“Rounders – Il giocatore” : quando un film dice cosa è la vita, senza “parere”

Anno: 1998

Regia: John Dahl

Cast: Matt Damon, Edward Norton, Martin Landau, John Turturro, Gretchen Mol, John Malkovich, Famke Janssen

“Rounders – Il giocatore”

TRAMA

Mike è un professionista del poker, ma perde tutto in una partita contro “KGB”. Decide di dedicarsi alla carriera d’avvocato, finché il suo compagno di “bische” non esce di prigione.

RECENSIONI

“La vita si gioca in un colpo solo, il resto è attesa”; “Puoi tosare una pecora molte volte, ma puoi scuoiarla solo una volta”; “È immorale lasciare un merlo con tutti i suoi soldi”. La sceneggiatura di David Lieven e Brian Koppelman sciorina aforismi da biscazziere ed esplica le tattiche al tavolo da gioco attraverso l’Io narrante, indispensabile anche per equiparare quell’insieme di scelte a quelle che decidono la vita vera. Più controllato e sobrio del solito, memore del cinema scorsesiano e immancabilmente sedotto dal noir in cui il protagonista subisce il fascino del Male, John Dahl orchestra una tensione drammatica durante le partite ed una tensione morale nell'”attesa” delle stesse. Scopre alcune carte ma lascia le altre coperte fino alla fine, abbandona il tavolo vittorioso ma senza rivelare tutti i punti in mano: Matt Damon/Mike è sottoposto agli stimoli di due percorsi esistenziali antitetici, uno con i connotati del Bene (lavoro rispettabile, brava ragazza, giuste frequentazioni), l’altro immerso nel Male, fra amicizie pericolose, febbre del gioco, violenza e degrado. È il richiamo del Destino (qualunque esso sia), però, ad ottenere il credito di “Cosa Giusta” (“Non puoi scappare da ciò che sei”), facendo cadere, in modo anche contraddittorio, tutte le “coppie” generatrici di sensi di colpa fin lì sottolineate (innata propensione al rischio o malata dipendenza dal gioco? Cattive compagnie o lealtà morale (verso l’amico)? Menzogne (alla fidanzata) necessarie o meschine? Vita pulita o coerente? Serenità o istinto?) e sfumando prepotentemente le direttrici del messaggio finale (giocare oculatamente per i soldi o ignorare il buon senso alla ricerca di un riscatto?). A questo “tavolo” del cinema siamo in compagnia di ottimi professionisti (quelli del poker, in gergo, sono detti “rounders”) e l’ambiguità, voluta o meno che sia, fa parte del gioco, del bluff, dei fuorilegge con una loro coerenza (citato Il Texano dagli Occhi di Ghiaccio). Splendida la fotografia in tonalità marroni.

Niccolò Rangoni Machiavelli

http://www.spietati.it/z_scheda_dett_film.asp?idFilm=3961




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