New Horizons Describing Numerous Pluto System Findings – Science: tutta la geodiversità di Plutone, foto gif

New Horizons Publishes First Research Paper in ‘Science,’ Describing Numerous Pluto System Findings

From Pluto’s unusual heart-shaped region to its extended atmosphere and intriguing moons, New Horizons has revealed a degree of diversity and complexity in the Pluto system that few expected in the frigid outer reaches of the solar system.

This high-resolution image captured by NASA’s New Horizons spacecraft combines blue, red and infrared images taken by the Ralph/Multispectral Visual Imaging Camera (MVIC). The bright expanse is the western lobe of the “heart,” informally called Sputnik Planum, which has been found to be rich in nitrogen, carbon monoxide and methane ices.
Credits: NASA/JHUAPL/SwRI

The New Horizons team describes a wide range of findings about the Pluto system in its first science paper, released today. “The Pluto System: Initial Results from its Exploration by New Horizons,” led by mission Principal Investigator Alan Stern, appears as the cover story in the Oct. 16 issue of Science, just three months after NASA’s historic first exploration of the Pluto system in July.

“The New Horizons mission completes our initial reconnaissance of the solar system, giving humanity our first look at this fascinating world and its system of moons,” said Jim Green, director of planetary science at NASA Headquarters in Washington. “New Horizons is not only writing the textbook on the Pluto system, it’s serving to inspire current and future generations to keep exploring—to keep searching for what’s beyond the next hill.”

NASA’s New Horizons spacecraft reached a distance of 7,750 miles (12,500 kilometers) from Pluto’s surface during its July 14 closest approach, gathering so much data it will take almost another year to return to Earth. The data returned so far show a surprisingly wide variety of landforms and terrain ages on Pluto, as well as variations in color, composition and albedo (surface reflectivity). Team members also discovered evidence for a water-ice rich crust, multiple haze layers above the surface in Pluto’s atmosphere, and that Pluto is somewhat larger and a bit more ice rich than expected.

“The Pluto system surprised us in many ways, most notably teaching us that small planets can remain active billions of years after their formation,” said Stern, with the Southwest Research Institute (SwRI) in Boulder, Colorado. “We were also taught important lessons by the degree of geological complexity that both Pluto and its large moon Charon display.”

Some of the processes on Pluto appear to have occurred geologically recently, including those that involve the water-ice rich bedrock as well as the more volatile, and presumably more mobile, ices of the western lobe of Pluto’s “heart.” The diverse geology and apparent recent activity raise fundamental questions about how small planetary bodies remain active many billions of years after formation. The research suggests that other large worlds in the Kuiper belt — such as Eris, Makemake, and Haumea — could also have similarly complex histories that rival those of terrestrial planets such as Mars and Earth.

The New Horizons team notes that Triton, likely a former Kuiper Belt planet captured by Neptune, was considered the best analog for Pluto prior to the July 14 flyby. The team now believes that the geologies of Triton and Pluto are more different than similar, but will know more as additional data are returned.

New Horizons is part of NASA’s New Frontiers Program, managed by the agency’s Marshall Space Flight Center in Huntsville, Alabama. The Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory, Laurel, Maryland, designed, built, and operates the New Horizons spacecraft and manages the mission for NASA’s Science Mission Directorate. SwRI leads the science mission, payload operations, and encounter science planning.

http://www.nasa.gov/feature/new-horizons-publishes-first-research-paper-in-science-describing-numerous-pluto-system

Su Science tutta la geodiversità di Plutone

Pubblicato oggi il primo articolo scientifico con i dati raccolti della sonda New Horizons durante il flyby del 14 luglio scorso. Si conferma l’eccezionale varietà, non solo morfologica, della superficie del pianeta nano. E si esclude la presenza di altre lune oltre alle cinque già note

giovedì 15 ottobre 2015 @ 20:05

Fotografia della superficie di Plutone presa con lo strumento LORRI di New Horizons da una distanza di 80mila km. Fonte: Science

