Un tebbirile intanchesimo e altri rattonchi

Sperduti Carlo

Un tebbirile intanchesimo e altri rattonchi

Dom, 07/12/2014 – 22:26 — Luca-Menichetti

Scrive Gero Mannella nella prefazione al libro di Sperduti: “Nelle trame del nostro non capita di rado che le parole e i motti, dal ruolo di ancelle di fatti e fenomeni (com’è consuetudine) divengano protagoniste, e usino al contrario i fenomeni per giustificarsi” (pag. 8). Vengono poi citati, en passant, Beckett, Kafka e Bacon, ma è chiaro che nel capovolgimento della verosimiglianza e della realtà presente nei raccontini di Sperduti non abbiamo colto particolari finalità filosofiche “alte”, tipo mettere a nudo l’assurdità dell’esistenza. Un volare più basso probabilmente, colto con arguzia dal Gero Mannella di “Storie che fanno cagare (centronord) o cagare (sud.isole)” che, sembra ormai assodato, condivide con l’autore di “Un tebbirile intanchesimo”: il piacere per i surreali giochi di parole e per un nonsense che si traduce in illogici colpi di scena. Quale sia il legame tra le rivendicate “cazzate” di Mannella, e quindi di Sperduti, con la letteratura in quanto tale starà il lettore a scoprirlo. Forse è una domanda che in prima battuta non troverà una piena risposta, non fosse altro che un critico severo e attento potrebbe pure lamentare il fatto che l’autore poteva non limitarsi al microracconto, e soprattutto sfruttare a pieno il proprio talento per andare oltre i limiti del mero gioco di parole, seppur non privo di genialità. Comunque la si voglia vedere, di pagina in pagina, appare sempre più chiaro il modus operandi di Sperduti nel comporre le venticinque brevi prose presenti nel libro, soprattutto riconoscendo l’impossibilità di classificarle; non fosse altro che, quando “le parole si coalizzano contro il fenomenico” e “la scrittura vive di espedienti”, cercare precedenti illustri può diventare ozioso e non rimane che prendere atto di come dall’uso funambolico della parola in molti casi possa nascere l’idea del racconto, per poi diventare una fonte di un divertimento che non contempla spiegazioni logiche.

Esempio lampante proprio con “Un tebbirile intanchesimo”, titolo della raccolta ed in particolare del racconto dislessico e fiabesco di Sparlo Cherduti: la storia dell’intanchesimo della sgreta tacchiva Fiaba e dell’unico modo per scioreglielo che “è pronunciare cotterramente questa srafe”. Senza dimenticare tutti gli improbabili uomini e donne alle prese con il turuttutù nairanài che si insinua virale nelle giornate di Anita; e poi le vicissitudini tragiche della ricerca del fusillo perduto; in “Drammi al luppolo” un uomo innamorato e non corrisposto dalla bionda Chiara che non può ordinare né birra chiara né birra bionda, “perché solo pronunciare quel nome andrebbe ad acuire una sofferenza già troppo potente”; in “Giorgia a caso” il singolare e rimpianto menage con una tipa che “soffriva di sbalzi di umore” (“e quando dico sbalzi dico poco, perché se un attimo prima era lì a baciarti, l’attimo dopo voleva ucciderti”), con l’eventualità di finire azzannato e farsi staccare “tanto così di carne dalla schiena”; lo schiaffeggiatore a cottimo di “Pizze a domicilio” (proprio quelle pizze lì, sul muso e senza pomodoro); il misterioso nano seduto e il suo pessimo umorismo; ed altra varia e inclassificabile umanità. A conclusione del “tebbirile intanchesimo” una quarta parte che abbandona il racconto e ci propone una “saggistica” a dir poco alternativa: leggiamo “Sillogismi dell’idiota italico nell’idioma italico”, “L’altro Zenone”, “La lalofobia come guida spirituale”; e come ciliegina finale l’autorecensione “Non sono d’accordo con quello che dico”: l’autostroncatura (falsissima) di Sperduti che scrive di uno Sperduti (e immaginiamo anche di Sparlo Cherduti) da “incasellare nella poco onorevole categoria dei tanti scrittorucoli che non sono all’altezza delle imprese che si propongono di portare a termine e a cui l’eccessiva tracotanza impedisce di individuare i propri limiti” (pag. 123). Autorecensione falsissima questa di “Non sono d’accordo con quello che scrivo” perché siamo sicuri che anche molti lettori non saranno d’accordo con quello che afferma Sperduti. Ovvero sul fatto che Sparlo Cherduti meriti di essere stroncato.

EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE:
Carlo Sperduti, è nato nel 1984. Scrive a Roma, dove si occupa di eventi e laboratori letterari. Suoi racconti sono apparsi in antologie edite da CaratteriMobili e Zero91. Per Intermezzi Editore ha pubblicato Caterina fu gettata(2011), Valentina controvento(2013), Ti mettono in una scatola (2014).
Carlo Sperduti, “Un tebbirile intanchesimo e altri rattonchi”, Gorilla Sapiens Edizioni (collana Scarto), Roma 2013, pag. 128.
Luca Menichetti. Lankelot, dicembre 2014

http://www.lankelot.eu/letteratura/sperduti-carlo-un-tebbirile-intanchesimo-e-altri-rattonchi.html

Nicolaus of Cusa: Quadrature of the Circle …..La quadratura del cerchio e dell’iperbole

http://www.controappuntoblog.org/2014/07/04/nicolaus-of-cusa-quadrature-of-the-circle-la-quadratura-del-cerchio-e-delliperbole/

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