noi che speravamo e lottavamo per un avvenire di uguaglianza e fratellanza….

Avrei potuto scegliere  una foto di uno sbirro che uccide un negro in USA a sangue freddo, o quella di uno dei tanti muri che si ergono ovunque nel mondo, avrei potuto scegliere le foto delle macerie di un terremoto, o quelle della guerra in Siria e in giro per il mondo, ma per me questo quadro riassume tutte le immagini e tutti gli accadimenti che le immagini mostrano.

Oggi i media , tutti :” Charlotte Police Release Two Videos of Keith Lamont Scott Shooting Death; Scott Hands at Sides, Stepping Back”, e i video rimbalzano da twitter a tutti i social,   ed io mi chiedo a che serve? Certo  serve  a dare informazioni e mai sono o sarò contro la censura, ma intanto il dato reale è che si chiedono e si aspettano i video da chi ha ucciso, e continuerà ad uccidere, e “Google punta su Twitter, il titolo vola in Borsa.”, normale nel  mondo delle merci tutto è merce, resta però una contraddizione notevole, fra tante contraddizioni notevoli e ormai senza soluzioni.

Forse fra i cumuli di macerie in cui tutti, globalmente, sprofondiamo, dovrebbe    crescere un sentimento di fraternità ugualitaria, perché l’essere umano da solo  è indifeso di fronte alla sventura, ma la Repubblica di Weimar ci ha insegnato che ciascuno si abbarbica alle proprie macerie : emblematico in proposito mi pare lo scontro di Calais: camionisti in rivolta “Basta migranti, cacciateli via”; se voi pensate ai  ritmi  di lavoro dei camionisti e ai ricatti a cui sono sottoposti per le macerie del loro lavoro, avete chiaro subito come l’obiettivo è deviato su un fatto secondario rispetto al carico totale della loro condizione umana e lavorativa: il problema reale non è più il padrone ma il migrante che  impedisce di fare le consegne come richiesto.

I migranti anche , per necessità tragiche, schiavi delle  macerie di questo Occidente morente che in realtà ha da offrire morte soltanto a loro e a noi occidentali:  che altro dovrebbero fare? Quale altra alternativa reale hanno?. Giacché manca una visione totale dei problemi, e uno strumento  unitario per tentare di risolverli con una lotta unitaria:  tutti siamo sulla La zattera della Medusa di Théodore Géricault.

Qui c’è la questione reale che il progresso scientifico e la tecnologia (IV rivoluzione industriale) rende superflua ormai gran parte della mano d’opera e dei lavoratori salariati , il che offre al Sistema Capitale l’occasione dello sterminio di massa in varie forme, in primis con le guerre e poi con lo scontro tra i  sopravissuti sulla zattera, che si sfiancano con un susseguirsi di lotte parziali che non hanno un costrutto reale, date le premesse, a cui si sommano  le lotte fra etnie.

Così la paura e l’odio reciproco diventano produttivi per il mantenimento del sistema capitale, in questo naufragio di cui non si ha la reale consapevolezza.

Vittoria

L’Avamposto degli Incompatibili

Siamo tutti su quella zattera. | controappuntoblog.org

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