Edgard Varèse, Octandre (Full) – Hyperprisme – eveline vernooij L’organizzazione del suono in Déserts

SOMMARIO

L’obiettivo del presente lavoro è duplice: in primo luogo, ci si propone di ricostruire il processo creativo di Déserts di Edgard Varèse mediante l’esame dettagliato delle fonti cartacee oggi disponibili; in secondo luogo, sulla base dei risultati della critica delle fonti, si presenta un nuovo modello analitico per l’interpretazionedell’opera.

Gli strumenti metodologici sono desunti dalla filologia d’autore: l’indagine critica dell’attività correttoria dell’autore nei diversi livelli redazionali dell’opera rende possibile individuare una direzionalità del processo compositivo e intravedere le linee di forza del suo linguaggio compositivo.

Le fonti di Déserts, numerose e diversificate, gettano una luce sul processo compositivo dell’opera. Dall’analisi degli schizzi, delle diverse redazioni e delle versioni autorizzate è stato possibile ripercorre l’itinerario creativo del compositore.

Facciamo qui vedere come nei primi stadi elaborativi della partitura orchestrale, testimoniati dagli schizzi anteriori al manoscritto autografo, il compositore si sia concentrato sulla strutturazione delle altezze tonali mediante trasformazioni dodecafoniche. La serie dodecafonica alla base della partitura strumentale è utilizzata come punto di partenza per la creazione di un patterning intervallare: l’accostamento di forme seriali diverse caratterizzate dalla medesima segmentazione in sottoinsiemi bi- e tricordali crea cellule intervallari invarianti che si configurano come uno dei principi costruttivi nell’economia del brano.

A partire dalla prima stesura completa dell’opera, Varèse ha lavorato continuamente a un processo di affinamento del timbro mediante una graduale rielaborazione della struttura sonora complessiva. I gruppi sonori sono in continua metamorfosi e il loro timbro è formato da articolazioni interne e da una dimensione evolutiva presente sia nella scrittura orchestrale sia nell’elettronica. Ne consegue che l’analisi della composizione della parte strumentale, se vuole essere coerente con il pensiero musicale che la muove, deve cogliere le trasmutazioni del suono attraverso la nozione di timbro.

La portata del pensiero varèsiano espresso in Déserts deve allora essere cercata nel connubio tra la componente astratta e la sua declinazione musicale, tra la serie dodecafonica e la minuta scrittura timbrica che la trascende.

L’organizzazione del suono in Déserts di Edgard Varèse

Edgard Varèse : Amériques – Ionisation – Deserts – Ecuatorial

Martina Raponi Strategie del rumore. Interferenze tra arte, filosofia e underground

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