Terzo Rapporto Caritas, rapporto istat ultimo, povertà germania ; vecchi post….

Giovedì 19 Febbraio 2015
Terzo Rapporto su impatto della crisi economica in Europa 
Caritas Europa e Caritas Italiana presentano oggi giovedì 19 febbraio, presso la sede dell’Associazione Stampa Estera (via dell’Umiltà 83/C, Roma) il “Terzo Rapporto sull‘impatto della crisi economica in Europa”, uno studio sull‘impatto della crisi e delle misure di austerità sulla popolazione europea, con un focus sulla situazione di Cipro, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Romania e Spagna.
Programma:
ore 10.30 – 11.00
Conferenza Stampa
ore 11.00 – 13.00
Presentazione Rapporto
Esperienze Caritas nazionali (Grecia, Italia e Spagna)
Tavola Rotonda
Conclusioni
Intervengono:
Antonio Tajani (Vice Presidente Parlamento Europeo, PPE),
David-Maria Sassoli (Vice Presidente Parlamento Europeo, S&D)
Lieve Fransen (Direttore Politiche sociali e Strategia 2020 per crescita e competititvità Commissione Europea)
Jorge Nuño Mayer (Segretario Generale Caritas Europa)
Walter Nanni (Responsabile Ufficio Studi Caritas Italiana)
Tiziana Ciampolini (Responsabile Osservatorio Povertà e Risorse Caritas Torino)
Modera: Susanna Petruni (Vicedirettore TG1 RAI).
Il Terzo rapporto di monitoraggio dell’impatto della crisi economica in sette “paesi deboli” dell’Unione Europea (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania, Cipro), curato da Caritas Europa, contiene una serie di dati, testimonianze e raccomandazioni rivolte ai governi nazionali e alle autorità europee, in merito alla povertà e all’esclusione sociale determinate dalla crisi economica e aggravate dalle politiche di austerity e di spending review messe in atto in numerosi paesi dell’Unione.
Nel testo sono inoltre riportati dati e testimonianze sulle forme di intervento delle Caritas nei sette paesi caso-studio, a sostegno delle persone e delle famiglie colpite dalla crisi.

http://www.caritasitaliana.it/home_page/area_stampa/00005637_Terzo_Rapporto_su_impatto_della_crisi_economica_in_Europa.html

“Disagio economico per una famiglia su 4, un giovane su 4 non studia né lavora”

“Disagio economico per una famiglia su 4, un giovane su 4 non studia né lavora”

Numeri & News
Il rapporto Noi Italia presentato dall’Istat evidenzia che il 23,4% dei nuclei presenta almeno tre sintomi di deprivazione. Il tasso di occupazione nella Penisola è sotto il 60% contro l’obiettivo del 75% che la Ue punta a raggiungere nel 2020
| 19 febbraio 2015

Una famiglia su 4 vive in situazione di disagio economico e un giovane su 4 è un cosiddetto “Neet”, cioè non è né lavoratore né studente. Sono alcuni degli aspetti che più spiccano nell’ampio rapporto Noi Italia presentato dall’Istat.”Il 23,4% delle famiglie vive in una situazione di disagio economico, per un totale di 14,6 milioni di individui”, si legge nel documento, aggiornato al 2013. L’anno prima comunque la percentuale era ancora più alta: 24,9%. Tornando al dato più recente, il 12,4% dei nuclei famigliari si trova in grave difficoltà. Quanto ai giovani, sono due milioni e mezzo gli italiani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano: il 26% degli under 30, più di uno su 4. Nell’Unione europea peggio fa solo la Grecia (28,9%). Ne abbiamo il triplo della Germania (8,7%) e quasi il doppio della Francia (13,8%).

La crisi nelle famiglie
Per quanto riguarda la crisi, per le famiglie le statistiche si basano sull’indicatore di deprivazione, che scatta quando si presentano almeno tre “sintomi” (dopo i quattro si parla di seria deprivazione) su una lista di nove. Dal non poter sostenere spese impreviste ad accumulare arretrati nei pagamenti di mutui, affitti, bollette. Nel 2013 il 23,4% delle famiglie residenti in Italia presentava almeno tre delle difficoltà considerate e il 12,4% quattro o più, con differenze marcate tra i diversi indicatori: il 2,6% dichiarava di non potersi permettere l’acquisto di una lavatrice, un televisore a colori, un telefono o un’automobile, mentre il 50,4% per motivi economici non poteva trascorrere una settimana di vacanza lontano da casa. Circa il 19% diceva di non riuscire a riscaldare adeguatamente l’abitazione e il 14,5% di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni. Infine il 12% è rimasto in arretrato con almeno un pagamento e il 40,5% non sarebbe riuscito ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro. Il panorama territoriale mette in evidenza il forte svantaggio dell’Italia meridionale e insulare, con valori più che doppi rispetto alla media nazionale. Nel Mezzogiorno, le famiglie deprivate sono il 40,8% di quelle residenti, contro il 15,4% del Nord-ovest, il 13,1% del Nord-est e il 17,3% del Centro. Le situazioni più gravi si registrano in Sicilia (50,2), Puglia (43), Calabria e Campania (38,8). I valori più bassi invece si ritrovano nella provincia autonoma di Trento (10,6), nel Veneto (12,1), in Piemonte (12,2), in Toscana (12,5) e in Emilia-Romagna (14,1).

