Bologna, blitz al recruiting day: “noi non lavoriamo gratis!”

Bologna, blitz al recruiting day: “noi non lavoriamo gratis!”
  • Contropiano Bologna

Bologna, blitz al recruiting day: "noi non lavoriamo gratis!"

Come ogni anno, in tutta Italia le università, poli del sapere e culla della futura “elite culturale e dirigente” del nostro Paese, mettono in mostra quanto di più vero della propria essenza: l’essere diventate, ormai, il parcheggio di enormi masse di giovani che, spinti dall’aspirazione ad una vita dignitosa, una carriera soddisfacente, o semplicemente dal loro desiderio di conoscenza, investono il loro tempo e denaro nella loro formazione.

Giovani che, all’oggi, non rappresentano altro che un vastissimo esercito di precari nel migliore dei casi, o di disoccupati nel peggiore delle possibilità.
Si tratta del Recruiting Day, uno dei tanti eventi in cui l’Università apre le sue vetrine e lascia entrare le aziende, per selezionare quello tra i suoi giovani studenti che potrebbe essere il piu adatto ad accettare un lavoro mal pagato, precario, o addirittura volontario.
Una giornata in cui laureandi e neo-laureati possono sfoggiare la propria merce (il proprio curriculum, per lo più vuoto di esperienze lavorative che non siano tirocini formativi) e “aprirsi alle opportunità del mondo del lavoro” di fronte a quelle stesse aziende che hanno contribuito alla creazione dell’attuale modello di sfruttamento del lavoro e di aziendalizzazione dell’istruzione.
Quello che viene proposto oggi come modello è il Jobs Act, frutto della concertazione tra i grandi poteri economici dell’Unione Europea che hanno poi delegato al governo Renzi la sua formulazione.
È il modello EXPO, dove migliaia di giovani lavoreranno in modo volontario – cioè senza essere pagati – a quello che dovrebbe essere l’evento per il rilancio dell’economia dell’Italia. È il modello FICO, quello che permetterà a centinaia di persone di lavorare qualche mese con un salario misero in quello che dovrebbe diventare il più grande polo dell’agroalimentare del Paese.
A Bologna ieri si è svolta una contestazione rispetto a tutto ciò. “Lavoro precario, lavoro gratuito, assenza di futuro”, hanno scritto “Noi Restiamo” e “Hobo” in un comunicato comune. #iononlavorogratis è invece la campagna lanciata in questi giorni a Bologna contro l’istituzionalizzazione di questo sistema di sfruttamento.
Come ormai di norma di fronte ad ogni forma di dissenso, ad attendere i manifestanti giunti davanti alla sede della kermesse c’erano ben 6 camionette di agenti in assetto antisommossa. Polizia e carabinieri hanno bloccato tutte le vie d’accesso all’evento, impedendo anche l’ingresso a chi voleva consegnare il proprio curriculum, nella vaga speranza di raccogliere qualche briciola di futuro.
Disilludere qualche futuro disoccupato è un danno collaterale accettabile, quando c’è da reprimere il ptenziale dissenso di un’intera generazione.

http://contropiano.org/politica/item/27774-bologna-blitz-al-recruiting-day-noi-non-lavoriamo-gratis

26.11.14 Bologna – No Recruiting Day: #iononlavorogratis

26 / 11 / 2014

Dall’assemblea di martedì 18 in Università è stato aperto il percorso #iononlavorogratis, la cui prima tappa (dopo un partecipato dibattito sul lavoro gratuito e grandi eventi) è stata la contestazione del Recruiting Day, ennesimo evento vetrina organizzato dall’Unibo insieme alle imprese responsabili della crisi, per vendere false illusioni e promesse a giovani laureandi e neo laureati. Il giorno dopo l’approvazione alla Camera del Jobs Act, appare ancora più chiaro in cosa consistano queste promesse: precarietà, lavoro gratuito, assenza di futuro.

Oggi studenti, studentesse e precari si sono trovati in piazza per contestare questo modello di sfruttamento che riporta i diritti del lavoro indietro di duecento anni. La risposta dell’Università, come ormai spesso accade, è stata la militarizzazione di via Belmeloro (dove si svolgeva il Recruiting day) con 6 camionette e forze dell’ordine schierate in assetto antisommossa. Polizia e carabinieri hanno bloccato tutte le vie d’accesso all’evento, impedendo anche l’ingresso a chi voleva consegnare il proprio curriculum, nella vaga speranza di briciole di futuro. Abbiamo comunicato le ragioni della protesta e il perché le promesse spacciate sono completamente illusorie, proiettando dei video contro il lavoro gratuito e l’appello di Sergio Bologna ai “volontari” di Expo. Infatti l’Università si fa promotrice di grandi eventi come EXPO e F.I.Co., che istituzionalizzano il lavoro gratuito, modello già consolidato negli Atenei italiani con stage e tirocini non retribuiti. Abbiamo concluso davanti al rettorato che per l’occasione è stato chiuso, a dimostrazione della completa assenza di legittimità di chi governa le istituzioni universitarie.

Davanti a false promesse e illusioni, vogliamo rompere questo ricatto e, come abbiamo fatto oggi, continueremo a ripetere #ionolavorogratis!

Rilanciamo l’assemblea pubblica di martedì 2 dicembre alle ore 19 in via Zamboni 38, verso e oltre lo sciopero del 12 dicembre e le prossime tappe di mobilitazione.

Leggi il comunicato di lancio del percorso #iononlavorogratis:

Martedì 18 novembre in via Zamboni 38 si è tenuta un’assemblea pubblica su “Università, grandi opere, grandi eventi: nuovi modelli di trasformazione urbana e del lavoro” .

