brexit: guerra fra inghilterra e scozia – Braveheart film + Enrico V Shakespeare

SCOZIA anno 1296-1327

Da Edoardo I a Edoardo II
con in mezzo il ribelle
WILLIAM WALLACE

Uno dei più grandi eroi nazionali della Scozia,
capo incontrastato della resistenza contro l’impero Inglese alla fine del XIII secolo
.

William Wallace (Elderslie 1270 – Londra 1305) – Eroe nazionale scozzese. Nella lotta contro gli inglesi che avevano deciso di occupare la Scozia, il poco più che venticinquenne Wallace, divenne improvvisamente il capo della rivolta nazionale, tentando di organizzare lo stato e di consolidare la spinta indipendentistica. Dopo un’impari lotta con le truppe di Re Edoardo I, catturato con il tradimento, finì tragicamente impiccato a Westminster. Ma la sua figura assurse nei secoli seguenti a simbolo della libertà scozzese e divenne protagonista di saghe e ballate popolari.

Ancora oggi è molto ricordato in patria con monumenti, e recentemente in suo onore è stato realizzato un bellissimo ed emozionante film “BRAVEHEART” (“Cuore impavido“), realizzato da Mel Gibson. (lo consiglio !)

Nel 1296 Edoardo I era stato costretto ad abbandonare le impopolari imprese in Francia per volgersi – con una sua prima campagna- con tutte le forze del regno contro la Scozia, nemica vicina quindi nemica per tutti gli Inglesi. Come guerra di difesa nazionale la guerra contro la Scozia non suscitava proteste come le imprese sul continente: la minaccia alle province del nord accomunava gli Inglesi al Re che voleva imporre la sua supremazia alla Scozia. Così, dal grave, imperdonabile errore di aver provocato il sorgere d’una ostilità scozzese contro l’Inghilterra, e quindi di questa contro quella, separando così per secoli due nazioni conterranee che avrebbero potuto ben prima fondersi insieme, derivò almeno il beneficio d’un accordo tattico fra Re e paese.

Dopo questa prima vittoriosa campagna del 1296 (dove sconfisse gli Scozzesi e ne depose il re, John Baliol), ottenuto il giuramento di tanti nobili, Edoardo I credeva d’aver la Scozia in pugno, e mentre teneva prigioniero il disgraziato Baliol, aveva imposto al regno settentrionale un guardiano nella persona d’un grande feudatario di antica stirpe normanna, Giovanni di Warenne conte del Surrey, che lo aveva aiutato efficacemente nelle campagne del Galles e della Scozia. Ma era uomo vecchio e neghittoso, e lasciò le cose in mano ad alti funzionari inglesi: Guglielmo di Ormsby, nominato giustiziere di Scozia, e Ugo di Cressingham, tesoriere.
Naturalmente, cominciò una serie di soprusi, di vessazioni burocratiche – il modo più sicuro di provocare un’insurrezione. Ma ad essa mancavano capi : i grandi nobili scozzesi erano in esilio; gli altri, impegnati dal giuramento di fedeltà, non osavano muoversi.
Sorse allora, dalle schiere della minore nobiltà, il corifeo della riscossa nazionale, GUGLIELMO WALLACE (o Walleys o Wallas). Era un piccolo proprietario delle Basse Terre occidentali, poco più che venticinquenne, probabilmente di origine normanna poi, si pretese che parlasse gaelico e portasse l’abito scozzese.
E ben difficile formulare un giudizio sul carattere e sul patriottismo di Wallace – uno scampaforche, un assassino crudele secondo i cronisti inglesi; secondo gli Scozzesi e secondo il suo poeta, Harry il Cieco, un eroe generoso, gigantesco, di forza incredibile, che fendeva i nemici dalla testa ai piedi con un sol colpo di spada. È il solito destino storico degli eroi nazionali – filibustieri e ribelli secondo la nazione dominante, santi combattenti agli occhi degli oppressi.

