PETTIROSSO – Il bagno del passero : Umberto Saba

L’alata

genia che adoro – ce n’è al mondo tanta! –

varia d’usi e costumi, ebbra di vita,

si sveglia e canta.

Umberto Saba

I “sereni “animali

La gallina Piticon-Piticonda, di cui da giovane celebrò il funerale, il cane «musicale» Occo-Occo, che accompagnava Wagner con i suoi latrati, e Ilo di cui raccontava che era morto di colpo alla notizia dell’occupazione tedesca di Parigi. Per non parlare di merli e canarini che hanno uno spazio a parte nell’attenzione affettiva di Saba. Per il poeta gli animali sono il nucleo di verità della vita che si manifesta con immediatezza e semplicità. In un quadro del mondo in cui l’innocenza della natura si oppone all’artificio della cultura Saba ne avverte e ne registra l’ignara sofferenza nella distanza che li separa dalla crudeltà degli uomini.

Disegno a stampa di un pettirosso con un

commento del poeta

PETTIROSSO
TRATTENERTI, VOLESSI ANCHE, NON POSSO.

VEDI, AMICO DEL MERLO, IL PETTIROSSO.
QUANTO HA IL SIMILE IN ODIO EGLI DI QUELLA
VICINANZA PAR LIETO. E TU LI PENSI
COMPAGNI INSEPARABILI, CHE AGLI ORLI
DI UN BOSCHETTO SORPRESO LI SORPRENDI.
MA UN IMPETO GIOIOSO AL NERO AMICO,
CHE VIVE PREDE HA NEL BECCO, L’INVOLA.
PIEGA UN RAMO LONTANO, CUI NON NUOCE,
SE UN PO’ NE OSCILLA, L’INCARCO; LA BELLA
STAGIONE, IL CIELO TUTTO SUO L’INEBBRIANO,
E LA MOGLIE NEL NIDO. COME UN TEMPO
IL DOLCE FIGLIO CHE DI ME NUTRIVO,
SI SENTE INGORDO LIBERO FEROCE;

E LÀ SI SGOLA.
Uccelli (1948)

AL LETTORE

SE LEGGI QUESTI VERSI E SE IN PROFONDO

SENTI CHE BELLI NON SONO, SON VERI,

CI TROVI UN CANARINO E TUTTO IL MONDO.

Quasi un racconto (1951)

http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/pagine/mostre/pagina_339.html

Il bagno del passero

C’era sul davanzale una scodella

piena d’acqua. Era la’ dimenticata.

Era l’alba. (L’avevo io la’ posata;

ma per altro). Venuto per il pane

suo quotidiano la scopriva un passero.

Stupito si guardo’ (o mi parve) intorno.

V’immerse prima la testina;  poi

(il mondo tutto casa sua, e la mia

col resto) entrava tutto quanto in quella

Breve fu il mio stupore ed il suo sguazzo.

Improvviso parti’ come venuto.

“Non credo che il suo paziente potrà mai guarire del tutto. Al più uscirà dalla cura molto più illuminato su se stesso e sugli altri. Ma, se è un vero poeta, la poesia rappresenta un compenso troppo forte alla nevrosi, perché possa interamente rinunciare ai benefici della sua malattia”.

Freud  a Weiss su Saba (Lettere sulla psicoanalisi, 1994)

 

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