nel 2015 ricorrono novant’anni dalla morte di Sergej Aleksandrovič Esenin.: Esenin film

Sergej Aleksandrovič Esenin( 3 ottobre 1895 – Leningrado, 28 dicembre 1925)

Pochi se ne ricordano, ma nel 2015 ricorrono i novant’anni dalla morte di Sergej Aleksandrovič Esenin.

L’Uomo Nero

di minima&moralia pubblicato venerdì, 21 agosto 2015 · 4 Commenti

Pochi se ne ricordano, ma nel 2015 ricorrono i novant’anni dalla morte di Sergej Aleksandrovič Esenin. Qui riproduciamo “L’uomo nero” nella traduzione di Bruno Carnevali, e invitiamo chi vuole a ricavarsi un cono d’ombra in cui stringere di nuovo amicizia con questo poeta.

di Sergej Aleksandrovič Esenin

Amico mio, amico mio,
Sono molto molto malato.
Io stesso non so da dove mi venga questo male.
Se sia il vento che sibila
Sul campo vuoto e deserto,
Forse, come a settembre al boschetto,
È l’alcool che sgretola il cervello.

La mia testa sventola le orecchie,
Come fa un uccello con le ali.
La mia testa non è più capace
Di ciondolarsi sul collo.
Un uomo nero,
Nero, nero,
Un uomo nero
Si siede sul mio letto,
Un uomo nero
Non mi lascia dormire per tutta la notte.

L’uomo nero
Scorre il dito su un libro schifoso
E, con canto nasale sopra di me,
Come un monaco su un morto,
Mi legge la vita
Di un certo mascalzone e furfante,
Cacciando nell’anima angoscia e paura.
L’uomo nero
Nero, nero…

«Ascolta, ascolta, –
Mi farfuglia, –
Nel libro ci sono molti bellissimi
Pensieri e progetti.
Quest’uomo
Viveva nel paese
Dei più repellenti
Teppisti e ciarlatani.

In dicembre in quel paese
La neve è pura fino al demonio,
E le bufere mettono in moto
I più allegri filatoi.
Quell’uomo era un avventuriero,
Ma della marca migliore
La più alta.

Egli era elegante,
E per giunta poeta,
Anche se piccola,
Afferrava la sua forza,
E una certa donna,
Che aveva quarant’anni e passa,
Lui la chiamava bambina cattiva
E la sua amata».

«La felicità – diceva,–
È destrezza di mente e mani.
Tutte le anime maldestre
Sono note per la loro infelicità.
Non importa,
Se molti tormenti
Sono frutto di gesti
Tortuosi e menzogneri.

Nelle tempeste, nei temporali,
Nella gelida vita,
Nelle perdite gravi
E quando sei triste,
Apparire sorridente e semplice –
È l’arte più sublime del mondo».

«Uomo nero!
Non osare questo!
Tu non sei in servizio
Come un palombaro.
Che m’importa della vita
Di un poeta scandaloso.
Per favore, a qualcun altro
Leggi e racconta».

L’uomo nero
Mi guarda fisso.
E gli occhi si tingono
Di un vomito azzurro,
Quasi volesse dirmi,
Che io sono delinquente e ladro,
Che in modo svergognato e impudente
Ha derubato qualcuno.

Amico mio, amico mio
Sono molto molto malato.
Io stesso, non so da dove mi venga questo male.
Forse è il vento che sibila
Sul campo vuoto e deserto,
Forse, come a settembre al boschetto,
È l’alcool che sgretola il cervello.

Notte di gelo…
La pace al bivio è silenziosa
Sto solo alla finestra,
Non aspetto né amico né ospite
Tutta la pianura è ricoperta
Di una calce friabile e molle,
E gli alberi, come cavalieri,
Sono a raduno nel nostro giardino.

Da qualche parte piange
Un uccello notturno malefico.
I cavalieri di legno
Seminano un rumore di zoccoli.
Ecco di nuovo questa cosa nera
Che siede sulla mia poltrona,
Solleva un po’ il suo cilindro
E incurante butta all’indietro le falde del pastrano.

