi la lotta di tutta la Fiat. E noi sappiamo che tutta la Fiat in lotta significa battere il padrone sugli obiettivi scelti e organizzati dagli operai officina per officina.

Venerdí 20 giugno: Compagni operai per il quarto giorno il secondo turno delle Carrozzerie ha fermato tutta la produzione. I cortei degli operai hanno bloccato ogni tentativo di far riprendere il lavoro. Anche il primo turno ha continuato la lotta. Mercoledí in tutta la giornata sono uscite solo 30 vetture su piú di 400 della produzione normale prima della lotta. Anche ieri la produzione è stata drasticamente ridotta. Ma questo non basta. Gli operai del primo turno devono raggiungere la forza dei loro compagni del secondo turno. Ogni differenza nella compattezza con cui la lotta si sviluppa permette ai padroni e ai loro ruffiani di metterci gli uni contro gli altri. Per distruggere alle radici ogni pericolo non c’è che una risposta l’unità nella lotta.

Tutta la produzione deve essere bloccata. In questo mese abbiamo scoperto di avere una forza straordinaria basta che un’officina si fermi per bloccare tutta la fabbrica. L’organizzazione cresce e si collega in tutte le officine e permette di utilizzare fino in fondo quest’arma formidabile. Questo vuole dire che se oggi all’officina 54 pomiciatura e verniciatura spetta il compito di portare avanti la lotta altre officine sono pronte a dare il cambio e debbono farlo al piú presto senza aspettare che si esaurisca la lotta alla 54. Molti operai oggi hanno intenzione di appoggiare con una sottoscrizione i compagni della 54 che sopportano tutto il peso dello sciopero. E’, giusto ma non è sufficiente. Bisogna prepararci a prendere il nostro posto nella lotta in tutte le officine. Incontriamoci subito con gli operai della 54 e coordiniamo gli scioperi. In questo modo la lotta non potrà piú essere fermata.

Oggi i sindacati che non circolano tranquilli davanti ai cancelli hanno il permesso del padrone di venire a dare volantini all’interno della fabbrica e di diffondere false notizie. Ecco che vuole dire il sindacato in fabbrica. Ieri ci hanno raccontato che hanno ottenuto 12 lire. Ma noi abbiamo chiesto: 50 lire sulla paga base uguali per tutti. Passaggi di categoria per tutti. Pausa per tutti senza recupero della produzione.

L’officina 85 continua la lotta. Ieri sono entrati in azione gli operai di Rivalta e hanno fermato la linea della 128. Alla nostra azione si è unito da due giorni anche lo sciopero dei tecnici del controllo elettronico e meccanografico. E’ un movimento di lotta formidabile. E’ questo che fa paura alla radio e ai giornali dalla Stampa che tace o dice poco all’Unità che racconta menzogne. Per collegarci informarci discutere e decidere sullo sviluppo della lotta assemblea di tutti gli operai sabato 21 giugno alle ore 16 al Palazzo Nuovo dell’Università.

Sabato 21 giugno: A Mirafiori oltre alle officine 54 85 13 in lotta stanno partendo anche le officine 25 e 33. A Rivalta cominciano le fermate. Anche alla Lingotto ci sono state fermate che preannunciano una lotta piú vasta. Alla Spa Stura, le officine 29 e 25 hanno fatto due ore di fermata per tutta la settimana. A Mirafiori alle linee gli operai delle altre officine devono dare il cambio a quelli della 54 entrando in lotta. Dove sono state presentate delle richieste non bisogna aspettare i continui rinvii della direzione ma scendere subito in lotta. Nelle Meccaniche molti dicono che non conviene lottare perché la Fiat ha accumulato grandi scorte. Invece lo sciopero danneggerebbe comunque la produzione a Rivalta e alla Lingotto.