Si narra che soldati inglesi avessero offesa (o uccisa) una donna che egli amava e perciò egli assaltasse la guarnigione di Lanark con pochi seguaci, e ammazzasse Sir Guglielmo di Hazelrig, sceriffo inglese. Si gettò alla macchia, nella primavera del 1297, e gradualmente tutti gli sbandati, i malcontenti, gli inquieti si riunirono intorno a lui. La sua tattica offensiva, la guerriglia, attacchi di sorpresa, imprese leggendarie ora in fuga ora all’offensiva, Wallace incuté tale terrore che al suo avvicinarsi a Scone, il giustiziere Ormsby scappò in Inghilterra. Il vescovo palatino di Durham cercò di affrontarlo, e venne volto in fuga. Poi, il guardiano Warenne si decise a muoversi, chiamò sotto le armi gli uomini a nord dellaTrent e mosse contro i ribelli con 300 uomini a cavallo e 40 mila pedoni. Intanto Wallace aveva proclamato di combattere in nome del re Baliol tenuto prigioniero, e a lui si era unito anche lo sfortunato difensore di Berwick, Guglielmo signore di Douglas, forse di una famiglia fiamminga che aveva larga parentela e sparsi domini in Scozia.

Chi restava in posizione equivoca era il nipote del competitore di Baliol, Roberto Bruce : suo padre aveva combattuto a fianco di Edoardo I contro Baliol nel 1295 e ora viveva contento nei feudi inglesi della famiglia, mentre Roberto teneva i domini scozzesi della madre come conte di Carrick. Ma rimaneva incerto : un po’ perché non voleva combattere a favore del Baliol, un po’ perché la gente di Annandale (il dominio scozzese del padre) rifiutava di seguirlo.
L’esercito inglese, comandato da Sir Henry Percy, nipote di Warenne, giunse rapidamente a Irvine, incutendo terrore ai ribelli non ancora ben organizzati. Molti dei nobili che si erano uniti a loro chiesero perdono e giurarono fedeltà a Edoardo I – tra essi, Roberto Bruce e Guglielmo Douglas.
Intanto Wallace, con la gente più umile e più decisa che accorreva a lui dalle Basse Terre settentrionali, cacciava gli Inglesi da Perth, Stirling Bridge, Lanark. L’esercito regio, ora guidato da Warenne e dal tesoriere Cressingham, procedette verso il ponte sulla Forth, dominata dal castello di Stirling, chiave della Scozia ché eretto dove finisce l’estuario e si restringe il fiume che divide le Basse Terre del sud dalle regioni del nord.

Naturalmente le forze di Wallace erano quasi tutte a piedi (180 cavalieri e qualche migliaio di fanti) : gli Scozzesi, tra le loro montagne, non erano abituati ai cavalli : e così si ha uno dei primi casi di fanterie armate di picche o di asce contro i cavalieri feudali, abituati a considerare i pedoni come marmaglia da disperdere. Le ripetute sconfitte della cavalleria, alla lunga, faranno capir qualcosa anche ai militari (mai famosi per intelligenza e preveggenza) e indurranno Edoardo I e suo nipote a portare sulla fanteria il peso delle future battaglie.

Wallace prese posizione sulle piccole elevazioni che comandavano l’ansa del fiume e gli assicuravano una via di ritirata verso le montagne. L’armata inglese, sicura per il numero e per i cavalieri pesanti, cominciò a passare il ponte; quando fu passata metà dell’armata, Wallace lanciò un contingente a conquistare la testa del ponte e attaccò di fronte le forze già sulla sua riva. Confusione, strage : Cressingham restò ucciso, Warenne scappò fino a Berwick (Settembre 1297).
La Scozia rimase libera, Wallace prese il titolo di “guardiano del regno” in nome di Baliol, occupò tutti i castelli, anche quello di Berwick, sconfinò in Inghilterra devastando il Northumberland e il Cumberland, con crudeltà spietata, coadiuvato dai nobili scozzesi settentrionali che tentarono anche di prendere Carlisle.

