Ubs punta ancora sulla Grecia e Credit Suisse vede un lieto fine : come funziona il mercato video

Ubs punta ancora sulla Grecia e Credit Suisse vede un lieto fine

di Serena Berici 26/01/2015 12.30

Ubs punta ancora sulla Grecia e Credit Suisse vede un lieto fine

Ubs resta overweight sulla Grecia, con più cautela sulle banche, mentre Credit Suisse vede un lieto fine grazie al QE. Considerando che la vittoria del partito Nuova Democrazia alle elezioni greche di domenica era molto improbabile, per gli analisti di Ubs il trionfo di Syriza, pur senza la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento, è il migliore scenario possibile per i titoli azionari ellenici.

Inoltre, se Alexis Tsipras riuscisse a formare una coalizione di maggioranza nei prossimi giorni, probabilmente con To Potami e/o Pasok, lo scenario peggiore per il Paese (il default del debito e l’uscita dall’euro) è assai difficile che si verifichi ed è stato in gran parte già scontato dai mercati finanziari nelle sedute pre-elettorali.

“Anche se la nostra promozione della Grecia a overweight di inizio ottobre è stata una mossa affrettata, ora è troppo tardi per tornare indietro e tagliare il giudizio”, hanno affermato gli esperti, osservando che dallo scorso 7 ottobre l’indice Msci greco in dollari ha perso il 30% rispetto al calo dell’1,9% del paniere Msci dei mercati emergenti globali. Da inizio anno, invece, i titoli della Grecia hanno perso il 5,6% rispetto al +3,6% dei mercati emergenti.

In ogni caso, oltre alla sottoperformance dell’indice in borsa, ci sono diversi argomenti a sostegno di uno scenario rialzista per l’equity ellenico tra cui l’outlook sulla ripresa economica del Paese, il surplus primario, la valutazione degli utili societari e la debolezza della moneta unica.

Nel dettaglio, il team della banca d’affari ha stimato per quest’anno una crescita del pil greco del 2,4%, in aumento dello 0,5% rispetto allo scorso anno e sopra il consenso, grazie a un miglioramento del flusso dei turisti e della fiducia dei consumatori, a una solida ripresa della spesa in conto capitale e a un aumento delle esportazioni.

Oltre a questo, i diversi anni di austerità hanno permesso al Paese di raggiungere un avanzo primario di bilancio nel 2013 che per il prossimo anno ci aspettiamo nuovamente al 2,9% del pil. Quanto agli utili societari, è probabile che mostrino un tasso di crescita enorme vista la base di confronto debole, rendendo le valutazioni dei titoli nettamente inferiori. Gli analisti di Ubs hanno calcolato che l’indice Msci della Grecia ha chiuso lo scorso anno con un guadagno finale pari a circa 150 volte, dato che l’utile per azione è sceso di quasi il 98%.

Per quest’anno, il consenso sugli utili sconta un aumento di 13-14 volte, abbassando il multiplo prezzo/utile fino a 10,1 volte, vale a dire il 19% al di sotto della sua media di lungo termine (12,8 volte). Tuttavia, anche se il livello degli utili societari nel corso dell’anno dovrebbe restare ancora inferiore di oltre il 60% rispetto al livello del 2013, il mercato ha chiuso lo scorso anno a un multiplo di 3,7 volte il recente picco degli utili. “Ciò suggerisce che la maggior parte delle cattive notizie è stata già prezzata e che gli utili societari dovrebbero recuperare parecchio nei prossimi anni”, ha spiegato Ubs.

Poiché il maggior peso dell’indice Msci greco deriva dai titoli finanziari, che contano per il 49% del totale, la banca d’affari ha mantenuto invariato il rating overweight su tali titoli con Alpha Bank come unica azione ellenica a rientrare nella lista delle Top pick 40 dei mercati emergenti.

Nondimeno, se Syriza riuscisse a trovare la coalizione di governo nei tempi previsti dalla costituzione greca coerentemente con il programma elettorale, potrebbe prendere in considerazione una qualche forma di ristrutturazione del debito privato (in particolare dei mutui residenziali) con lo scopo di alleviare la pressione fiscale sulle famiglie. Un tale scenario renderebbe necessari ulteriori accantonamenti per il settore bancario che potrebbero erodere la base di capitale.

Per questo motivo, gli analisti si aspettano che gli investitori restino cauti sul settore bancario almeno fino a quando non ci sarà maggiore visibilità sul risultato dei negoziati con la Troika e sulle eventuali norme specifiche aggiuntive per il settore. “Sommando a questo fattore il vento contrario sugli utili, ci aspettiamo che nel breve termine gli istituti di credito facciano affidamento anche sul meccanismo di finanziamento ELA per soddisfare le loro esigenze di liquidità supplementari”, hanno aggiunto.

