LEGGENDO “LE NOTE” DI ANNA KAMIEŃSKA
Leggendole mi sono accorto di quanto lei era ricca ed io povero.
Ricca di amore e sofferenza, di pianto, di sogni e preghiere.
E’ vissuta tra i suoi, persone semplici che si confortavano a vicenda,
Uniti da quel patto che tra i vivi e i morti si rinnova sulle tombe.
La rallegravano erbe, rose selvatiche, pini, campi di patate
E il profumo della terra a lei noto fin dalla giovinezza.
Come poetessa non era un granché. Ma va bene così.
Un uomo buono non impara mai i giochi astuti dell’arte
Czesław Miłosz
FUCINA
Mi piaceva il mantice mosso da una corda.
Forse da mano, forse da pedale, non ricordo.
Ma questo soffiare, questo avvampare del fuoco!
E un pezzo di ferro sulla fiamma, tenuto da pinze,
Rosso, già molle, pronto per l’incudine,
Battuto da martello, curvato a ferro di cavallo,
Messo in un catino d’acqua, un getto di vapore.
Legati i cavalli che saranno ferrati,
Agitano le criniere e sul prato vicino al fiume
I vomeri, le slitte, gli erpici per essere riparati.
All’uscio, scalzo, sentendo la terra battuta col piede nudo.
Vampate di calore e alle mie spalle nembi.
Guardo e guardo. A questo ero chiamato:
A lodare le cose perché sono.
Czesław Miłosz