Edoardo I tornò in Inghilterra nel Marzo 1298, assetato di vendetta. Convocò un Parlamento a York, i nobili gli diedero pieno appoggio : un mese dopo, si radunava un esercito di quasi 3000 uomini a cavallo (per metà mercenari, per metà signori e dipendenti inglesi) oltre a un numero imprecisato di soldati.
La scarsità di viveri nel paese devastato, l’indisciplina dei contingenti gallesi minacciarono il successo. Ma Wallace commise l’errore di attendere e accettare battaglia anziché temporeggiare, pur non avendo che un numero trascurabile di armati pesanti.
I due eserciti si affrontarono a Falkirk (Luglio 1298). Wallace dispose le sue forze in quattro masse (schiltron) di picchieri, che tenendo le picche inclinate in avanti e col calcio piantato in terra, offrivano un ostacolo insuperabile alla cavalleria pesante; pochi arcieri difendevano gli approcci. La fronte era protetta da un marese, le spalle dal terreno elevato e boscoso. – Non aveva che pochi cavalieri, e la fanteria contro gli armati a cavallo doveva tenersi sulla difensiva.
Le prime « battaglie » o squadre inglesi che tentarono attacchi alle ali, si infransero contro i picchieri. Ma Edoardo I, prima di ordinare la carica generale, mise in disordine gli schiltrons col tiro accelerato dei suoi arcieri iniziando così, su larga scala, l’impiego tattico sistematico di questa armi che solo dalla metà del Duecento (pare) era stata introdotta negli eserciti inglesi. L’attacco della cavalleria pesante infranse facilmente le ultime resistenze. Wallace fuggì sui monti, poi in Francia, cercando aiuti da Filippo il Bello e perfino dalla Norvegia.

Fu l’ultima battaglia dell’indipendenza scozzese fino al Bannockburn. Da allora in poi, ammaestrati dell’esperienza, gli Scozzesi fuggiranno di fronte all’invasione, portando con sé armenti e provviste su per le montagne, e i corpi inglesi troppo numerosi, continuamente tormentati da rapide incursioni, non potranno sostentarsi nel deserto. Ogni tentativo di conquista integrale fallirà e quindi anche ogni tentativo di occupazione parziale perché il paese era ormai unito nell’odio contro l’Inghilterra.
Già la vittoria di Falkirk fu (come tante strepitose vittorie) assolutamente inutile. Edoardo I avanzò fino a Stirling, inviò contingenti ad occupare Perth e S. Andrea; ma intanto, nel sud-ovest, divampava la rivolta del nipote del Competitore, Roberto VIII Bruce. Il Re dovette retrocedere, Bruce fuggì : ma i viveri erano scarsi, le truppe stanche, le diserzioni numerose. A Carlisle anche i baroni dichiararono di non poter continuare, date le perdite e le spese. Edoardo I li lasciò andare di malagrazia, si trattenne nel nord fino al Natale 1298, imprecando contro la defezione dei nobili alla quale dava la colpa della vittoria mancata. Quando fu partito, non restò in mano inglese che la Scozia del sud, e minacciata da torme di patrioti.

Ma intanto Filippo il Bello, dopo un molle tentativo di far liberare Baliol, si era accordato con Edoardo I senza curarsi dei suoi alleati scozzesi, anzi imprigionando per qualche tempo Wallace che si era rivolto a lui.
Nel 1299 Re Edoardo I, impegnato nelle solite liti coi baroni per infrazioni alle Carte e alla Conferma, non poté far nulla. Gli Scozzesi, lasciati in asso dalla Francia, cercavano un altro appoggio : messi scozzesi, e forse lo stesso Wallace andarono a Roma e decisero Bonifacio VIII (che già nel 1298 aveva tentato di intervenire consigliando a Edoardo I moderazione) a un passo in favore della Scozia, suggerendogli di rivendicare quella supremazia papale su di essa che derivava dalla dipendenza diretta da Roma delle diocesi scozzesi, le quali avevano sempre vittoriosamente rifiutato di sottostare all’arcivescovo di York.

