MO TE LO DICO 18: insurrection as an art, in ita pure ; mo te lo dico da 18 a 1….

Written: September 13-14, 1917

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Having recognised the absolute necessity for an insurrection of the workers of Petrograd and Moscow in order to save the revolution and to save Russia from a “separate” partition by the imperialists of both groups, we must first adapt our political tactics at the Conference to the conditions of the growing insurrection; secondly, we must show that it is not only in words that we accept Marx’s idea that insurrection must be treated as an art.

At the Conference we must immediately cement the Bolshevik group, without striving after numbers, and without fearing to leave the waverers in the waverers’ camp. They are more useful to the cause of the revolution there than in the camp of the resolute and devoted fighters.

We must draw up a brief declaration from the Bolsheviks, emphasising in no uncertain manner the irrelevance of long speeches and of “speeches” in general, the necessity for immediate action to save the revolution, the absolute necessity for a complete break with the bourgeoisie, for the removal of the present government, in its entirety, for a complete rupture with the Anglo-French imperialists, who are preparing a “separate” partition of Russia, and for the immediate transfer of all power to revolutionary democrats, headed by the revolutionary proletariat.

Our declaration must give the briefest and most trenchant formulation of this conclusion in connection with the programme proposals of peace for the peoples, land for the peasants, confiscation of scandalous profits, and a check on the scandalous sabotage of production by the capitalists.

The briefer and more trenchant the declaration, the better. Only two other highly important points must be clearly indicated in it, namely, that the people are worn out by the vacillations, that they are fed up with the irresolution of the Socialist-Revolutionaries and Mensheviks; and that we are definitely breaking with these parties because they have betrayed the revolution.

And another thing. By immediately proposing a peace without annexations, by immediately breaking with the Allied imperialists and with all imperialists, either we shall at once obtain an armistice, or the entire revolutionary proletariat will rally to the defence of the country, and a really just, really revolutionary war will then be waged by revolutionary democrats under the leadership of the proletariat.

Having read this declaration, and having appealed for decisions and not talk, for action and not resolution-writing, we must dispatch our entire group to the factories and the barracks. Their place is there, the pulse of life is there, there’s the source of salvation for our revolution, and there is he motive force of the Democratic Conference.

There, in ardent and impassioned speeches, we must explain our programme and put the alternative: either the Conference adopts it in its entirety, or else insurrection. There is no middle course. Delay is impossible. The revolution is lying.

By putting the question in this way, by concentrating our entire group in the factories and barracks, we shall be able to determine the right moment to start the insurrection.

In order to treat insurrection in a Marxist way, i.e., as an art, we must at the same time, without losing a single moment, organise a headquarters of the insurgent detachments, distribute our forces, move the reliable regiments to the most important points, surround the Alexandriusky Theatre, occupy the Peter and Paul Fortress,1′ arrest the General Staff and the government, and move against the officer cadets and the Savage Division12 those detachments which would rather die than allow the enemy to approach the strategic points of the city. We must mobilise the armed workers and call them to fight the last desperate fight, occupy the telegraph and the telephone exchange at once, move our insurrection headquarters to the central telephone exchange and connect it by telephone with all the factories, all the regiments, all the points of armed fighting, etc.

Of course, this is all by way of example, only to illustrate the fact that at the present moment it is impossible to remain loyal to Marxism, to remain loyal to the revolution unless insurrection is treated as an art.

N. Lenin

https://www.marxists.org/archive/lenin/works/1917/sep/13.htm

L’insurrezione è un’arte

Vladimir Lenin (1917)


Settembre 1917


Cosciente della necessità assoluta dell’insurrezione degli operai di Pietrogrado e di Mosca per salvare la rivoluzione e la Russia, minacciata da una spartizione “separata” fra gli imperialisti delle due coalizioni, dobbiamo dapprima alla Conferenza adattare la nostra tattica politica alle condizioni dell’insurrezione che sale, e in secondo luogo provare che non solo a parole noi accettiamo l’idea di Marx sulla necessità di considerare l’insurrezione come un’arte.

