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Circa cinquanta persone sono state uccise e 53 sono rimaste ferite in una sparatoria avvenuta in una discoteca gay di Orlando, in Florida. È il bilancio fornito dal sindaco della città, un conto che aggrava quello fornito in precedenza dalla polizia di “almeno venti morti” e 42 persone trasferite in ospedale. Il capo della polizia ha confermato ora il numero delle vittime.

Cos’è successo

  • Il capo della polizia della città, John Mina, ha spiegato che l’attacco è cominciato attorno alle 2 del mattino (le 8, in Italia), quando un uomo armato è entrato al Pulse, un locale lungo la Orange avenue, punto di riferimento della comunità gay, lesbica e transgender dell’intero stato. Nella discoteca era in corso una serata di musica latina molto frequentata. In quel momento c’erano circa cento persone.
  • È scoppiato subito un conflitto a fuoco con l’agente in servizio all’ingresso del club. Alcuni dei presenti sono riusciti a scappare; i gestori del Pulse hanno scritto su Facebook di correre via dall’edificio. L’attentatore è riuscito a impedire che alcune persone uscissero e si è barricato all’interno con gli ostaggi.
  • La polizia e le forze speciali d’assalto hanno circondato e isolato la zona. Dopo circa tre ore, alle 5 del mattino, mentre da dentro arrivavano messaggi e telefonate disperate degli ostaggi, hanno deciso di fare irruzione.
  • Le teste di cuoio (gli Swat) hanno intercambiato degli spari con il sospetto attentatore, “che è stato ucciso”, ha dichiarato Mina, aggiungendo che trenta ostaggi sono stati liberati.
  • Quando l’intervento degli Swat si è concluso, nel locale erano rimasti a terra i corpi di varie persone: all’inizio la polizia ha detto che erano “circa venti”, poi ha alzato il bilancio a cinquanta. Non è chiaro se e quante siano state uccise nell’assalto della polizia.
La polizia ha isolato la zona attorno al Pulse, lungo la Orange Avenue di Orlando, in Florida, 12 giugno 2016. (Kevin Kolczynski, Reuters/Contrasto)

Le indagini

  • I mezzi d’informazione statunitensi identificano l’uomo come Omar Mateen, uno statunitense di 29 anni di origine afgana, residente in Florida.
  • Il giovane imbracciava un fucile d’assalto e una pistola, e aveva addosso “un qualche tipo di dispositivo esplosivo”. Ancora non è chiaro se questi ordigni fossero effettivamente in grado di esplodere.
  • Anche per il fatto che l’uomo era armato in modo così pesante, la polizia federale statunitense (Fbi) ha aperto un’indagine per terrorismo, ma non ha specificato se interno o internazionale. Il movente della strage è ancora sconosciuto.
  • “Abbiamo delle indicazioni che dicono che questo individuo potrebbe aver avuto delle simpatie per l’ideologia dell’islam radicale, ma non possiamo ancora affermarlo categoricamente”, ha spiegato l’agente dell’Fbi Ronald Hopper.
  • La sparatoria al Pulse è avvenuta all’indomani dell’uccisione, sempre ad Orlando, della cantante Christina Grimmie, di 22 anni, assassinata mentre firmava autografi al termine di un suo concerto. Kevin James Loibl, di 27 anni e armato con due pistole, munizioni e un coltello, le si è avvicinato e l’ha uccisa. La polizia non vede alcun collegamento tra i due episodi.

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