I TRE GRAPPOLI
Ha tre, Giacinto, grappoli la vite.
Bevi del primo il limpido piacere;
bevi dell’altro l’oblio breve e mite;
e… più non bere:
ché sonno è il terzo, e con lo sguardo acuto
nel nero sonno vigila, da un canto,
sappi, il dolore; e alto grida un muto
pianto già pianto.
CONVIVIO
O convitato della vita, è l’ora.
Brillino rossi i calici di vino;
tu né bramoso più, né sazio ancora,
lascia il festino.
Splendano d’aurea luce i lampadari,
fragri la rosa e il timo dell’Imetto,
sorrida in cerchio tuttavia di cari
capi il banchetto:
tu sorgi e… Triste, su la mensa ingombra,
delle morenti lampade lo svolo
lugubre lungo! triste errar nell’ombra,
ultimo, solo!
La vite e il cavolo
Dal glauco e pingue cavolo si toglie
e fugge all’olmo la pampinea vite,
ed a sè, tra le branche inaridite,
attira il puniceo strascico di foglie.
Pace, o pampinea vite! Aureo s’accoglie
il sol nel lungo tuo grappolo mite;
aurea la gioia, e dentro le brunite
coppe ogni cura in razzi d’oro scioglie.
Ma, nobil vite, alcuna gloria è spesso
pur di quel gramo, se per lui l’oscuro
paiol borbotta con suo lieve scrollo;
e il core allegra al pio villan, che d’esso
trova odorato il tiepido abituro,
mentre a’ fumanti buoi libera il collo.
Giovanni Pascoli : Myricae
Caro Severino, la mia vita da che non ti vedo e non ti parlo nemmeno per scritto, passa melanconica, ed è turbata da mille ragioni e specialmente dalla considerazione dell’inutilità e vacuità e vanità della vita mia e delle mie sorelle. Giunti a questo punto, ci siamo accorti tutti e tre, credo, che abbiamo sbagliato nella somma della vita; e non si rinasce.
12 dicembre 1892, lettera all’amico Severino Ferrara