28 luglio 1914: “scoppia ” la Prima Guerra Mondiale ; Lenin Socialism and War – film del giorno- Diario di un disertore

La prima guerra mondiale fu il conflitto armato che coinvolse le principali potenze mondiali e molte di quelle minori tra l’estate del 1914 e la fine del 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei “guerra europea”, con il coinvolgimento successivo delle colonie dell’Impero britannico e di altri paesi extraeuropei tra cui gli Stati Uniti d’America e l’Impero giapponese, prese il nome di “guerra mondiale” o anche “Grande Guerra[1]: fu infatti il più grande conflitto armato mai combattuto fino alla seconda guerra mondiale[2].

Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo, e si concluse oltre quattro anni dopo, l’11 novembre 1918. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni dell’Ottocento, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano) e (dal 1915) la Bulgaria e dall’altra gli Alleati rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo e (dal 1915) Italia. Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 milioni solo in Europa) di cui oltre 9 milioni caddero sui campi di battaglia; si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie[3].

Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell’esercito tedesco in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia, azione fermata però dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914; il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze tedesche in una guerra breve e vittoriosa, e il conflitto degenerò in una logorante guerra di trincea che si replicò su tutti i fronti e perdurò fino al termine delle ostilità. Man mano che procedeva, la guerra raggiunse una scala mondiale con la partecipazione di molte altre nazioni, come Romania e Grecia. Determinante per l’esito finale fu nel 1917 l’ingresso degli Stati Uniti d’America a fianco degli Alleati. Diverse altre nazioni si schierarono contro gli Imperi centrali, spesso non entrando nel conflitto armato, ma dispensando importanti aiuti economici.

La guerra si concluse definitivamente l’11 novembre 1918 quando la Germania, ultimo degli Imperi centrali a deporre le armi, firmò l’armistizio imposto dagli Alleati. I maggiori imperi esistenti al mondo – tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo – si estinsero, generando diversi stati nazionali che ridisegnarono completamente la geografia politica dell’Europa.

La guerra e il socialismo internazionale

Vladimir Lenin (1914)

 


Scritto alla fine di agosto-settembre 1914.
Pubblicato per la prima volta il primo agosto 1929 sulla Pravda n. 174.
Trascitto per internet da Elisa, luglio 2001


Al socialista più che gli orrori della guerra , -noi siamo per la “santa guerra per tutti gli oppressi per la conquista delle loro patrie!” [1],-pesano gli orrori del tradimento perpetrato dai capi del socialismo contemporaneo, gli orrori del fallimento dell’attuale Internazionale.

Non è forse un tradimento della Socialdemocrazia il sorprendente cambiamento di fronte (dopo la dichiarazione di guerra della Germania) dei socialisti tedeschi ? Non sono un tradimento le frasi bugiarde sulla lotta liberatrice contro lo zarismo ? Il silenzio sull’imperialismo tedesco ? Il silenzio sul saccheggio della Serbia? Sugli interessi borghesi nella guerra contro l’Inghilterra ? Ecc.Ecc? Patrioti,sciovinisti , essi votano per i crediti di guerra !!

Non commettono lo stesso tradimento i socialisti francesi e belgi ? Essi smascherano assai bene l’Imperialismo tedesco ma sono purtroppo sorprendentemente ciechi dinnanzi all’imperialismi inglese,francese e a quello particolarmente barbaro della Russia! Essi non vedono il fatto lampante che la borghesia francese, per decine e decine di anni, ha assoldato a suon di miliardi le bande centonere dello zarismo russo, che questo zarismo opprime la maggioranza allogena della Russia, saccheggia la Polonia, opprime gli operai e i contadini della Grande Russia, ecc.?

In un momento come questo un socialista si sente sollevato vedendo come l’Avanti! Ha detto, coraggiosamente e schiettamente, l’amara verità in faccia a Südekum, ai socialisti tedeschi, affermando che essi sono imperialisti, cioè sciovinisti. Si prova un sollievo ancora maggiore quando si legge l’articolo di Zibordi ( Avanti!, 2 settembre), in cui viene smascherato non solo lo sciovinismo della borghesia tedesca e austriaca (il che è vantaggioso dal punto di vista della borghesia italiana), ma anche di quella francese, in cui si afferma che la guerra è una guerra della borghesia di tutti i paesi!!

