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Autoritratto di Van Gogh (1889): il quadro

Nell’arco di dieci anni, Vincent Van Gogh ha dipinto più di quaranta autoritratti eseguiti con colori ad olio su tela o disegnati a matita. Per Van Gogh l’autoritratto era una sfida fra le più difficili. Il suo scopo era rappresentare se stesso meglio di quanto potesse fare la fotografia. L’autoritratto e il ritratto inoltre erano un modo per conoscere meglio se stesso e le persone che facevano da modelli. Era affascinato dai lavori di Rembrandt, che riteneva andassero oltre la semplice pittura, rivelando sempre qualcosa di particolare e profondo dei soggetti che ritraeva.

In questo dipinto, un olio su tela realizzato nel 1889, un anno prima della sua morte, Van Gogh indossa una giacca azzurra e posa davanti ad uno sfondo turchese, i cui arabeschi sembrano in continuo movimento e in contrasto con la posizione immobile del pittore.

I colori azzurro e turchese sono ovunque e si pongono in vivo contrasto con l’arancione dei capelli e della barba. Lo sguardo accentuato dal colore verde degli occhi e i lineamenti del volto sembrano mostrare un Van Gogh triste e irato, già profondamente segnato dalla pazzia eppure meravigliosamente intenso e ammantato dalla potenza del suo talento.

Autoritratto (Van Gogh, 1889)

La ronda dei carcerati, di Vincent Van Gogh

La ronda dei carcerati è stato dipinto da Vincent Van Gogh nel 1890. Si tratta di un olio su tela  che misura 80×64 cm, attualmente conservato presso il museo Puskin di Mosca.

Il quadro nasce da una tragica esperienza del pittore che nel maggio del 1889 fu ricoverato nell’ospedale di Saint-Paul-de-Mausole, dopo che gli abitanti del quartiere di Place Lamartine, nella città di Arles, firmarono una petizione affinché van Gogh fosse allontanato per i suoi comportamenti irrispettosi e intemperanti

Nell’ospedale gli viene assegnata una camera singola e una stanza al piano terreno dove van Gogh ne ricava uno studio e continua a dipingere.

Non ha soggetti, né ispirazioni da ciò che vede intorno a sé e allora decide di dipingere traendo spunto da riproduzioni di altri quadri. Questo dipinto, famosissimo, è ispirato da una incisione di Gustave Doré. La situazione da “carcerato” che Van Gogh vive in questo periodo può avergli fatto scegliere tale soggetto proprio per rappresentare la sua situazione. E il carcerato in primo piano potrebbe essere lo stesso pittore, che osserva con angoscia lo spettatore.

Analisi dell’opera

Nel carcerato in primo piano, che guarda angosciato lo spettatore, è stato riconosciuto un autoritratto di Vincent, che così vuole denunciare il suo stato di reclusione e di abbandono; non a caso, poi, nella parte alta del dipinto, sono ritratte due farfalle bianche che volano verso l’alto, simbolo di libertà, ma anche di purezza perdute.

Inoltre -coincidenza, questa, assai nefasta- i carcerati ritratti sono trentasette, proprio quanto il numero degli anni che Van Gogh avrà quando si ucciderà.

 



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