«Ascolta, ascolta! –
Mi fa con voce sgradevole, guardandomi in faccia,
Ancora più vicino
Ancora più vicino mi si inchina. –
Non avevo mai visto che qualche
Delinquente
In modo così inutile e sciocco
Soffrire d’insonnia.

Ah, forse mi sono sbagliato!
Perché adesso c’è la luna.
Di che cosa ancora ha bisogno
Questo piccolo mondo mezzo addormentato?
Forse, con le sue grosse cosce
“Lei” verrà di nascosto,
E tu le leggerai
La tua fiacca lirica ormai sfiatata?

Ah, io amo i poeti!
Gente divertente.
In loro trovo sempre
Una storia famigliare al cuore,
Come quella di una studentessa piena di brufoli
E di un mostro dai lunghi capelli
Che le parla dei cosmi,
Tutto bramoso di desiderio sessuale.

Non so, non ricordo,
In un villaggio,
Forse, in quel di Kaluga,
O forse, in quel di Rjazan’,
Viveva un ragazzo
In una semplice famiglia contadina,
Con i capelli gialli,
Con gli occhi azzurri…

Ed ecco che divenne adulto,
E per giunta poeta,
Anche se piccola
Afferrava la sua forza,
E una certa donna,
Che aveva quarant’anni e passa
Lui la chiamava bambina cattiva,
E la sua amata».

«Uomo nero!
Tu sei un pessimo ospite.
Questa fama di te
Da molto tempo corre in giro».
Sono furibondo, fuori di me,
E vola il mio bastone
Giusto addirittura contro il suo muso,
alla radice del naso…

… La luna è morta,
Azzurreggia alla finestra l’alba.
Ah tu, notte!
Che m’hai combinato, notte?
Me ne sto in piedi qui col mio cilindro.
Non c’è nessuno con me.
Sono solo…
Con uno specchio in frantumi…

http://www.minimaetmoralia.it/wp/luomo-nero/
iframe width=”560″ height=”315″ src=”https://www.youtube.com/embed/WhSLGkYRIos” frameborder=”0″ allowfullscreen>



”Esenin”, film russo. Non ho idea di dove poterlo trovare, mi date una mano?

Guardate alcune scene tratte dal film qui: http://www.youtube.com/watch?v=E3GI_ysk4…
Bene, non so se sia mai stato doppiato in italiano (in teoria m’andrebbe bene anche in russo coi sottotitoli). Non ho idea di dove poterlo trovare, nè so darvi informazioni di genere (se non che è del 2005). Confido totalmente in voi.

Migliore risposta:  ma figurati se è stato doppiato in italiano, non si trova manco doppiato in inglese…beh se vuoi assolutamente vederlo non c’è altra speranza che vederlo in russo…

https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20110322133415AArhRrK

Esenin (TV Mini-Series 2005) – IMDb


E’ ancora presto perché mi addolori,

ma non è un male se anche son triste,

più dell’oro delle tue trecce

fruscia sul colle la giovane atreplice.

E vorrei ritornare in quei luoghi,

per sempre perdermi nell’anonimato

e al fruscio della giovane atreplice

sognare fumoso come sogna un bambino.

Ma sognare qualcosa d’altro, di nuovo,

incomprensibile all’erba e alla terra,

che il cuore non esprima a parole

e nominare non sappia l’uomo.

(1923)

[da S.Esenin, Stanco di vivere e altre poesie, Via del Vento Edizioni, trad. M.De Michie





Ho lasciato la casa paterna. Lettera alla madre. Sergej Esenin

Georgy Sviridov’s “Poem in memory of Sergey Esenin …

Не жалею, не зову, не плачу SERGEJ A. ESENIN …

Angelo Branduardi – Confessioni di un Malandrino

Esenin– Cantico del pane- La vacca | controappuntoblog.org

Georgy Sviridov’s “Poem in memory of Sergey Esenin .

Forse,ci fosse stato inchiostro all’«Angleterre»,non avreste …

CADONO COME I FIORI DI MELO | controappuntoblog.org

Esenin / Есенин – Tango

Questa voce è stata pubblicata in cultura, memoria e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.