La posizione dell’Avanti! e l’articolo di Zibordi – come pure la risoluzione votata da un gruppo di socialdemocratici rivoluzionari (in una recente conferenza tenutasi in un paese scandinavo) [2] – ci dicono che cosa vi è di giusto e di non giusto nelle correnti affermazioni sul fallimento dell’Internazionale. I borghesi e gli opportunisti (“riformisti di destra” [1]) ripetono questa affermazione rallegrandosene, i socialisti la ripetono con amarezza (Volksrecht di Zurigo [3], Bremer Bürger-Zeitung [4]). In questa affermazione c’è una gran parte di verità!! La bancarotta dei capi e della maggioranza dei partiti dell’ attuale Internazionale è un fatto. (Confrontate il Vorwarts [5], la Arbeiter-Zeitung [6] di Vienna, l’Hamburger Echo [7] con l’Humanité, e l’appello dei socialisti belgi e francesi con la “risposta” del Vorstand tedesco [8]). Le masse non si sono ancora pronunciate!!!

Ma Zibordi ha mille volte ragione quando dice che non la “dottrina è sbagliata”[1], non il socialismo è un rimedio errato[1]: “semplicemente non erano in dose bastante”, gli altri socialisti non sono “abbastanza socialisti”.

Nell’Internazionale europea dei nostri giorni ha fatto fallimento non il socialismo, ma il socialismo non bastante, cioè l’opportunismo e il riformismo. Proprio questa “tendenza”, che esiste dappertutto, in tutti i paesi, ed è così ben rappresentata da Bissolati e soci in Italia, è fallita; proprio essa per anni ha insegnato a dimenticare la lotta di classe ecc. ecc. – vedi la risoluzione [9].

Zibordi ha ragione quando vede la colpa principale dei socialisti europei nel fatto che essi “cercano nobilitare con postumi motivi la loro incapacità a prevenire, la loro necessità di partecipare al macello” [1], che il socialismo europeo ” preferisce fingere di fare per amore ciò che è costretto a fare senza forza” [1], che i socialisti “solidarizzano ciascuno con la propria nazione, col governo borghese della propria nazioneÖin una misura da formare una delusione per noi” [1] (e per tutti i socialisti non opportunisti) “e un compiacimento per tutti i non socialisti d’Italia”[1](e non solo dell’Italia, ma di tutti i paesi: vedi, per esempio, il liberalismo russo).

Ammessa pure la completa “incapacità” [1] e impotenza dei socialisti europei, la condotta dei loro capi è un tradimento e una bassezza: gli operai sono andati al macello, ma i capi? Votano a favore, entrano nel ministero!!! Anche in caso di completa impotenza essi avrebbero dovuto votare contro, non entrare nel ministero, non pronunziare ignominie scioviniste, non solidarizzare con la propria “nazione”, non difendere la “propria” borghesia ma al contrario avrebbero dovuto denunciarne le nefandezze.

Poiché la borghesia e gli imperialisti sono dappertutto, l’infame preparazione del macello è dappertutto; se lo zarismo russo (il più reazionario di tutti) è particolarmente infame e barbaro, nondimeno, l’imperialismo tedesco è monarchico: ha scopi dinastico-feudali, una borghesia rozza, meno libera che in Francia. I socialdemocratici russi hanno detto con ragione che per loro il male minore sarebbe la disfatta dello zarismo, che il loro nemico diretto è lo sciovinismo grande-russo, ma i socialisti (non opportunisti) di ogni paese dovevano vedere il loro nemico principale nel “proprio” (“patrio”) sciovinismo.

Ma è poi vero che l’ “incapacità” [1] sia poi talmente assoluta? è così? Fucilare? Heldentod? [10] e morte infame?? In vantaggio di “un’altra patria“?? [1] Non sempre!! Era possibile, era in ogni caso indispensabile prendere l’iniziativa. La propaganda illegale e la guerra civile sarebbero più oneste, sarebbero più opportune per i socialisti (questo propagandano i socialisti russi).

Per esempio, ci si culla nell’illusione che la guerra finirà, le cose si aggiusterannoÖNo!! Perché il fallimento dell’attuale Internazionale (1889-1914) non sia il fallimento del socialismo, perché le masse non si allontanino, per evitare il dominio dell’anarchia e del sindacalismo (vergognoso come in Francia), bisogna guardare la verità in faccia. Chiunque vinca, l’Europa è minacciata da una intensificazione dello sciovinismo, del “revanscismo“, ecc. Il militarismo tedesco o grande-russo suscita un contro-sciovinismo, ecc. ecc.

è nostro dovere trarre la conclusione che l’opportunismo, il riformismo, che è stato così solennemente proclamato in Italia (e così fermamente stroncato dai compagni italiani [11]), è pienamente fallito eÖ[12]

Lenin contro la prima guerra mondiale (1914) ; Socialism and War – “Left-Wing” Childishness 1918

Diario di un disertore – controappuntoblog.org

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