Allarme Fmi sulla disoccupazione ; 3D 4D Third Industrial Revolution post : Marx ,Lenin….

“Allarme Fmi sulla disoccupazione in Italia: “Vent’anni per tornare ai livelli pre-crisi

27/07/2015

La ripresa economica di Eurolandia si sta rafforzando. Ma il potenziale di crescita, stimato nell’1%, è troppo basso per far scendere l’elevato tasso di disoccupazione. «Senza un’accelerazione significativa della crescita ci vorranno quasi 10 anni in Spagna e quasi 20 anni in Portogallo e Italia per ridurre il tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi», scrive il Fondo monetario internazionale (Fmi) che fa il check up dello stato di salute dell’area euro e dell’Italia, nello stesso giorno in cui il Ministero del Lavoro diffonde i dati di metà anno relativi alle attivazioni e cessazioni di contratti di lavoro.”

http://www.lastampa.it/2015/07/27/economia/lallarme-del-fmi-sulla-disoccupazione-in-italia-ventanni-per-tornare-ai-livelli-precrisi-034hGa5NHh1BoB3i0aFuLJ/pagina.html

Nel 1829 c’erano a Manchester 1.088 filatori occupati in 36 fabbriche. Nel 1841 c’erano solo 448 filatori, i quali però facevano funzionare 53.353 fusi in più che non i 1.088 operai del 1829. Se il lavoro manuale fosse aumentato proporzionalmente al potere produttivo, il numero degli operai avrebbe dovuto raggiungere la cifra di 1.848: dunque i miglioramenti tecnici hanno tolto il lavoro a 1.100 operai (255).

Noi sappiamo già quale sarà la risposta degli economisti. Questi uomini privati del lavoro, essi dicono, troveranno un altro impiego. Il dottor Bowring non ha mancato di portare questo argomento al congresso degli economisti, ma non ha neppur mancato di smentirsi da se stesso.

Nel 1835 il dottor Bowring pronunciò un discorso alla Camera dei comuni a proposito dei 50.000 tessitori di Londra che da molto tempo muoiono di inedia senza riuscir a trovare questa nuova occupazione che i liberoscambisti fanno loro intravedere da lontano.

Ecco qui i passi salienti del discorso del dottor Bowring:

“La miseria dei tessitori a mano è il destino inevitabile di qualsiasi lavoro che si apprenda facilmente e che sia suscettibile di essere sostituito ad ogni istante da mezzi meno costosi. Poiché in questo caso la concorrenza fra gli operai è estremamente grande, la minima caduta della domanda porta a una crisi. I tessitori a mano si trovano in certo qual modo ai limiti dell’esistenza umana. Un passo ancora, e la loro esistenza diviene impossibile. La minima scossa è sufficiente a gettarli sulla strada della rovina. I progressi della meccanica, sopprimendo sempre più il lavoro manuale, comportano senza fallo, durante il periodo di transizione, molte sofferenze temporanee. Il benessere nazionale non si può acquistare che a prezzo di qualche male individuale. Nell’industria, si avanza solo a spese di chi rimane indietro; e fra tutte le scoperte, il telaio a vapore è quella che più grava sui tessitori a mano. Già in molti articoli che venivano fabbricati a mano il tessitore è stato posto fuori combattimento, ma sarà battuto in molti altri prodotti che si fabbricano ancora a mano.”

“Ho qui sottomano “, dice il dott. Bowring più avanti, ” una corrispondenza fra il governatore generale e la compagnia delle Indie Orientali. Queste lettere concernono i tessitori del distretto di Dacca. Dice il governatore nelle sue lettere: Qualche anno fa la Compagnia delle Indie Orientali riceveva da sei a otto milioni di pezze di cotone che venivano fabbricate dai telai a mano del paese; la domanda diminuì costantemente e si ridusse a un milione di pezze circa.

In questo momento è quasi completamente cessata. Inoltre, nei 1800 l’America del Nord ha importato dalle Indie circa 800.000 pezze di cotone. Nel 1830 non ne importò neppure 4.000. Infine, nel 1800 vennero spedite in Portogallo un milione di pezze di cotone. Nel 1830 il Portogallo non ne riceveva più che 20.000.

Le relazioni sulla miseria dei tessitori indiani sono terribili. Ma quale fu l’origine di questa miseria?

La comparsa sul mercato dei prodotti inglesi; la produzione dell’articolo per mezzo dei telai a vapore. Un gran numero di tessitori è morto d’inedia; il resto si è dato ad altre occupazioni, soprattutto ai lavori agricoli. Non poter cambiare occupazione, significa per questa gente la morte. In questo momento il distretto di Dacca rigurgita di filati e di tessuti inglesi. La mussola di Dacca, rinomata in tutto il mondo per la bellezza e per la solidità del tessuto, è egualmente scomparsa in seguito alla concorrenza delle macchine inglesi. In tutta la storia dell’industria si stenterebbe forse a trovare sofferenze simili a quelle che in questo modo classi intere hanno dovuto sopportare nelle Indie Orientali ” (256).

Il discorso del dottor Bowring è tanto più degno di nota in quanto i fatti in esso citati sono esatti e le frasi con cui egli cerca di attenuarli portano nettamente impresso quel carattere di ipocrisia che è comune a tutti i sermoni liberoscambisti. Bowring presenta gli operai come mezzi di produzione che è necessario sostituire con altri mezzi di produzione meno costosi. Egli finge di vedere nel lavoro di cui parla un lavoro del tutto eccezionale, e nella macchina che ha schiacciato i tessitori una macchina altrettanto eccezionale. Dimentica che non vi è lavoro manuale che non sia suscettibile di subire da un momento all’altro la sorte dell’industria tessile.

Lo scopo costante e la tendenza di ogni perfezionamento meccanico è, in effetti, di eliminare interamente il lavoro dell’uomo o di diminuirne il prezzo, sostituendo agli operai adulti le donne e i fanciulli; ovvero all’abile artigiano l’operaio non qualificato. Nella maggior parte delle filande a telai continui – in inglese throstle-mills – la filatura viene interamente eseguita da ragazze da sedici anni in giù (IV). L’introduzione del self-actor al posto della hand-mule (89) ha avuto per effetto il licenziamento della maggior parte dei filatori e l’assunzione di fanciulli e di adolescenti.“

Queste parole di uno dei più accaniti sostenitori del libero scambio, il dottor Ure (257), servono a completare le confessioni di Bowring, il quale parla di alcuni mali individuali e dice, nel medesimo tempo, che questi mali individuali mandano in rovina intere classi; il quale parla di sofferenze passeggere del periodo di transizione e in pari tempo non dissimula il fatto che queste sofferenze passeggere hanno significato per i più il passaggio dalla vita alla morte e per i restanti il passaggio da una condizione migliore a una peggiore. Quando dice, in seguito, che le sventure di questi operai sono inseparabili dal progresso dell’industria e necessarie al benessere nazionale, egli afferma semplicemente che il benessere della classe borghese ha per condizione necessaria la miseria della classe lavoratrice.

Tutto il discorso di Bowring per consolare gli operai che muoiono e, in generale, tutta la dottrina di compensazione dei liberoscambisti si riduce a questo:

Voi, migliaia di operai che morite, non doletevene. Voi potete morire in tutta tranquillità. La vostra classe non perirà. Essa sarà sempre tanto numerosa che il capitale la potrà decimare senza temere di annientarla. D’altronde, come volete che il capitale trovi un impiego utile se non avesse cura di tenersi costantemente in serbo la materia da sfruttare, gli operai, per sfruttarli di nuovo?

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