sentite questa storia : ALMAVIVA NAPOILI By Clash City Workers + qualche vecchio post

Clash City Workers

49 minuti fa ·

sentite questa storia, parla di orgoglio e dignità.
molti si lamentano sempre che in Italia non si lotta, che qui non siamo buoni a nulla, e che al Sud in particolare siamo schiavi, “non abbiamo le palle”…
ovviamente spesso quelli che fanno questo discorso poi non fanno niente, si lamentano solo. invece noi conosciamo ogni giorno gente che resiste, che combatte spesso in solitudine la legge del più forte, la legge del profitto…
le lavoratrici e i lavoratori Almaviva, che abbiamo conosciuto poco più di un mese fa, sono fra questi. leggete qui!
il 27 marzo ALMAVIVA, multinazionale delle telecomunicazioni con 8.000 dipendenti solo in Italia, annuncia un piano da 3.000 licenziamenti.
dopo aver fatto profitti a palate, grazie a sgravi e incentivi di stato e grazie al duro lavoro dei dipendenti, sostiene di dover per forza fare i tagli perché costretta dal mercato…
i lavoratori reagiscono subito: volantinaggi, presidi, picchetti, scioperi, video e mail bombing, striscionate per strada e allo stadio, persino interventi dal palco ai concerti…
tutto il mese di aprile è costellato di azioni di lotta, che si sviluppano per canali “tradizionali” ma anche grazie all’inventiva di tante ragazze e ragazzi coscienti dei loro diritti!
alla fine la lotta ottiene qualcosa, e l’azienda è costretta a trattare. solo che il 26 aprile presenta ai sindacati la sua “proposta”, ritiro dei 3000 licenziamenti, ma proroga di 6 mesi dei contratti di “solidarietà” (ovvero si lavora – e si guadagna – tutti meno), maggiore flessibilità e inoltre non prospettando alcun futuro certo all’indomani della scadenza di questi ulteriori 6 mesi!
una proposta così allettante che non si può proprio rifiutare!
almeno così pensano molti dei sindacati, che tornano dai lavoratori e gli chiedono di accettare l’accordo… “magari in questi sei mesi il mercato si riprende”, “magari lo Stato interviene” (così spera infatti ALMAVIVA che vuole lucrare un altro po’ sulla collettività)…
in realtà se passa il SI i lavoratori dovranno tornare a lavorare per 3-400 euro al mese, rinunciando a qualche diritto, per poi comunque rischiare fra sei mesi di trovarsi in mezzo a una strada, più demoralizzati e incapaci di lottare…
si va quindi al referendum, con l’azienda e i suoi lacché che invitano a votare SI, con quasi tutti i rappresentanti sindacali che invitano a votare sì, confondendo persino i lavoratori con vere e proprie menzogne, con i lavoratori stanchi dopo un mese di lotta…
ma qui accade l’imprevedibile (almeno per chi pensa che il nostro paese e i nostri ragazzi non possano avere un sussulto di dignità!)… si inizia a votare nei vari siti. a Palermo i NO stravincono, così a Roma, a Catania, anche a Milano, sede non toccata dal piano dei licenziamenti… e oggi il NO sembra vincere anche a Napoli dopo due giorni di assemblee di fuoco, dalla mattina alla sera, nelle quali i lavoratori hanno mostrato in massa la loro determinazione e la loro rabbia: è tutta l’Italia finalmente unita, da Sud a Nord, che dice NO al piano dei padroni!
certo, la lotta non finisce qui… ora infatti i sindacati devono andare a trattare di nuovo con ALMAVIVA… il rischio però è che non lo facciano con la stessa determinazione con cui i lavoratori hanno rifiutato il piano… per questo bisogna stargli addosso, per questo bisogna continuare a portare avanti la lotta, farla diventare un caso nazionale, spingere Renzi ad assumersi le sue responsabilità, essere creativi e usare ogni mezzo per affermare i nostri diritti!
di certo però oggi è stata scritta una grande pagina di coraggio nella storia del movimento dei lavoratori del nostro paese… ci teniamo quindi a dire GRAZIE ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI ALMAVIVA… LO STATE FACENDO ANCHE PER NOI, LO STATE FACENDO PER TUTTI!

[Napoli] Analisi della proposta di accordo Almaviva: perché votiamo NO!

Scritto da Clash City Workers

Creato: 04 May 2016

Da qualche giorno anche a Napoli alcuni lavoratori della Almaviva si sono organizzati per portare le ragioni del NO alle consultazioni che si stanno tenendo in queste ore in tutte le sedi del gruppo.

I lavoratori devono decidere se accettare o meno i termini indicati dall’azienda per mettere sul tavolo il ritiro dei 3000 licenziamenti annunciati il 21 marzo scorso.

