Nobel Prize Gabriela Mistral : Memoria Chilena pdf e poemas pdf

Nobel Prize Gabriela Mistral : Memoria Chilena pdf e poemas

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The Nobel Prize in Literature 1945
Gabriela Mistral

Gabriela Mistral – Biographical

Gabriela Mistral (1889-1957), pseudonym for Lucila Godoy y Alcayaga, was born in Vicuña, Chile. The daughter of a dilettante poet, she began to write poetry as a village schoolteacher after a passionate romance with a railway employee who committed suicide. She taught elementary and secondary school for many years until her poetry made her famous. She played an important role in the educational systems of Mexico and Chile, was active in cultural committees of the League of Nations, and was Chilean consul in Naples, Madrid, and Lisbon. She held honorary degrees from the Universities of Florence and Guatemala and was an honorary member of various cultural societies in Chile as well as in the United States, Spain, and Cuba. She taught Spanish literature in the United States at Columbia University, Middlebury College, Vassar College, and at the University of Puerto Rico.

The love poems in memory of the dead, Sonetos de la muerte (1914), made her known throughout Latin America, but her first great collection of poems, Desolación [Despair], was not published until 1922. In 1924 appeared Ternura [Tenderness], a volume of poetry dominated by the theme of childhood; the same theme, linked with that of maternity, plays a significant role in Tala, poems published in 1938. Her complete poetry was published in 1958.

From Nobel Lectures, Literature 1901-1967, Editor Horst Frenz, Elsevier Publishing Company, Amsterdam, 1969

This autobiography/biography was written at the time of the award and first published in the book series Les Prix Nobel. It was later edited and republished in Nobel Lectures. To cite this document, always state the source as shown above.

Gabriela Mistral died on January 10, 1957.

http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/literature/laureates/1945/mistral-bio.html

Poema – Gabriela Mistral

SALTO DEL LAJA

A Radomiro Tomic
Salto del Laja, viejo tumulto,
hervor de las flechas indias,
despeño de belfos vivos,
majador de tus orillas.

Avientas las rocas, rompes
tu tesoro, te avientas tú misma,
y por vivir y por morir,
agua india, te precipitas.

Cae y de caer no acaba
la cegada maravilla,
cae el viejo fervor terrestre,
la tremenda Araucanía.

Juegas cuerpo y juegas alma;
caes entera, agua suicida;
caen contigo los tiempos,
caen gozos con agonías,
cae la mártir indiada,
y cae también mi vida.

Las bestias cubres de espumas;
ciega las liebres tu neblina,
y hieren cohetes blancos
mis brazos y mis rodillas.

Te oyen caer los que talan,
los que hacen pan o que caminan,
los que duermen no están muertos,
o dan su alma o cavan minas
o en los pastos y las lagunas
cazan el coipo y la chinchilla.

Cae el ancho amor vencido,
medio dolor, medio dicha,
en un ímpetu de madre
que a sus hijos encontraría.

Y te entiendo y no te entiendo,
Salto del Laja, vocería,
vaina de antiguos sollozos
y aleluya que cae rendida.

Salto del Laja, pecho blanco
y desgarrado, Agua Antígona,
mundo cayendo sin derrota,
Madre, cayendo sin mancilla…

Me voy con el río Laja,
me voy con las locas víboras,
me voy por el cuerpo de Chile;
doy vida y voluntad mías;
juego sangre, juego sentidos
y me entrego, ganada y perdida…

Gabriela Mistral





Gabriela Mistral, poeta e femminista

Gabriela Mistral, poeta, insegnante e femminista cilena, è stata l’unica donna sudamericana ad avere ricevuto il premio Nobel per la Letteratura – nel 1945 – e la prima a riceverlo tra i letterati sudamericani. Di origini basche e ebree, era nata a Vicuña, in Cile, il 7 aprile 1889, 126 anni fa, e aveva vissuto un’infanzia molto povera nel paese andino di Montegrande, cominciando a scrivere poesie come autodidatta da bambina e ottenendo le prime pubblicazioni sui giornali locali a soli quindici anni: allora usava già diversi pseudonimi e non il suo nome, Lucila Godoy Alcayaga. Sulla scelta del nome con cui divenne famosa, Gabriela Mistral, ci sono versioni che lo legano a quello dei poeti Gabriele D’Annunzio e Frédéric Mistral, e altre che citano l’arcangelo Gabriele e il vento di Mistral. Cominciò comunque a usarlo dopo i 25 anni e dopo avere vinto un importante premio di poesia nazionale.