Un papa come Bonifacio VIII non poteva lasciarsi sfuggire una occasione per estendere il suo potere, e nella Scozia avrebbe avuto un appoggio per ricattare eventualmente tanto Francia che Inghilterra se avessero tentato di sottrarsi alle imposizioni pontificie. Già Nicolò IV aveva rifiutato di appoggiare le pretese di sovranità sulla Scozia di Edoardo I; nel 1298 Bonifacio VIII aveva privatamente ammonito Edoardo I di non ascoltare la sua ambizione e di non dar noia ai vicini. Ora, nel Luglio 1299, gli diresse una lettera protestando contro sequestri e incarceramenti a danno del clero scozzese, accusandolo nettamente di prepotenza, asserendo che la Scozia non era mai stata feudo della Corona inglese, che l’omaggio del 1292 era stato estorto approfittando della situazione, che le imprese inglesi erano ingiuste, che solo alla Santa Sede spettava l’alta sovranità sulla Scozia.

Intanto il Re tentava di radunare un esercito per un altro tentativo, e tuttavia continuava, con tipica ostinazione di cattivo politico, a non voler mantenere le promesse fatte ai suoi sudditi.
I nobili scozzesi cominciavano a sostenere la causa nazionale, dando la reggenza del regno a Giovanni Comyn il Rosso e Giovanni Comyn conte di Buchan, figlio il primo, l’altro parente di quel Comyn che nel 1291 si era presentato fra i competitori al trono.
Solo nella primavera del 1300, concedendo gli Articuli super Cartas, Edoardo I ottenne i mezzi per un’altra campagna : un tentativo di sottomettere almeno il sud-ovest che riuscì soltanto a conquistare un castello secondario. Durante questa impresa, giunse l’arcivescovo Winchelsea, latore della dichiarazione del Papa. Naturalmente Edoardo I s’infuriò : riunì un Parlamento a Lincoln per aver l’appoggio di tutti contro il Papa, come farà di lì a poco anche Filippo il Bello. I baroni, dato che erano d’accordo col Re nell’odio contro gli Scozzesi e che una lettera non costava nulla, inviarono al Papa una protesta, respingendo ogni giurisdizione pontificia in questioni temporali.

La campagna del 1300 si concluse con una tregua : ma Edoardo I, incaparbito, cominciò a rendersi conto che per sottomettere la Scozia non bastava una delle solite campagne feudali di breve durata. Non abbandonò il nord, e intanto sfogò lo spirito letichino con una ponderosa controdeduzione alla dichiarazione del Papa, nella quale riprendeva la questione scozzese dai tempi preistorici, sciorinando come fatti accertati tutte le frottole di Goffredo di Monmouth e degli autori di altri Brut : il troiano Bruto aveva conquistata l’isola allora abitata da giganti, l’aveva divisa fra i tre figli ma riservando al maggiore la dignità regia; e poi Arturo sovrano anche della Scozia; e così via, in una girandola di fatti e fiabe, di documenti e falsificazioni. Questa lettera fu trasmessa dal Papa ai messi scozzesi : uno di essi rispose brevemente impugnando di falso la protesta di Edoardo I; poi dalla Scozia venne inviata una lunghissima replica alle pretese inglesi, riaffermando che la Scozia era un allodio pontificio e battendo il Re sul terreno pseudo storico da lui scelto : i giuristi scozzesi sostenevano che la Scozia doveva il nome alla figlia d’un Faraone, che gli Scoti avevano cacciato Bruto, e così via.