Ripubblichiamo uno dei volantini che stanno diffondendo da ieri mattina, in occasione delle assemblee sindacali, per spiegare le ragioni del NO, sulla base del dato di fatto del peggioramento delle condizioni che deriverebbero dall’accettazione della proposta aziendale.

Intanto, da Roma, Palermo, Milano e Rende, i dati ufficiali delle consultazioni parlano di un plebiscito di NO nei siti che sarebbero colpiti dagli esuberi (Roma e Palermo), ma anche a Milano (206 NO, 56 Sì, 330 Astenuti), non toccata, e, invece, di una larga vittoria del SI’ nel sito calabrese. Ci preme sottolineare il risultato del capoluogo lombardo, perché dà significato a parole come “solidarietà” ed “appartenenza”. Un segnale importantissimo, anche alla luce della dura battaglia che partirà una volta che sarà ufficializzata dopo l’ormai praticamente certa vittoria dei NO su tutto il territorio nazionale.

In questo senso vanno valorizzati anche i 20 no (su 103 voti totali) di Rende. Un piccolo ma importante punto di partenza per costruire un fronte capace di ragionare sulla base di un semplice ragionamento: se oggi toccano qualcuno, domani potranno toccare tutti. Insomma, un piccolo punto di partenza per chi, anche lì, voglia cercare di costruire percorsi di resistenza.

Perché, come dicono tutti, sia chi sostiene il SI’ sia chi sostiene il NO, la vertenza non si esaurisce alla fine delle consultazioni. Continuerà nei prossimi mesi e ci sarà da dar battaglia. E ci sarà bisogno dell’intelligenza, dell’energia, del coraggio di tutte e tutti. Nonché della capacità di unirsi ed organizzarsi.

Intanto, anche a Napoli, #IoVotoNo!

COSA PREVEDE L’ACCORDO PROPOSTO DA ALMAVIVA


1) NUOVE PERCENTUALI DI SOLIDARIETA’

La solidarietà diminuisce nelle sedi in cui non sono stati dichiarati gli esuberi: Rende passa dal 35% al 3%, Catania dal 35% al 7%, Milano dal 35% al 13%.
Nelle sedi dove sono stati dichiarati gli esuberi, la solidarietà non diminuisce.
Napoli rimane al 35%; Palermo e Roma al 45%.

Questo dimostra che il lavoro c’è, ma l’azienda sta deliberatamente spostando le commesse solo su quei siti dove può usufruire ancora degli incentivi e dove ci sono lavoratori che all’azienda costano di meno, perché sono assunti da meno tempo e hanno meno scatti di anzianità e sta concentrando la solidarietà nei siti dove ha dichiarato di voler licenziare. Accettare questa distribuzione dei contratti della cds significa implicitamente dire che l’azienda ha ragione quando individua i 3000 esuberi nelle sedi di Roma, Palermo e Napoli. Nel caso Tripi dovesse voler tornare a premere sui licenziamenti, dove crediamo andrà a battere?
2) PROGRAMMAZIONE DELLA SOLIDARIETA’ OGNI 15 GIORNI

La programmazione della solidarietà non sarà più effettuata una volta al mese, ma ogni 15 giorni (con piano mensile e rimodulazione a metà mese). È evidente cosa significhi: maggiore flessibilità, minore possibilità di programmare i propri tempi, la propria vita.
3)    SOLIDARIETA’ ORIZZONATALE PER I PART TIME A 5/6 ORE

Al momento la riduzione dell’orario, programmata ogni mese, è su base verticale, cioè avviene attraverso singole giornate o anche settimane intere di sospensione per tutti i lavoratori (può essere su base orizzontale solo in caso di espressa richiesta da parte del singolo lavoratore o in caso di formazione in cds).

L’accordo, invece, prevede per il personale Part Time a 5 e a 6 ore una riduzione dell’orario su base orizzontale/mista con orario giornaliero ridotto e con eventuali singole giornate intere di sospensione.  Parliamo di 124 lavoratori su 872 a Napoli, 571 su 1748 a Roma, 1018 su 3257 a Palermo.

Per i full time e i Part Time a 4 ore la modalità di riduzione dell’orario non cambia. Però, come detto al punto precedente (“programmazione della solidarietà ogni 15 giorni), la programmazione sarà per tutti non più mensile, ma ogni 15 giorni. Questo – lo ripetiamo – significa maggiore flessibilità. L’azienda ci guadagna, noi – guarda caso – ci perdiamo!

COSA NON PREVEDE L’ACCORDO!

1) UN FUTURO

Dopo questa proroga di sei mesi tutto rimane indefinito. Nessuna certezza, nessuna chiarezza. Solo parole. Con le parole non si mette il piatto a tavola. Con le parole non si costruisce alcun futuro.

Il nostro NO è un NO che mostra all’azienda che siamo indisponibili a cedere su tutti questi punti

http://clashcityworkers.org/lotte/cosa-si-muove/2326-napoli-analisi-accordo-almaviva-votiamo-no.html

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