Emilio Zucchi : Tra le cose che aspettano, Il pioppo genuflesso

Corrono nuvole sulla pianura,

blu sopra fabbriche disperse in mezzo

a campi senza visibile fine

e confine. Autostrada srotolata

verso temperature discontinue

e altre altitudini, altri martoriati

paesaggi, ed altre vene di fiumi

fervide benché impure, ed altri sbocchi

d’ossigeno da milioni d’alberi ignari

di tanto immane, spaventoso amore,

anche dentro l’orrore

Emilio Zucchi

Da Tra le cose che aspettano (Passigli, 2007)

Tra le cose che aspettano è una raccolta poetica del poeta italiano Emilio Zucchi.

Essa è strutturata in due sezioni dal titolo “Periferia di Parma” (suddivisa in tre sottosezioni) e da “Appennino” (suddivisa in due sottosezioni). Le poesie alle pp. 17, 46, 51, 53, 57, 63 e 67 sono state precedentemente pubblicate sulla rivista Poesia (rivista 1988) edita da Crocetti Editore nel maggio del 2004, mentre le poesie alle pp. 18, 19, 20, 21, 22, 23, 26, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35 e 36 erano già apparse su “Almanacco dello specchio di Arnoldo Mondadori Editore nel 2005. Le rimanenti poesie sono tutte inedite.

Nella prefazione al testo, il critico Maurizio Cucchi[2] scrive: ” La sua voce è potente, il sentimento delle cose profondo…splendide sono le poesie…”

Ogni lirica di questa raccolta, come scrive Ottavio Rossani[3],… è esemplare per rigore espressivo, fluidità del verso, critica civile, sobrietà dei toni.”

Videointervista a Emilio Zucchi – terza parte – Gazzetta di

«Linda come una tegola/dopo la pioggia, semplice/come una corda e un saio,/ti immaginai così, vita. Sbagliavo»)  («Il pioppo sovraccarico di neve/piegato verso il fiume, genuflesso/come un santo all’altare d’una pieve,/il pioppo che dei tremuli il riflesso/occhi del sole di gennaio accoglie,/mentre del merlo il solfeggiare scioglie,/ecco, il pioppo ringrazia/la scura che lo strazia,/perché alla terra lo congiunge, e piange/la resina più pura. Addio, foglie»

Il pioppo genuflesso

Se nella prima  (poesia)ci si appella alla vita come la si vorrebbe che fosse, dentro una sorta di utopia etica subito perduta, nella seconda ci si rivolge alla vita così com’è, col suo carico di strazio, mentre lo si accetta sino in fondo, quel carico, ineludibile risvolto di tenebra: con una pietà che ormai sfiora la cristiana riconoscenza. Potrei spingermi addirittura più avanti: e dire che il breve, intenso apologo del pioppo che si genuflette, che accoglie serenamente in sé la vita e la morte, rappresenti una sorta di traguardo del percorso compiuto da Zucchi sin da i tempi de Il pane: dove non mancavano momenti di fredda contemplazione dell’insensata ferocia del vivere. Sentite qua:

«La goccia di sangue dal quarto/di cavallo è caduta/segatura la beve/la scopa passa e scopre altre piastrelle».

Questo per dire che si farebbe torto alla complessità del poeta, se lo si volesse rubricare sotto l’etichetta d’un aggiornato francescanesimo. Forse si farebbe meglio a parlare di essenzialità antica, ottenuta attraverso una luce che è inseguita in tutte le sue metamorfosi stagionali, con intelligenza ciclica, laddove – come ha notato Luzi- «quella che viene glorificata è l’attenzione», la costante e diuturna attenzione al mondo. Bisognerà solo aggiungere che quando Zucchi sposta tale attenzione dalla natura agli uomini, è l’inspiegabile tragedia del vivere che riguadagna subito il campo. Come avviene nella bella poesia che chiude la raccolta:

«Sorella crocifissa tra gli sterpi/vicino al fiume, l’alba denudata/agghiaccia la tua pelle tumefatta/dai colpi di bastone, sorellina/addormentata e sola, mai nessuno/indagherà sul serio. Nylon nero/lacerato, ragazza di Tirana,/pallida come un’ostia/o come un faro d’auto/a snebbiare la notte nel cercarti.//Non tremare, non piangere, sorella:/urlano chiodi e spine nella carne/del Santo, non tremare».

http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/30000/29802.xml?key=Massimo+Onofri&first=21&orderby=0&f=fi

Tra le cose che aspettano

Zucchi, Tra le cose

Emilio Zucchi

Poesia

prefazione di Maurizio Cucchi

Anno :2007

Pagine :64

Prezzo :10,00€

ISBN :88-368-1050-5

Il libro:

Tra i poeti della sua generazione Emilio Zucchi è sicuramente uno dei più interessanti. Lo pensavo già dopo la lettura del suo primo libro Il pane, soprattutto per due ragioni – che tornano nettamente a imporsi qui, Tra le cose che aspettano – , e cioè per l’energia compressa della sua parola e per la sua esattezza, qualità che emergono immediatamente di fronte al suo verso, controllatissimo e denso. Il nuovo libro, in parte anticipato l’anno scorso nel nuovo “Almanacco dello Specchio”, apre ulteriormente il ventaglio di prospettive e di territori da esplorare di Zucchi. Emerge subito la sua capacità di muoversi reattivo – e per certi aspetti giustamente insofferente – nella contemporaneità, fino a comporre sequenze di netta impronta civile, nelle quali circolano ben vivi i suoi umori – umori forti – senza che mai l’autore si lasci andare ad accenti enfatici o superficialmente indignati. La sua voce è potente, il sentimento delle cose profondo … Dalla prefazione di Maurizio Cucchi
L’autore:

Nato a Parma nel 1963, Emilio Zucchi è un nome ormai noto fra i poeti della sua generazione. Dopo le prime due raccolte (Il pane, Campanotto, 1994, con prefazione di Leopoldo Carra e Il pioppo genuflesso, Diabasis, 2001, con prefazione di Mario Luzi), l’Almanacco dello Specchio di Mondadori ha presentato un anno fa una serie di sue poesie che costituiscono anche parte del libro che qui si presenta. Giornalista professionista, Emilio Zucchi si occupa di poesia anche da un punto di vista critico, in particolare attraverso recensioni su giornali e sulla rivista “Poesia” edita da Crocetti.
Il brano:

«I lobotomizzati digitalida ombre di password fragili trasmigranoa schermate d’offertelast minute all inclusive: bianche spiagge,palme, decibel, guerre. Sole e sabbiaa arroventare mine. Piano ferie.»

http://www.passiglieditori.it/tra-le-cose-che-aspettano

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