Ma la questione si fermò lì perché Bonifacio VIII si impelagò nella lite con Filippo il Bello, e d’altronde gli Scozzesi riuscirono benissimo da soli a bloccare l’incauto Re inglese. Nemmeno la campagna del 1301 ottenne risultati. Nel 1302 nuova tregua, mentre procedevano le trattative con la Francia che porteranno, l’anno dopo, alla restituzione della Guascogna e ai matrimoni franco-inglesi. La pacificazione col secolare nemico diede al Re modo di usare tutte le forze del regno contro la Scozia, anche perché si era andata esaurendo l’opposizione nobiliare.
Abbiamo già accennato alla politica, ormai tradizionale, di ridurre i grandi possessi nelle mani di parenti del Re. Essa fece in questi anni, più per fortuna che per abilità, passi giganteschi. I feudi principali, dai quali era partita l’opposizione contro Enrico III e contro Edoardo I, erano ora, direttamente o indirettamente, dominati dal Re.
( Quelli de conti di Gloucester erano in mano a un genero di Edoardo I; anche l’erede di Bohun e della contea di Hereford sposò una sua figlia; Bigod rinunciò all’ereditarietà del Norfolk che così, nel 1306, ricadrà alla corona e verrà poi dato a un figlio di Edoardo I. Edmondo il Gobbo morì nel 1300 senza eredi e la Cornovaglia tornò alla Corona. Di lì a poco, l’erede dei conti del Surrey sposerà una nipote del Re. Tommaso di Lancaster, figlio di suo fratello Edmondo, aveva tre feudi imposrtantissimi (Lancaster, Derby, Leicester) e aggiungerà as essi, per matrimonio, anche quelli di Lincoln e Salisbury. Almarico di Valenza, uno dei Lusignano, cugino del Re, aveva la contea di Pembroke).
Quanto ai prelati, l’Arcivescovo non proseguì nell’opposizione ché il Papa non poteva più appoggiarlo. Approfittando di questo, Edoardo I sequestrò anche il palatinato di Durham e (più tardi) le terre dell’arcivescovo di York, in modo da aver aperta la strada verso nord.
Secondo lui la colpa degli insuccessi scozzesi era dei nobili e dei prelati, stanchi di fatiche e spese inutili, più saggi di lui nel vedere che era impossibile sottomettere la Scozia appunto perché troppo povera e poco abitata. E continuò a insistere nella vana impresa fino alla sua morte, profondendo forze e denaro, preparando quel malcontento che scoppierà contro suo figlio (Edoardo II) in un’altra crisi costituzionale.

Non riusciva a staccarsi dal nord. Alla fine del 1302 mandò forze a svernare a Edimburgo, sotto Giovanni di Segrave, che lasciò sorprendere e volgere in fuga l’esercito presso Roslin, al principio del 1303. Ma intanto Edoardo I aveva radunato un grosso esercito con il denaro ottenuto per mezzo della Carta mercatoria, e avanzò senza incontrare resistenza notevole verso l’estremità settentrionale della Scozia. Tutti i nobili si affrettarono a sottomettersi, primo il reggente Comyn il Rosso.

Solo Wallace preferì la vita randagia dello sbandato, pur non rinunciando a organizzare gruppi di ribelli. Alla fine del 1304 il Re poteva illudersi, un’altra volta, di aver sottomessa la Scozia.
Ma in un paese in sommossa da anni, tra un popolo animato ormai da odio instancabile e sorretto dalla gente della montagna, sempre pronta alle redditizie incursioni, l’omaggio dei nobili significava meno che altrove. Wallace trovava aderenti senza paura, decisi a lottare, ma le speranze scozzesi furono troncate dal tradimento d’un amico che fece cadere Wallace nelle mani di Edoardo I.
Sperava di salvarsi, dato che mai aveva giurato fedeltà al Re. Ma questi era sempre pronto ad abbandonare quella legalità alla quale si appellava così spesso e volentieri finché gli faceva comodo, e impiantò una infame parodia di processo, accusando Wallace di tutte le crudeltà possibili e impossibili, e lo fece morire della morte crudele d’un traditore, infine impiccato a Westminster (1305).

Poi Edoardo, tornò a rivestire la toga del sapiente legislatore. Col consiglio del vescovo di Glasgow, di Roberto Bruce e di Giovanni Mowbray aveva fissato di convocare 10 Scozzesi insieme a 20 suoi consiglieri per riordinare la Scozia. L’ordinanza che venne emessa fu ispirata dagli stessi criteri adottati per il Galles – senza tener conto della differenza fra i due paesi, della lunga lotta che aveva confermate le caratteristiche nazionali scozzesi.
Fino a un certo punto, le misure non furono tiranniche. La Scozia restava amministrativamente separata, sotto Giovanni di Bretagna conte di Richmond, cugino e luogotenente del Re. Venivano stabiliti quattro dipartimenti giudiziari per le quattro diverse regioni scozzesi (Galloway, Lothian, Basse Terre a nord del Forth, Alte Terre) e l’organizzazione in contee ma lasciando le antiche divisioni di contee e spesso gli sceriffi ereditari. Ma si proibivano « le costumanze degli Scoti e dei Gallesi » (tutto il diritto indigeno delle Alte Terre sul quale si basava la costituzione dei clans); si confermavano le leggi del re Davide e degli altri Re scozzesi, ma solo in ciò che non urtasse « Dio e la ragione » – cioè le idee dei funzionari reali.

