Francesco Emilio Restuccia : sperare nelle rovine pdf – Vilém Flusser ; VIAGGIO IN ITALIA

Interessi Di Ricerca:

La mia ricerca consiste in una lettura estetica del pensiero di Vilém Flusser (conosciuto principalmente in Germania come teorico dei media e in Brasile come filosofo della comunicazione) e in particolare del suo concetto di apparecchio/apparato. Attraverso un confronto con i testi sulla tecnica di Walter Benjamin, intendo analizzare come gli apparecchi, soprattutto in quanto produttori di immagini tecniche, contribuiscano alla configurazione del campo del sensibile. Un problema rilevante che emerge da questo studio riguarda lo spazio di libertà che resta al funzionario, ossia a chi entra in rapporto con un apparecchio.
Aree di interesse: estetica, filosofia della tecnica, teoria dei media, antropologia delle immagini, filosofia del linguaggio

https://web.uniroma1.it/dip_filosofia/node/6211

Sperare nelle rovine

Francesco Restuccia

Abstract

L’articolo è una riflessione sul valore dell’esperienza delle rovine. Per “attivare” quest’esperienza, non basta trovarsi davanti a qualcosa di danneggiato: la rovina deve presentarsi come mutila (rimandando a qualcosa di perduto) e vulnerabile (mostrando come ciò che resta potrebbe trasformarsi o scomparire da un momento all’altro). La filosofa spagnola Maria Zambrano, nel suo articolo sulle rovine, parte da questa dialettica tra assenza e presenza: ciò che è assente è l’essenziale, ma ciò che è presente è necessario come rimando all’assente. Richiamando la teoria della rappresentazione di Louis Marin potremmo quindi dire che la rovina è una rappresentazione, fortemente riflessiva, della propria distruzione. Dalle rovine impariamo che ogni edificazione, che sia una costruzione architettonica o storica, o una qualsiasi realizzazione di un sogno, finirà per essere distrutta. Lungi dall’essere un monito terribile, questo carattere della rovina la rende secondo Zambrano “una metafora della speranza”. Questo perché, “ogni realizzazione è una frustrazione” e quindi la sua messa in crisi è la riapertura di nuove possibilità. Come affermano in modo diverso Simmel e Benjamin le edificazioni sono delle imposizioni (dello spirito sulla natura, o dei produttori sulla società): ogni edificazione che si pretende definitiva chiude le porte a tutte le altre realizzazioni possibili. La precarietà delle rovine ci insegna invece ad avere uno sguardo critico e a mantenere aperta la possibilità. Non si tratta di una speranza rassicurante, ma di una speranza che mette in moto. L’esperienza delle rovine — preziosa perché educa alla critica e al pensare alternative — è oggi in pericolo, forse perché la loro instabilità ci è intollerabile. A noi spetta mettere in salvo questa esperienza, cercando, anche attraverso l’arte, d’aiutare le rovine a resistere nella loro vulnerabilità.

http://cav.unibg.it/elephant_castle/web/saggi/sperare-nelle-rovine/171

La crisi dell’avvenire ; – Vilém Flusser and the Digital

VIAGGIO IN ITALIA, OVVERO – controappuntoblog.org

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