Nel frattempo Gabriela Mistral aveva cominciato a occuparsi dei diritti delle donne, a insegnare nelle scuole elementari di campagna dell’estremo sud e a occuparsi dei temi dell’insegnamento e dell’educazione («Fa che io sia più madre di una madre / nel mio amore e nella difesa del bambino / che non è sangue del mio sangue. / Aiutami affinché ognuno dei “miei” bambini / diventi la poesia migliore. / E nel giorno in cui non canteranno più le mie labbra, / lascia dentro di lui o di lei la più melodiosa delle melodie» (Preghiera dell’insegnante). Gabriela Mistral fu nominata preside di una scuola a Punta Arenas, e poi, nel 1920, preside di un importante liceo di Santiago. Poi passò due anni in Messico per un progetto di riforma scolastica, cominciò a viaggiare nel mondo, e tornò in Cile dove ottenne importanti riconoscimenti accademici che non aveva ancora quarant’anni. Dal 1926 visse prima a Parigi e poi in Italia (dove, come in molte altre città, fu console onorario a Napoli e a Rapallo) e in Spagna.

Pubblicò diverse raccolte di sue poesie: Sonetos de la muerte (1914, Sonetti della morte) dopo il suicidio del suo fidanzato; Desolación (1922, Desolazione) pubblicato a New York, che la rese famosa; seguirono Ternura (1924, Tenerezza), canti per l’infanzia e Tala (1938, Distruzione). Tra le opere in prosa: Lecturas para mujeres (1923) dedicato alla maternità e alla cura dell’infanzia, Recados, Contando a Chile (1957). Vinse il premio Nobel nel 1945, a 56 anni, «per la sua poesia lirica che, ispirata da forti emozioni, ha reso il suo nome un simbolo delle aspirazioni di tutto il mondo latino-americano». Passò gli ultimi anni della sua vita negli Stati Uniti, dove morì a New York nel 1957, per un cancro al pancreas. Il Cile dichiarò tre giorni di lutto.

Mistral ebbe con il suo paese un rapporto molto complicato: fu poco amata dalle élite per la sua mancata formazione accademica, che usarono e citarono comunque la sua fama a livello internazionale descrivendola come icona di maestra abnegata, di poeta bucolica e vergine. In realtà la sua sfida e i suoi versi furono ben altro: cantò la libertà, il popolo, il suo essere lesbica (bellissimo, il lungo carteggio dal ’48 al ’56, tra lei e Doris Dana, sua collaboratrice, complice e suo amore). Mistral parlò di panamericanismo con quasi cinquant’anni di anticipo, lavorò sulla dichiarazione dei diritti dei bambini all’ONU, fu antifascista e sospettosa del comunismo. Quando le chiesero come si definisse politicamente, disse: «Sono una socialista a modo mio, una umanista, con lo sguardo verso i poveri, i deboli». Seguendo la campagna elettorale del Cile nel 1952, in una lettera a Doris Dana, confessò: «C’è un candidato comunista che, disgraziatamente, è la persona migliore tra i tre». Era Salvador Allende.

http://www.ilpost.it/2015/04/07/gabriela-mistral/

Desolazione

di Gabriela Mistral

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La bruma spessa, eterna, affinché dimentichi dove

mi ha gettato il mare nella sua onda di salamoia.

La terra nella quale venni non ha primavera:

ha la sua notte lunga che quale madre mi nasconde.

Il vento fa alla mia casa la sua ronda di singhiozzi

e di urlo, e spezza, come un cristallo, il mio grido.

E nella pianura bianca, di orizzonte infinito,

guardo morire immensi occasi dolorosi.

Chi potrà chiamare colei che sin qui è venuta

se più lontano di lei solo andarono i morti ?

Tanto solo loro contemplano un mare tacito e rigido

crescere tra le sue braccia e le braccia amate!

Le navi le cui vele biancheggiano nel porto

vengono da terre in cui non ci sono quelli che sono miei ;

i loro uomini dagli occhi chiari non conoscono i miei fiumi

e recano frutti pallidi, senza la luce dei miei orti.

E l´interrogazione che sale alla mia gola

al vederli passare, mi riscende, vinta:

parlano strane lingue e non la commossa

lingua che in terre d´oro la mia povera madre canta.

Guardo scendere la neve come la polvere nella fossa;

guardo crescere la nebbia come l´agonizzante,

e per non impazzire non conto gli istanti,

perchè la notte lunga ora solo comincia.

Guardo il piano estasiato e racccolgo il suo lutto,

perchè venni per vedere i paesagggi mortali.

La neve è il sembiante che svela i miei cristalli;

sempre sarà il suo biancore che scende dal cielo !

Sempre essa, silenziosa, come il grande sguardo

di Dio su di me; sempre la sua zagara sopra la mia casa;

sempre, come il destino che non diminuisce ne passa,

scenderà a coprirmi, terribile e estasiata.

http://www.poesiedautore.it/gabriela-mistral/desolazione

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