Poi il Re si volse a vendicare la lunga opposizione. L’arcivescovo Winchelsea fece la sua ultima prova di forza nel 1305, riuscendo a evitare che venisse promulgata una legge che proibiva al clero di esportare denaro – la stessa disposizione che aveva condotto al conflitto fra Bonifacio VIII e Filippo il Bello, ormai risolto contro la tesi papale : in quello stesso anno, diveniva papa Bertrando di Goth, vescovo guascone, supino ai voleri del suo Re, Filippo il Bello, e del suo superiore feudale, Edoardo I. – Cominciava la servitù avignonese.

Clemente V cominciò subito a mostrare di che stoffa fosse fatto, inchinandosi alla volontà di Edoardo I e liberandolo dal giuramento di rispettare la Conferma del 1297 e le promesse successive. Edoardo I, spergiuro come i suoi predecessori, approfittò tuttavia con maggiore prudenza del turpe permesso. Si limitò, per il momento, a revocare alcuni disafforestamenti; ma sfruttò l’appoggio del Papa in tutti i modi. Tornò a sequestrare i beni del vescovo di Durham, fece sospendere l’arcivescovo Winchelsea, e pagò il Papa concedendogli le rendite di Canterbury e dandogli mano libera nell’esazione delle decime. Naturalmente questo disgustò il paese e un Parlamento del 1307 progettò uno statuto De asportatis religiosorum nello stesso spirito del provvedimento fallito del 1305. Fu il Re a impedire la promulgazione della legge antipapale.
Ma questo Parlamento era stato radunato di nuovo nel nord, a Carlisle, perché la bella ordinanza per il riordinamento della Scozia era stata subito seguita da una nuova insurrezione.

Questa volta, non aveva per esponente un Re debole e inetto come Baliol né un masnadiero coraggioso e tenace come Wallace : ma un nobile ambizioso e ambiguo, dotato però di coraggio instancabile e di grande abilità.
Roberto Bruce, il nipote del Competitore, che già aveva i possessi della madre (Carrick) nel 1204 aveva ereditato anche quelli del padre (Annandale), così riunendo i più grossi feudi del sud-ovest scozzese. Aveva tenuto atteggiamento equivoco fino ad allora, sembrando appoggiare la politica di Edoardo I, probabilmente perché attendeva che il ricordo dell’esule re Baliol fosse spento del tutto con la rinuncia di lui al trono e col nuovo ordinamento della Scozia. Non vi era ormai altro competitore possibile che Comyn il Rosso il quale si era mostrato più supino al volere del Re inglese che non Bruce, il quale già nel 1204 si era segretamente alleato con l’infaticabile patriota Lamberton, vescovo di S. Andrea, partigiano di Wallace. Con Lamberton, Bruce era sicuro dell’appoggio del clero scozzese che temeva di cadere sotto il primato dell’arcivescovo di York e di venir sostituito da prelati ligi all’ Inghilterra.
Forse qualche spia rivelò l’accordo a Edoardo I; certo, al principio del 1306 Bruce non si sentì più sicuro e fuggì nello Annandale. Lì, a Dumfries, nel chiostro dei Frati Minori, trovò Comyn il Rosso e gli chiese di unirsi a lui per liberare la Scozia. Sorse una lite (può darsi che fosse stato Comyn a svelare al Re l’accordo con Lamberton) e Bruce tirò una coltellata al pericoloso rivale, che si rifugiò in chiesa mentre Bruce tornava sconvolto tra i suoi seguaci e confessava ad essi che dubitava di aver ucciso Comyn. Un tal Kirkpatrick gli replicò : « Dubitate? I mak sikkar, mi assicurerò ». Entrò e finì Comyn sui gradini dell’altare.