Lunedí 23 giugno: Da una settimana noi operai dell’85 siamo in lotta nelle forme che abbiamo ritenuto migliori per noi e più dannose per Agnelli con una richiesta ben precisa la seconda categoria per tutti come già i compagni della 54. Le linee per il momento hanno ripreso il lavoro ma la richiesta della seconda per tutti continuiamo a portarla avanti. Finché anche le linee non sono bloccate si ignorano le nostre richieste. Ora da sei sono passati a offrire settanta categorie. Anche qui cercano di dividerci cercando di comprare qualcuno con le promesse. Sia chiaro che noi non intendiamo contrattare la nostra richiesta. Anche ieri hanno tentato di fare lavorare i comandati in realtà sono dei veri e propri crumiri e questo ha suscitato la nostra giusta reazione. Alla Sud li abbiamo fatti scappare. Alla Nord abbiamo fermato totalmente il lavoro intasando le linee dalla 21 alla 23. Ricordiamo tutti: La lotta continua. O la seconda per tutti o blocchiamo i piazzali.

Martedí 24 giugno: Tutta l’officina 25 è bloccata tutti i tre turni scioperano per otto ore. Vogliamo dare alcuni avvertimenti ai nostri dirigenti: Sono inutili le vostre pressioni per farci scaricare i forni è inutile che ci ricordate il valore dei pezzi che sono nei forni. Se li avete voluti caricare la colpa è vostra perché sapevate che gli operai del primo turno volevano scioperare. Voi però non credevate alla nostra forza e cosí lo sciopero vi ha colti di sorpresa. Se ora volete che le Fonderie funzionino e volete evitare danni non avete che da pagare. Le lettere di minaccia che avete dato agli operai del primo turno sono una provocazione che non fa paura a nessuno. Operai della 25 ora il coltello dalla parte del manico l’abbiamo noi. Il nostro sciopero ha conseguenze dirette su tutta la produzione Fiat. Già ieri dopo otto ore di sciopero la Meccanica era m difficoltà. Adesso cominciano a mancare i pezzi per Rivalta e Spa Stura e l’Autobianchi di Milano. Continuiamo la lotta.

Mercoledí 25 giugno: Alla Mirafiori oggi sono le preparazioni della 52 e 53 a bloccare tutta la produzione dando il cambio alla 54. Sciopero in tutti e due i turni. Un corteo ferma tutta la produzione. Abbiamo visto i capisquadra mettersi a lavorare. Il record tocca al caposquadra Bruno della 52 che ha fatto da solo 13 scocche. La 25 continua lo sciopero compatto di 8 ore per turno. Al reparto 42 dell’officina 4 Fonderie 4 ore di sciopero. Continua l’autolimitazione dell’officina 16. Fermata all’officina 51. Fermate alla Lingotto alla Materferro e a Carmagnola. A Rivalta è scoppiata la lotta. Al primo turno sciopero interno di 2 ore all’officina 64. Fermata alla 72 verniciatura della 128. Fermata alla 75 e alla 76 linea della 128. Al secondo turno sciopero interno dalle nove meno un quarto alla fine. All’officina 64 tre squadre. Fermata di un’ora a due linee della revisione della 128 e di mezz’ora di tre giostre dei montanti della 128 all’officina 72. La situazione ormai è esplosa e il padrone non riesce piú a controllarla.

Giovedí 26: Cinque settimane di sciopero interno fatto da poche officine alla volta ha fatto perdere alla Fiat piú di 30.000 automobili pari a un valore di circa 40 miliardi. La produzione è piú che dimezzata. Alcuni modelli di vettura arrivano ai punti terminali con parti mancanti. Le esportazioni sono bloccate. Per questo direzione e sindacati sono arrivati a un accordo globale che dovrebbe riguardare 60.000 operai. L’accordo concede aumenti differenziati da 5 a 84 lire su voci diverse dalla paga base. Ma a quanti toccheranno 5 e a quanti 84 lire? Ma gli operai chiedono cento lire di aumento uguale per tutti. L’accordo mantiene la differenza tra le categorie anzi ne aggiunge una nuova la terza super. Ma gli operai chiedono la seconda per tutti, come primo passo per fare sparire le categorie. Differenze di salarlo e categorie sono sempre uno strumento di divisione degli operai nelle mani del padrone. La lotta continua perché le rivendicazioni degli operai non sono state soddisfatte.