Tasso di occupazione sotto il 60%, l’obiettivo Ue è del 75%
In Italia lavorano meno di 6 persone su 10 tra i 20 e i 64 anni. Nel 2013, infatti, il tasso di occupazione per questa fascia d’età è calato, scendendo sotto quota 60%. Nella graduatoria europea, solamente Grecia, Croazia e Spagna presentano valori inferiori. L’indicatore per altro è considerato strategico dalla Commissione Ue, il cui obiettivo sarebbe raggiungere il 75% per il 2020. In Italia sono oltre 10 milioni le persone in condizioni di povertà relativa, che presentano una spesa per consumi inferiore alla soglia di riferimento. Si tratta del 16,6% della popolazione. La povertà assoluta, che non consente di avere standard di vita accettabili, coinvolge invece il 7,9% delle famiglie, per un totale di circa 6 milioni di cittadini.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/19/istat-famiglia-4-in-disagio-economico-giovane-4-non-studia-ne-lavora/1438350/

Germania, Die Welt: la povertà minaccia un tedesco su sei

giovedì, 29, gennaio, 2015

Sul quotidiano Die Welt i risultati di un’indagine statistica mostrano una Germania in sofferenza, con i dati sulla povertà in aumento. Evidentemente i “benefici dell’euro” non ricadono sulla popolazione del paese che in questo decennio ha fatto la parte del leone e la domanda interna sta andando a farsi benedire anche in Germania, aggravando la crisi dell’euro che va a colpire anche i paesi del Nord.

poverta-germania

di Nando Sommerfeldt, 24 gennaio 2015 – (traduzione di Mauro Colombo)

L’ufficio federale di statistica ha pubblicato dati allarmanti. Il rischio di impoverimento non è mai stato così alto. Addirittura 3,1 milioni di lavoratori guadagnano così poco da scivolare al di sotto della soglia di povertà.

Il rischio di povertà è sensibilmente maggiore tra le donne che tra gli uomini. Per circa la metà dei colpiti (1,5 milioni), già una vacanza di 1 settimana all’anno fuori casa non rientra nelle possibilità.

Quasi 600.000 poveri hanno rinunciato ad una autovettura propria perché non se la possono permettere.

Questi dati si basano sulle indagini delle famiglie.

“Il numero di lavoratori che con il loro reddito stanno appena sotto o appena sopra la soglia per le prestazioni Hartz-IV è spaventosamente alta” ha detto al giornale la Presidente della VDK (SozialVerband VDK Deutschland) Ulrike Mascher.

Per molte di queste famiglie il sussidio è evidentemente insufficiente per superare in un certo qual modo le difficoltà.

La responsabile delle politiche sul mercato del lavoro dei Linke Sabine Zimmermann chiede un rapido aumento del salario minimo a 10 €. Per combattere il trend negativo serve inoltre, secondo la Zimmermann, introdurre dei limiti nei rapporti di lavoro, come anche arginare o abolire il lavoro interinale e i Minijob.

A BREMA E NEL MECLEMBURGO C’E’ IL RISCHIO PIU’ ALTO.

Un’occhiata alle statistiche svela anche come ci siano grosse differenze regionali.

Nel 2013 il rischio povertà era chiaramente più alto della Germania Orientale che nella ex Repubblica Federale. Il numero delle persone a rischio è del 19,8% nei nuovi Land e del 14,4% nella Germania occidentale, chiaramente superiore rispetto al valore degli anni scorsi.

L’ufficio di statistica presenta i dati sul rischio di povertà sulla base del censimento del 2005. Da allora gli indici di povertà dell’est e dell’ovest si sono certamente avvicinati, tuttavia la minaccia della povertà rimane sensibilmente più alta nella Germania orientale. Nel 2005 il 20,4% dei tedeschi dell’est e il 13,2% dei tedeschi dell’ovest era ritenuto a rischio di povertà.

In Germania sempre più lavoratori riescono, a quanto pare, a vivere a malapena col loro reddito. Come riferisce il “Saarbrücker Zeitung”, secondo i dati dell’ufficio federale di statistica, alla fine del 2013 circa 3,1 milioni di lavoratori percepiscono un reddito al di sotto della soglia di povertà. Nel 2008 erano almeno 2,5 milioni. E’ un aumento del 25%. Soprattutto la cosiddetta quota a rischio di povertà raggiunge il livello record di 16,1%.

E’ considerato a rischio di povertà chi, compresi tutti i sussidi statali come, per esempio, fondi per la casa o per i figli, raggiunge meno del 60% del reddito medio.

Nel 2013 la soglia era di 939 € netti al mese. Per le famiglie con 2 figli si parla di soglia di povertà quando il reddito familiare netto è inferiore a 2056 €. Molti non ce la fanno ad andare in vacanza

Una analisi dettagliata delle statistiche ci offre una visione più precisa della sgradevole situazione di molti cittadini.

Essa svela che nel 2013, 370.000 lavoratori poveri non sono riusciti a pagare l’affitto entro la scadenza, 417.000 hanno rinunciato ad un riscaldamento adeguato, e 538.000 hanno risparmiato sul cibo e si sono preparati un pasto completo soltanto un giorno ogni due.

Nel 2005 Il pericolo di povertà è al minimo sia nel Baden-Wurttemberg che nella Baviera, è il più alto a Brema e nel Mecleburgo – Pomerania Anteriore. Nel 2013 il rischio di povertà è all’11,4% in Baden – Wurttenberg, e all’11,3 % in Baviera.

http://www.imolaoggi.it/2015/01/29/germania-die-welt-la-poverta-minaccia-un-tedesco-su-sei/

Storming the Food Banks: Charities Struggle with Growing

Europa in ginocchio, Germania in recessione 14 Agosto .

L’italia piange e la Germania ride a denti stretti? IN USA .

Germania, i pro ei contro dei minijob – Insight: The dark side …

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Save the Children: rapporto su povertà infantile | controappuntoblog.org

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