Da questa assemblea è stato rilanciato un percorso fatto di diverse tappe e giornate di mobilitazione e di confronto pubblico, sperimentando la costruzione di processi cittadini, collettivi e aperti.

– 20.11 ore 20 @ Paladozza (piazza Azzarita) contestiamo Renzi.
– 24.11 @ facoltà di agraria giornata di informazione e di volantinaggio su F.I.Co..
– 25.11 ore 17 @ via Zamboni 38 dibattito “Se è gratis, non è lavoro” con Andrea Fumagalli e Federico Chicchi.
– 26.11 ore 10 @ Piazza Verdi NoRecruitingDay #iononlavorogratis.
– 28.11 ore 19 @ Sala Borsa assemblea pubblica “Foglia di Fico” “Come decostruire l’immaginario attorno a F.I.C.O per costruire alternativa?”
– 2.12 ore 19 @ via Zamboni 38 assemblea pubblica verso e oltre lo sciopero del 12 dicembre.

I dispositivi di lavoro gratuito inseriscono università e grandi eventi in un quadro comune. Attraverso le prossime iniziative e il percorso tracciato dall’assemblea in università, la scommessa è contestare il modello di sfruttamento, di false promesse, di ricattabilità, di gratuità della prestazione lavorativa che viene disegnato dentro stage e tirocini universitari, sempre più intrecciati ai cambiamenti del mercato del lavoro mutato da misure come il Jobs Act e da strumenti fallimentari come la Youth Garantee, e sempre più in simbiosi con gli interessi economici e di business dei grandi eventi come F.I.Co. ed EXPO.

I grandi eventi come F.I.Co. e l’operazione di trasferimento del polo universitario all’ex Staveco, con conseguente svendita degli immobili in zona universitaria, trasformeranno Bologna e stravolgeranno la geografia e i flussi della città. Appare evidente che le grandi opere e l’accademia universitaria diventano sempre più dispositivi di trasformazione urbana e assumono un ruolo politico centrale nei meccanismi decisionali che mutano il volto cittadino.

Allo stesso tempo è possibile rintracciare una forte connessione fra i dispositivi di sfruttamento del lavoro alla base di eventi come EXPO e le false promesse formative che sostanziano stage e tirocini diffusi nel mondo accademico, per celare prestazioni di lavoro gratuito e dequalificato. Per convincere i giovani a diventare volontari presso EXPO vengono costruite campagne mediatiche che ruotano intorno al gradimento sui social network (“conquisterai moltissimi like su facebook”) e a fantomatiche capacità acquisite nell’accoglienza ai visitatori dell’esposizione, invitando a lavorare gratuitamente e senza tutele. Le esperienze di stage e tirocini durante e dopo il percorso universitario funzionano utilizzando gli stessi sistemi di convincimento: lavorare gratuitamente 300 ore, senza nessun vincolo sull’effettiva crescita formativa, serve per ottenere un certo numero di crediti e fornire l’illusione di un aumento delle capacità e delle competenze utili per entrare – in futuro – nel mondo del lavoro.

Mercoledì 26 novembre si terrà il Recruiting Day, l’evento autunnale targato Unibo per mettere in contatto domanda e offerta di lavoro: si tratta di una replica del Career Day che annualmente si svolge in Fiera, trasferito però nel centro della città e della zona universitaria. Per tutto il giorno, previa prenotazione all’evento e ritiro di un braccialetto (usato per ridurre code, ma anche per catalogare e controllare gli accessi, come se si trattasse proprio di reclute in fila), gli aspiranti candidati in cerca di impiego potranno conoscere i responsabili risorse umane di molte note aziende.

Il 26 novembre andrà in scena l’ennesimo evento-vetrina di aziende ed imprese: dietro ad illusorie promesse di assunzione giovani laureandi e neolaureati rincorrono la speranza di entrare nel mondo del lavoro. Nonostante la precarietà ed i ricatti, in molti proveranno a lasciare un curriculum ad aziende, che nella migliore delle ipotesi proporranno lavori a titolo gratuito. E a causa delle condizioni imposte dal mercato e dalle riforme del lavoro, la prospettiva di un contratto futuro non farà altro che confermare una situazione di ricattabilità e di sfruttamento.

Sin dal percorso formativo ci ritroviamo immersi nella precarietà, consapevoli che il conseguimento della laurea non aprirà le porte del posto fisso, situazione sconosciuta alle giovani generazioni, che ogni giorno devono destreggiarsi tra lavori precari ed occasionali per sopravvivere.

Riteniamo inaccettabile pensare di risolvere il nodo della disoccupazione giovanile – arrivata a livelli senza precedenti (46%) – e della precarietà, ormai paradigma del mondo del lavoro, con strumenti e politiche inefficaci e peggiorative, come la Youth Garantee e il Jobs Act.

Il modello EXPO, fondato sull’inserimento al lavoro attraverso percorsi di servizio civile, stage e lavoro volontario – quindi gratuito – viene esteso a livello nazionale.

Sia nel Jobs Act sia nella Garanzia Giovani, il paradigma di “produttività” e di “competitività” viene contrapposto a quello di “inefficienza” e di “inattività”: verso maggiore sfruttamento e ricattabilità, liberalizzazione definitiva del contratto a tempo determinato e dell’apprendistato, bassi salari, minori oneri per le imprese, quindi precarizzazione strutturale e selvaggia.

La nostra garanzia giovani è reddito contro la precarietà, contro il lavoro gratuito di stage, tirocini e apprendistati, contro il ricatto che ci costringe a scegliere tra salari da fame, contratti vergognosi e disoccupazione.

#iononlavorogratis

FB: Io Non Lavoro Gratis

http://www.globalproject.info/it/in_movimento/261114-bologna-no-recruiting-day-iononlavorogratis/18293

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