Officina 85 lo sciopero continua per 8 ore. Officina 52 e 53 preparazione linee carrozzerie 8 ore di sciopero con corteo interno primo e secondo turno. Ferme tutte le linee per mancanza di materiali. 700 vetture montate senza blocco motore dovranno essere smontate e rimesse in linea. Officina 4 Fonderie 4 ore di sciopero. Officina 13 continua l’autolimitazione della produzione. Officina 26 Meccaniche fermata di 2 ore della linea di montaggio motori a causa della mancanza di pezzi per lo sciopero dell’officina 25. Officina 25 sciopero di 8 ore sui tre turni con picchetti operai intorno ai pezzi finiti perché la direzione tenta di rubarli. Lingotto fermata di 15 minuti all’officina 10. Gli operai di Rivalta dicono no all’accordo bidone delle 17 lire. Al primo turno gli operai bloccano tre linee 124 500 850 per un’ora senza che i capi e la commissione interna riescano a fermarli. Al secondo turno tutta l’officina 64 si ferma per 4 ore la linea della 128 per un’ora sola. Fermate a Spa Stura Grandi Motori Carmagnola. Sono ormai ferme anche molte fabbriche fornitrici.

Venerdí 27 giugno: Operai delle officine 23 24 25 26 28 41 la Fiat ha licenziato in tronco 12 nostri compagni dell’officina 25 che lottavano autonomamente per aumenti salariali di 50 lire uguali per tutti e per la seconda categoria. La Fiat ha licenziato questi operai per stroncare la lotta della 25 che aveva ormai paralizzato tutta la Meccanica e per dimostrare che è pericoloso lottare senza sindacato. Gli operai della 25 respingono questo infame ricatto e rispondono continuando la lotta. Aggiungono inoltre alle richieste già presentate la condizione prioritaria del ritiro immediato dei provvedimenti di licenziamento. Gli operai della 25 chiedono inoltre ai compagni della 23 24 26 28 41 di rispondere immediatamente alla provocatoria azione della Fiat con fermate assemblee in refettorio richieste scritte alla direzione perché ritiri i licenziamenti cortei fino all’ingresso della 25 collette per sostenere le lotte e i compagni licenziati.

Sabato 28 giugno: A Mirafiori la produzione è bloccata. A Rivalta molti reparti sono fermi per lo sciopero dell’officina 25 di Mirafiori e la 64 della Rivalta stessa. Continua lo sciopero a Carmagnola. Alla Lingotto le fermate si succedono con sempre maggiore intensità. La lotta va oltre Torino. Alla Fiat di Modena. Le notizie giungono tramite i volantini introdotti nelle casse d’imballaggio dei motori dagli operai di Torino. Alla Fiat di Pisa. Alla Fiat di Napoli. Alla Fiat di Firenze. Alla Fiat di Trieste. Alla Piaggio di Pontedera. Dovunque con le stesse forme e gli stessi obiettivi. Lo sciopero Fiat tocca anche tutte le ditte fornitrici. Lo scontro si fa sempre piú duro. L’organizzazione operaia si fa sempre piú forte. Il padrone risponde con un accordo bidone che è stato rifiutato. Risponde con i licenziamenti senza che i sindacati muovano un dito: Altri due licenziati all’Alluminio Carmagnola. Risponde con intimidazioni: Ordine della direzione ai capi di distribuire ammonizioni e sospensioni per potere poi licenziare con la giusta causa.

Agnelli risponde con lo squadrismo. Ieri sera una squadraccia assoldata ha picchiato a sangue il compagno Emilio davanti alla porta 5 a Rivalta dove dava i volantini. In cinque l’hanno percosso brutalmente l’hanno fatto rotolare in mezzo alla strada hanno cercato di buttarlo sotto le macchine che passavano. Ma il malcontento operaio la volontà di lottare a fondo contro i padroni cresce tra tutti gli operai di Torino. Per cercare di recuperare questa spinta alla lotta i sindacati indicono per giovedí 3 luglio uno sciopero generale per il blocco degli affitti. Sabato 28 giugno pomeriggio alle ore 16,30 assemblea generale al Palazzo Nuovo dell’Università via S. Ottavio angolo corso S. Maurizio sotto la Mole vicino a piazza Vittorio.

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