The Origins of Totalitarianism – Le origini del totalitarismo: Hannah Arendt : Margarete Von Trotta film e altro

 

The origins of totalitarianism – Azioni Parallele

The origins of totalitarianism : Arendt, Hannah, 1906 … – Internet Archive

Per la conferma della mia identità io dipendo interamente dagli altri; ed è la grande grazia della compagnia che rifà del solitario un «tutto intero», salvandolo dal dialogo della riflessione in cui si rimane sempre equivoci, e ridandogli l’identità che gli consente di parlare con l’unica voce di una persona non scambiabile.

Quel che prepara così bene gli uomini moderni al dominio totalitario è l’estraniazione che da esperienza limite, usualmente subìta in certe condizioni sociali marginali come la vecchiaia, è diventata un’esperienza quotidiana delle masse crescenti del nostro secolo.

I movimenti totalitari trovano un terreno fertile per il loro sviluppo dovunque ci sono delle masse che per una ragione o per l’altra si sentono spinte all’organizzazione politica, pur non essendo tenute unite da un interesse comune e mancando di una specifica coscienza classista, incline a proporsi obiettivi ben definiti, limitati e conseguibili

L’atomizzazione della società sovietica venne ottenuta con l’abile uso di ripetute epurazioni, che invariabilmente precedevano l’effettiva liquidazione di un gruppo. Per distruggere tutti i legami sociali e familiari, le epurazioni venivano condotte in modo da minacciare della stessa sorte l’accusato e tutta la sua cerchia, dai semplici conoscenti agli amici e ai parenti più stretti. La conseguenza dell’ingegnoso criterio della “colpa per associazione” era che, appena un uomo veniva accusato, i suoi vecchi amici si trasformavano di colpo nei suoi nemici più accaniti… In ultima analisi, fu con l’impiego radicale di questi metodi polizieschi che il regime staliniano riuscì a instaurare una società atomizzata quale non si era mai vista prima, e a creare intorno a ciascun individuo un’imponente solitudine quale neppure una catastrofe da sola avrebbe potuto causare.

La concezione dei diritti umani è naufragata nel momento in cui sono comparsi individui che avevano perso tutte le altre qualità e relazioni specifiche, tranne la loro qualità umana […]. Se un individuo perde il suo status politico, dovrebbe trovarsi, stando alle implicazioni degli innati e inalienabili diritti umani, nella situazione contemplata dalle dichiarazioni che li proclamano. Avviene esattamente l’opposto: un uomo che non è altro che un uomo sembra aver perso le qualità che spingevano gli altri a trattarlo come un proprio simile

Hannah Arendt : Le  origini del totalitarismo

Arendt è perfettamente consapevole delle profonde differenze tra la società tedesca e la società sovietica, e le  differenze delle rispettive strutture economiche, lo stesso in merito ai  contenuti ideologici, ma mostra in modo assai inconfutabile  che esistono anche fondamentali affinità. Così, ad esempio, pur essendo l’ideologia dello stalinismo originata dal  materialismo dialettico culmine  delle migliori tradizioni occidentali, nentre, di contro, l’ideologia del nazismo è  fondata sul razzismo volgare, entrambe approdano all’esclusione di chi sia dannoso o superfluo nel processo di formazione di un astratto “uomo nuovo”. Da realtà socio-economiche diverse e da tradizioni culturali diverse possono scaturire regimi politici che costituiscono varianti della stessa forma politica. Da tale analisi deriva il monito che essendo il fenomeno del totalitarismo ormai strutturale nelle società moderne, è sempre pronto a rinascere, sotto diverse forme; come è in passato è scaturito sia dalla democrazia parlamentare della Repubblica di Weimar sia dalla rivoluzione bolscevica tradita.

  Interessanti che considerazioni sulla chiesa cattolica rispetto al suo totalitarismo. Evidente è l’esistenza di un capo infallibile, il papa. Indiscutibile anche l’organizzazione internazionale con agenti in ogni paese, i preti. L’esistenza di una élite, i preti e le suore/i monaci. I conventi funzionano come scuole per l’indottrinamento, oppure, guardato da un altro punto di vista, come laboratori per la verifica della pretesa di dominio assoluto sull’uomo, constringendo i monaci a lavoro coatto. E almeno nei tempi medievali, esistevano “nemici oggettivi” per la chiesa: ebrei, musulmani, cristiani ortodossi fuori della chiesa, donne (streghe), omosessuali (stregoni) all’interno di esso.
Comunque il potere della chiesa non era mai assoluto. C’erano tempi quando nella lotta tra sacralità e profanità, nella lotta tra il papa e l’imperatore tedesco-romano, il papa raggiungeva la supremazia sopra lo stato profano, ma non aveva mai il potere totale di Stalin o Hitler nei tempi moderni. Anche, soprattutto, il cattolicismo non è una ideologia politica, ma una religione. La struttura della chiesa non è caotica, ma fissa.

È mia opinione che il male non possa mai essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga né una profondità, né una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie.

È una sfida al pensiero, come ho scritto, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s’interessa al male viene frustrato, perché non c’è nulla. Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale.  Hannah Arendt  (Lettera a Gershom Scholem)

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