Quanto ai bond greci di lungo termine, i titoli viaggiano il 13% al di sotto della media dello scorso marzo-settembre, incorporando nei prezzi un aumento del rischio di default tra il 13% e il 26%, a seconda delle ipotesi sul valore di recupero in caso di insolvenza. Per Ubs tale rapporto è buono, soprattutto se si considera una probabilità di uscita dall’euro ampiamente inferiore al 5%.

Il rischio di inadempienza per le obbligazioni in mano agli investitori privati è dunque marginale, anche se questi titoli sono difficili da ristrutturare in quanto sono regolati dal diritto internazionale e sono soprattutto in pancia a fondi hedge che rappresentano una minoranza dei creditori greci. “Molti attribuiscono la volatilità che si è manifestata in altri mercati periferici solo alla ristrutturazione del debito greco. Di conseguenza, il cambiamento della rischiosità implicita dei prezzi di mercato degli ultimi mesi è derivata quasi completamente dai timori di uscita dall’Eurozona del Paese, piuttosto che da un aumento del rischio di default all’interno dell’euro”, ha concluso Ubs.

“Gli asset della Grecia potrebbero rimanere sotto pressione fino a che non verrà raggiunto un accordo con i creditori internazionali e anche gli asset europei potrebbero essere toccati in misura minore attraverso la divisa e una forma limitata di contagio verso i Paesi periferici. Tuttavia i risultati delle elezioni sono stati in linea con le attese e quindi le reazioni dei mercati dovrebbero essere limitate”, ha commentato Credit Suisse.

Secondo gli analisti dell’istituto elvetico, ci sarà comunque “un lieto fine” in quanto il quantitative easing della Bce contribuirà a stabilizzare le attese di inflazione nei 19 Paesi, fornendo un ulteriore incentivo alla Grecia per cercare un accordo con la Bce, la Commissione europea e il Fmi.

Il contagio, però, potrebbe anche funzionare al contrario: se la Grecia riuscisse a raggiungere un accordo, il risultato complessivo delle elezioni greche, che ha visto un partito estremista raggiungere il potere, sarà quello di rafforzare l’Unione europea anziché il suo contrario. “Per questo tutte le parti hanno interesse in una soluzione positiva. L’Europa è pronta a essere più flessibile, come dimostrato la scorsa settimane dal rilassamento delle regole del patto di stabilità e la Grecia ha una serie di incentivi a trovare un accordo su un cammino condiviso di riforme”, ha concluso Credit Suisse.

Comunque oggi il numero uno del Fmi, Christine Lagarde, ha escluso che dopo la vittoria di Syriza i creditori possano accordare un trattamento speciale sul debito alla Grecia. “Ci sono regole all’interno dell’area che vanno rispettate e non possiamo introdurre categorie speciali per questo o quel Paese. Non è una questione di misure di austerità, queste sono riforme profonde che vanno realizzate”, ha sottolineato Lagarde, ricordando che Atene deve completare le sue riforme, dalla raccolta delle tasse alla riduzione degli arretrati giudiziari.

Gli analisti di Societe Generale  hanno poi ricordato che nell’ambito del programma di allentamento monetario la Bce non comprerà più del 33% di un debito di un Paese e questo vale anche per la Grecia, che è quella che più si avvicina a questa soglia considerando strettamente come debito le obbligazioni.

“Questo sarebbe piuttosto crudele per Atene dato che ora la maggior parte del suo debito è costituito da prestiti. Noi non sappiamo che cosa la Bce intenda esattamente fare, ma ci aspettiamo che fornisca un’ampia definizione del debito greco. Per questo non ci aspettiamo che la regola del 33% freni materialmente l’acquisto dei titoli di Stato del Paese, una volta che il nuovo governo e la Commissione Ue abbiano raggiunto un accordo di lungo termine”, ha aggiunto la banca d’affari francese.

Secondo Societe Generale , quest’anno l’Eurotower acquisterà circa 102 miliardi di euro di titoli di Stato tedeschi, circa il 70% dell’offerta lorda, mentre la raccolta netta sarà negativa per 8 miliardi. A settembre del prossimo anno il Sistema europeo delle banche centrale avrà già acquistato il 25% di ogni singolo Bund, di ogni singolo bond portoghese e di quasi ogni singolo titolo spagnolo che rientra nell’universo di quelli ammissibili.

http://www.milanofinanza.it/news/ubs-punta-ancora-sulla-grecia-e-credit-suisse-vede-un-lieto-fine-201501261253562016

Greece the day after….

buona gionata da banco svizzera e gasprom!

Questa voce è stata pubblicata in ordinario crisi, ordinario storia di tutti i paesi, speciale morti di sonno e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.