Fotografia della superficie di Plutone presa con lo strumento LORRI di New Horizons da una distanza di 80mila km. Fonte: Science

Dopo le foto, le cifre. Dopo il fascino, la scienza. I risultati preliminari dell’analisi dei circa 50 gigabit di dati raccolti dalla sonda NASA New Horizons durante la fase di maggior avvicinamento a Plutone – il flyby del 14 luglio scorso, a 13.691 km dal centro del pianeta – sono stati pubblicati oggi su Science. E confermano con i numeri quello che le immagini già avevano lasciato intuire: nano o nono che sia, Plutone è un pianeta sorprendentemente vario e colorato, e le sue lune non sono da meno.

A sorprendere il team di scienziati che ha firmato il lavoro – guidato da Alan Stern, responsabile della missione – è anzitutto la geodiversità del suolo. Una varietà che riguarda sia aspetti morfologici che cromatici. Anzitutto, l’analisi della variabilità dei crateri suggerisce che Plutone sia stato geologicamente attivo nell’arco delle ultime centinaia di milioni di anni, e che probabilmente lo sia tutt’ora. Quanto alla variabilità cromatica, è stata messa in luce grazie alle immagini raccolte con la camera di bordo MVIC (Multi-spectral Visible Imaging Camera), che ha rivelato la vasta gamma di colori presente sulla superficie di Plutone – dalle regioni rossastre e più scure della fascia equatoriale alle brillanti tonalità bluastre che si riscontrano salendo verso i poli. Schema, questo, spezzato dall’oramai celebre macchia a forma di cuore, anch’essa caratterizzata dal contrasto cromatico fra il lobo orientale e quello occidentale.

Quali sostanze si manifestino attraverso la tavolozza di Plutone è la domanda alla quale ha provato a dare risposta lo spettrometro infrarosso LEISA (Linear Etalon Imaging Spectral Array). I dati raccolti suggeriscono la presenza di più varietà di ghiacci volatili, e in particolare, nella regione occidentale della macchia a forma di cuore, di metano e monossido di carbonio. Ghiacci invece pressoché assenti nelle regioni equatoriali caratterizzate da una colorazione rossastra, dovuta probabilmente a composti organici chiamati toline – prodotti dall’irraggiamento di miscele di metano, azoto e monossido di carbonio da parte della luce ultravioletta proveniente dal Sole. Senza contare il ruolo giocato dal normale ghiaccio d’acqua. «Il ghiaccio d’acqua», osserva infatti una delle coautrici dell’articolo, l’italiana Silvia Protopapa, astronoma all’università del Maryland, «è un nuovo elemento che dobbiamo prendere in considerazione se vogliamo provare a ricostruire la complessa composizione della superficie di Plutone».

Ghiaccio in superficie anche per almeno due delle cinque lune di Plutone, Nix e Idra, alle quali New Horizons ha preso le misure al chilometro: 54 × 41 × 36 la prima e 43 x 33 la seconda, riporta Science. E a proposito di unicità, pare che Nix e Idra abbiano un moto di rotazione senza pari fra gli altri satelliti naturali del Sistema solare. «I dati raccolti da New Horizons sembrano indicare che Nix e Idra ruotano su sé stesse molto rapidamente e in modo anomalo: potrebbero essere le uniche lune autentiche – ovvero, satelliti in prossimità del proprio pianeta – che non puntano sempre la stessa faccia verso il corpo attorno al quale orbitano», spiega Douglas Hamilton, anch’egli dell’università del Maryland e coautore dello studio. Quanto al numero di lune – cinque, appunto – il flyby di New Horizons ha messo la parola fine: non ce ne sono altre, perlomeno non di diametro superiore al chilometro e mezzo.

Per saperne di più:

http://www.media.inaf.it/2015/10/15/science-new-horizons/

http://www.nasa.gov/image-feature/goddard/views-of-pluto-through-the-years

Mountains on Pluto by NASA | controappuntoblog.org

Verso Plutone e oltre + articoli seri e G. Holst – The planets …

 

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