Una produzione in stile cinese. La Foxconn nella Repubblica Ceca, audio ; riassunto post Foxconn

Una produzione in stile cinese. La Foxconn nella Repubblica Ceca

Foxconn Czech Republic

di RUTVICA ANDRIJASEVIC e DEVI SACCHETTO

In vista della presentazione di Nella fabbrica globale. Vite al lavoro e resistenze operaie nei laboratori della Foxconn (Verona, ombre corte, 2015), che si terrà il 12 marzo a Bologna, pubblichiamo il contributo che compare nel volume di Rutvica Andrijasevic e Devi Sacchetto, che hanno già anticipato su questo sito alcuni risultati della loro ricerca sull’organizzazione del lavoro negli stabilimenti Foxconn nella Repubblica Ceca e in Turchia. Di questo lavoro ci pare necessario sottolineare, con le parole degli autori, «la necessità di indagare l’organizzazione globale della produzione dell’impresa taiwanese […] Un approccio che mette in primo piano il ruolo del lavoro nell’organizzazione della produzione globale potrebbe rendere visibili i collegamenti e le continuità delle condizioni di produzione in luoghi quali l’Europa e la Cina che altrimenti potrebbero apparire solo come peculiari e separate».

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Insieme alle sue 32 fabbriche in Cina, la Foxconn ha altri 200 stabilimenti nel mondo dei quali ci sono scarse informazioni. In Europa l’impresa taiwanese possiede degli stabilimenti nella Repubblica Ceca, in Russia, in Slovacchia, in Turchia e in Ungheria. Nonostante la Foxconn possieda sette stabilimenti in Europa molto poco si conosce su come opera questo grande terzista. Il presente saggio si concentra sugli stabilimenti nella Repubblica Ceca che costituiscono il principale polo logistico per l’esportazione negli altri Paesi europei. I dati e le riflessioni qui presentate fanno parte di un più ampio progetto di ricerca che mira ad analizzare i diversi siti produttivi in Europa. Dal febbraio al settembre del 2012 abbiamo svolto una ricerca sul campo nella Repubblica Ceca con l’obiettivo di comprendere le esperienze lavorative della manodopera, le modalità di gestione della produzione dell’organizzazione del lavoro e, infine, il ruolo dello Stato. L’analisi si basa su circa sessanta interviste a lavoratori locali e migranti nonché a testimoni privilegiati nei due siti produttivi nella Repubblica Ceca. I lavoratori intervistati di età dai 25 ai 65 anni, sia uomini sia donne, erano occupati direttamente o attraverso agenzie di reclutamento private. La maggioranza dei dipendenti diretti era di nazionalità ceca, mentre gli altri erano migranti provenienti dai vicini Paesi dell’Unione europea oppure da Paesi quali la Mongolia, l’Ucraina e il Vietnam. Le interviste sono state svolte fuori dal posto di lavoro, nei bar, nei parchi e nei dormitori. Ai lavoratori è stato garantito l’anonimato. Durante il lavoro sul campo, gli autori alloggiavano negli stessi dormitori in cui risiedevano i lavoratori. I testimoni privilegiati intervistati sono: i responsabili dell’Ufficio del lavoro e dell’Ispettorato del lavoro locali, due manager di agenzie di reclutamento, un delegato del Ministero del lavoro, un rappresentante del sindacato metalmeccanico (Kovo) e due rappresentanti della Confederazione sindacale ČMKOS, alcuni membri di associazioni per i diritti dei migranti…continua a leggere

http://www.connessioniprecarie.org/2015/03/10/una-produzione-in-stile-cinese-la-foxconn-nella-repubblica-ceca/

Bologna, 12 mar. – Esiste un modello di produzione cinese, che va oltre i cancelli della fabbrica e si espande nell’intera società? E questo modello viene esportato oltre i confini dove è nato? Sono le domande alla base del libro Nella fabbrica globale. Vite al lavoro e resistenze operaie nei laboratori della Foxconn, a cura di Ferruccio Gambino e Devi Sacchetto. L’idea della ricerca è nata dopo che nel 2010 più di 20 operai si sono suicidati nelle fabbriche della Foxconn.

Il volume documenta le storie di vita e di lavoro negli stabilimenti della multinazionale taiwanese dell’high tech, terzo datore di lavoro al mondo con oltre 1 milione di persone impiegate. Nei suoi oltre 200 stabilimenti sparsi per il mondo si assemblano per i grandi marchi smartphone, tablet e altri oggetti high tech, lavorando, soprattutto in Cina, in “un regime semi militare“.

Spesso i lavoratori soggiornano nei dormitori vicini alla fabbrica. Questo non succede solo a Shenzhen, in Cina, dove si trova lo stabilimento più grande, che impiega 330 mila persone, ma anche, per esempio, in Repubblica ceca, come racconta il saggio di Rutvica Andrijasevic e Devi Sacchetto Una produzione in stile cinese. La Foxconn nella Republica
ceca. Qui i lavoratori interinali possono arrivare anche al 60% della manodopera e molti sono immigrati. Per questo spesso si affidano alle stesse agenzie di lavoro per trovare un posto dove dormire.


http://www.radiocittadelcapo.it/archives/foxconn-dentro-la-fabbrica-globale-157624/

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