Per Bruce non vi era più scampo : o re o traditore. Si rifugiò in un suo castello, chiamò la popolazione a rivolta. Il vescovo di Glasgow (tradendo il sesto giuramento di fedeltà a Edoardo I) e Lamberton (membro del governo eduardiano) lo appoggiarono e lo fecero incoronare (25 Marzo 1306) re di Scozia a Scone, per mano della contessa di Buchan, sorella del conte di Fife al quale spettava il diritto ereditario di imporre la corona al re di Scozia . (il diritto discendeva alla casa di Fife dall’antenato Macduff che aveva coadiuvato Malcolm contro l’usurpatore Machbeth. La contessa di Bucham, caduta poi nelle mani di Edoardo I, verrà punita chiudendola in una gabbia di legno sulle mura di Berwick, esposta alla vista di tutti i passanti).

Il castello di carta della dominazione inglese cadeva un’altra volta. Edoardo I infuriato abbandonò ogni progetto di pacificazione, chiamò a raccolta tutte le sue forze contro il piccolo regno imperterrito. I due vescovi vennero deposti, Bruce scomunicato dal Papa ligio ai voleri del Re. Il Parlamento inglese votò fondi per la buona causa. Venne inviato a nord Amalrico di Valenza, nuovo guardiano di Scozia, con ordini di repressione spietata, mentre il Re, più lentamente, si portava a Carlisle.
Bruce, attaccato a Methven, si dovette rifugiare nelle Alte Terre e poi in un’isoletta lungo la costa irlandese. Molti suoi parenti e seguaci, i due vescovi caddero in mani inglesi. Edoardo I procedette con brutale severità i fratelli di Bruce, il conte di Atholl, altri nobili patrioti vennero impiccati; le donne e i preti imprigionati.
La repressione fece divampare più forte la rivolta. Nella primavera del 1307 Bruce rientrò in Scozia, vendicò a London Hill presso Ayr la sconfitta di Methven, batté il conte di Pembroke.

Intanto Edoardo I, prima di partire da Londra, aveva armato cavaliere il figlio facendogli giurare eterna guerra alla Scozia. Le leve si adunarono a Carlisle al principio dell’estate e il Re, ormai greve di vecchiezza (aveva 69 anni), volle guidarle in persona allo sterminio. La sete di vendetta lo teneva in piedi sull’orlo della tomba. Si mise a cavallo; dopo poche miglia dovette fermarsi a riposare. Il giorno dopo, si sforzò ancora, rimontò a cavallo – ma ancora si stancò presto. Tentò ancora, disperato contro la vita che gli fuggiva, e ancora si dovette fermare, passare su un letto il resto del giorno e la notte. La mattina dopo, mentre lo aiutavano a mettersi seduto per mangiare, si arrovesciò morto fra le braccia dei serventi. Era il 7 Luglio 1307. Tutto gli era riuscito – ma la Scozia, afferrata un momento, gli era sempre sfuggita di mano, e l’impresa restava come pesante eredità al figlio.

Ma Edoardo II si stancò presto. Ricevette l’omaggio dei nobili scozzesi che non avevano ancora accettato Bruce come re, avanzò verso nord un po’ a caso, poi se ne tornò verso Londra. La guerra, lasciata a forze sparse e capi inetti, languì; Bruce acquistò successivamente terreno, i magnati scozzesi si fecero all’idea di un re venuto dai loro ranghi. Vi erano ancora, inconciliabili, tribù montanare indipendenti : sono anni leggendari di colpi di mano, di prodigi eroici. Ma la causa nazionale progrediva. L’opposizione non trovava appoggio nell’Inghilterra, governata da un Re incapace e sconvolta da lotte civili. I luogotenenti inglesi cambiavano continuamente, i castelli sfuggivano alle loro mani.

Nel 1310 Edoardo II, per distrarre l’attenzione dalla sua politica interna, tentò un’altra grande spedizione. Avanzò fino a Linlithgow, mandò forze fino a Perth : Bruce, ancora troppo debole, si ritirò e Edoardo II tornò senza aver concluso nulla.

Tormentato dai gravi contrasti interni fin dal suo esordio, nel 1322 l’opposizione divenne più forte. Nel 1327 il Parlamento inglese lo depose, con la scusa che era incapace di governare e che aveva lasciato in mano d’altri il governo del regno, incurante degli interessi dello Stato. Venne imprigionato nel castello di Berkeley e quindi assassinato.