Alla Conferenza dobbiamo per prima cosa rendere coesa la frazione bolscevica, senza correre dietro al numero, senza temere di lasciare gli esitanti nel campo degli esitanti: “là” saranno più utili alla causa della rivoluzione che non nel campo dei combattenti risoluti e devoti.

Dobbiamo redigere una breve dichiarazione a nome dei bolscevichi, sottolineando nel modo più reciso l’inopportunità dei lunghi discorsi, e dei “discorsi” in generale; la necessità di un’azione immediata per la salvezza della rivoluzione; la necessità assoluta di una rottura completa con la borghesia, della destituzione di tutto il governo attuale, senza alcuna eccezione per nessuno, di una rottura completa con gli imperialisti franco-inglesi che preparano una spartizione “separata” della Russia, e infine la necessità del passaggio immediato di tutto il potere nelle mani di una democrazia rivoluzionaria diretta dal proletariato rivoluzionario.

La nostra dichiarazione deve formulare questa conclusione nel modo più breve e più reciso, in connessione col nostro progetto di programma: la pace ai popoli, la terra ai contadini, confisca dei profitti scandalosi dei capitalisti, repressione dello scandaloso sabotaggio della produzione perpetrato dai capitalisti.

Più la dichiarazione sarà breve e recisa, meglio sarà. Vi si dovranno soltanto indicare chiaramente altri due punti di grandissima importanza: il popolo è stanco fino all’esaurimento delle esitazioni, il popolo tormentato dalle indecisioni dei socialrivoluzionari e dei menscevichi; noi rompiamo definitivamente con questi partiti perchè essi hanno tradito la rivoluzione.

Altro punto: proponendo immediatamente una pace senza annessioni, rompendo senza indugio con gli imperialisti alleati con tutti gli imperialisti in generale, o noi otterremo immediatamente un armistizio, o tutto il proletariato rivoluzionario sarà per la difesa nazionale, e, sotto la sua direzione, la democrazia rivoluzionaria farà una guerra veramente giusta, veramente rivoluzionaria.

Dopo aver letto la nostra dichiarazione, dopo aver invitato A decidere e non a parlare, ad agire e non a stendere risoluzioni, dobbiamo lanciare tutta la nostra frazione nelle officine, nelle caserme: là è il suo posto, là è il nervo della vita, là è la sorgente della salvezza della rivoluzione, là è il motore della Conferenza democratica.

Con discorsi ardenti, appassionati, dobbiamo ivi spiegare il nostro programma, ponendo la questione in questi termini:o accettazione completa di questo programma da parte della Conferenza o insurrezione. Non c’è via di mezzo. È impossibile attendere. La rivoluzione è in pericolo.

Posta la questione in questi termini, centrata l’attività di tutta la nostra frazione nelle officine e nelle caserme, sceglieremo il momento propizio per l’insurrezione.

Per considerare l’insurrezione come la devono considerare i marxisti, cioè come un’arte, dobbiamo, al tempo stesso, senza perdere un istante, organizzare uno Stato Maggiore delle squadre insurrezionali, ripartire le nostre forze, inviare i reggimenti sicuri nei punti più importanti, circondare Aleksandrinka, occupare Pietropavlovka, arrestare lo Stato Maggiore generale e il governo. mandare contro gli “junker” e contro la divisione selvaggia delle squadre pronte a sacrificare la loro vita piuttosto che lasciare avanzare il nemico verso il centro della città, mobilitare gli operai armati, chiamarli ad un’ultima accanita battaglia, occupare immediatamente il telefono e il telegrafo, installare il nostro Stato Maggiore insurrezionale nella centrale telefonica, collegarla per telefono con tutte le officine, con tutti i reggimenti, con tutti i punti dove si svolgerà la lotta armata, ecc.

Tutto ciò è naturalmente approssimativo, detto solo per dimostrare che in questo momento non si può rimaner fedeli ai marxismo e alla rivoluzione senza considerare l’insurrezione come un’arte.

https://www.marxists.org/italiano/lenin/1917/9/insurre.htm

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