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CRONOLOGIA SOMMARIA DELLA SCOZIA
843 – Kennet MacAlpin re del Galloway e poi degli Scoti diventa anche re dei Pitti.
945 – Malcolm I acquista lo Strathclyde
1018 – Malcolm II riceve il Lothian, finora parte della Northumbria
1040 – Usurpazione di Macbeth (Maelbeatha)
1057 – Muore Macbeth : Malcolm III Canmore
1067 – Malcolm Canmore sposa Margherita, sorella dell’AEtheling Eadgar
1072 – Guglielmo il Conquistatore invade la Scozia e fa suo vassallo Malcolm (trattato di Abernethy)
1093 – Muore Malcolm Canmore : usurpazione di Donald Bane
1097 – Guglielmo il Rubicondo mette sul trono Eadgar figlio di Malcolm Canmore e Margherita
1100 – Matilda, figlia di Malcolm Canmore, sposa Enrico I
1107 – Muore Eadgar : Alessandro I – David succede allo Strathclyde
1124 – Muore Alessandro I : David di Huntingdon
1138 – Battaglia dello Stendardo
1153 – Muore David : Malcolm IV che sottomette il Galloway e le coste occidentali
1165 – Muore Malcolm IV: Guglielmo il Leone
1174 – Guglielmo il Leone accetta l’alta sovranità inglese (convenzione di Falaise)
1185 – Enrico II affida il Galloway alla Scozia
1188 – I sei vescovadi scozzesi dipendenti direttamente dalla Santa Sede
1214 – Muore Guglielmo il Leone : Alessandro I I
1232 – Prima fissazione del confine fra Inghilterra e Scozia
1249 – Muore Alessandro II: Alessandro III
1251 – Alessandro III sposa Margherita, figlia di Enrico III
1263 – Ultima invasione norvegese respinta (battaglia di Largs)
1266 – Magnus IV di Norvegia cede alla Scozia Man e le Ebridi tenendosi le Orcadi e Shetland
1281 – Margherita figlia di Alessandro III sposa Eric di Norvegia
1286 – Muore Alessandro III
1290 – Muore Margherita, « fanciulla di Norvegia »
1291 – Arbitrato di Edoardo I per la successione al trono
1292 – Giovanni Baliol re di Scozia
12 95-6 – Detronizzazione di Giovanni Baliol – Conquista della Scozia
1297 – Inizio della rivolta di Wallace – Battaglia del ponte di Stirling o di Cambuskenneth
1298 – Battaglia di Falkirk : Wallace sconfitto
1299 – Conquista del castello di Caerlaverock – Pretese papali di alta sovranità
1303 – Battaglia di Roslin : sconfitta inglese
1303-4 – Riconquista inglese della Scozia
1305 – Supplizio di Wallace – Ordinamento del governo scozzese
1306 – Roberto VIII Bruce coronato a Scone re di Scozia – Viene sconfitto a Methven
1307 – Gli Inglesi sconfitti a London Hill
1314 – Battaglia del Bannockburn
1323 – Vittoria scozzese a Byland
1326 – I borghesi compaiono nel Parlamento scozzese (parlamento di Cambuskenneth)
1328 – L’ Inghilterra riconosce l’indipendenza della Scozia (trattato di Northampton)
1329 – Muore Roberto Bruce : Davide II Bruce
1332 – Vittoria dei feudatari inglesi « diseredati » sugli Scozzesi a Dupplin
1333 – Vittoria inglese a Halidon Hill
1346 – Vittoria inglese a Neville’s Cross
1357 – Trattato di Berwick
1371 – Muore Davide I I Bruce : Roberto I I « the Steward »
1513 – Giacomo IV battuto a Flodden
1603 – Giacomo VI Stuart succede al trono inglese
1707 – Unione della Scozia con l’Inghilterra.

http://cronologia.leonardo.it/storia/mondiale/inghi001.htm


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Enrico V (Shakespeare The Life of King Henry the Fifth ..

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