Fritz Lang: The Nibelungs’ Saga (1924)

recensione di Enzo Barbato

La sto­ria epica dei Ni­be­lun­ghi vista dal­l’oc­chio espres­sio­ni­sta del mae­stro Fritz Lang. In que­sto primo ca­pi­to­lo viene rac­con­ta­to l’a­mo­re di Sig­fri­do e Cri­mil­de che fa­ti­co­sa­men­te avan­za tra pre­sa­gi, scon­tri e con­tra­sti, fino alla morte del guer­rie­ro.

In un se­co­lo im­pre­ci­sa­to, crea­to dalla fan­ta­sia di No­stro Si­gno­re, si svol­go­no le gesta dei Ni­be­lun­ghi, ma­no­scrit­to epico di au­to­re igno­to e tra­sfor­ma­to in im­ma­gi­ni dal gran­de mae­stro Fritz Lang. L’o­pe­ra ci­ne­ma­to­gra­fi­ca del genio au­stria­co è di­vi­sa in due atti ma­gi­stral­men­te ela­bo­ra­ti e do­ta­ti di un fa­sci­no di dif­fi­ci­le de­scri­zio­ne. I ca­pi­to­li in que­stio­ne sono “Sieg­fried“, ov­ve­ro le gesta di Sig­fri­do e “Krie­m­hilds Rache“, vale a dire la ven­det­ta di Cri­mil­de. Ten­te­rò nel­l’im­pre­sa.

Sieg­fried – Dalla grot­ta del fab­bro, il guer­rie­ro Sig­fri­do sta for­gian­do una spada di elo­quen­te po­ten­za quan­do sente par­la­re della bel­lez­za di Cri­mil­de, so­rel­la del re Gun­ther del regno dei Bur­gun­di, de­ci­den­do di vo­ler­la in mo­glie. Dal­l’al­tro lato, Cri­mil­de si mo­stra re­ti­cen­te nel con­trar­re ma­tri­mo­nio in quan­to un sogno pre­mo­ni­to­re avreb­be pro­fe­tiz­za­to la morte pre­co­ce di un even­tua­le ma­ri­to. Sig­fri­do per dare cre­di­to alle sue qua­li­tà eli­mi­na un drago e ne sfrut­ta il san­gue sgor­gan­te dal fen­den­te le­ta­le, per ac­qui­si­re l’im­mor­ta­li­tà. Gli ul­ti­mi spa­smi del mo­stro fa­ran­no ca­de­re una fo­glia che si pog­ge­rà tra le sca­po­le del guer­rie­ro, evi­den­zian­do, come per Achil­le, un unico punto de­bo­le. Ne con­se­gue l’in­con­tro, in un pae­sag­gio spet­tra­le, con Al­be­ri­ch, re dei nani. Al­l’e­li­mi­na­zio­ne di que­st’ul­ti­mo, si im­pos­ses­se­rà della ma­gi­ca spada Bal­mung e di una co­ro­na che lo rende in­vi­si­bi­le. Giun­to a Worms, alla corte del re, lo aiuta,  me­dian­te l’in­vi­si­bi­li­tà ac­qui­si­ta, a scon­fig­ge­re la rude Bru­nil­de, re­gi­na d’I­slan­da, ot­te­nen­do­ne il loro ma­tri­mo­nio.

Du­ran­te la prima notte Bru­nil­de ri­fiu­ta Gun­ther nuo­va­men­te aiu­ta­to da Sig­fri­do, che re­so­si in­vi­si­bi­le, per­sua­de la donna sot­traen­do­le, inol­tre, un anel­lo e una cin­tu­ra, sim­bo­li di av­ve­nu­ta de­flo­ra­zio­ne e con­se­gnan­do­li poi a Cri­mil­de. A tal punto, Gun­ther con­ce­de le nozze tra Sig­fri­do e Cri­mil­de ma que­st’ul­ti­ma, igna­ra del­l’ac­cor­do con furto tra il ma­ri­to e il re, mo­stra a Bru­nil­de il cor­pus de­lic­ti di con­su­ma­to am­ples­so, fa­cen­do sco­pri­re una al­lu­si­va unio­ne car­na­le, in fondo mai av­ve­nu­ta, tra que­st’ul­ti­ma e Sig­fri­do. Hagen, vas­sal­lo di Gun­ther, of­fe­so dalla vi­cen­da, con­vin­ce­rà Cri­mil­de, me­dian­te l’in­gan­no, a farsi ri­ve­la­re il punto ne­vral­gi­co del­l’im­mu­ni­tà del ma­ri­to, che lei evi­den­zie­rà cu­cen­do una “x” sulla sua cotta di ma­glia in tes­su­to. Sarà la pro­po­sta di una com­pe­ti­zio­ne in corsa per rag­giun­ge­re una fonte d’ac­qua, il me­to­do ab­biet­to con cui Hagen rag­gi­re­rà Sig­fri­do per uc­ci­der­lo, tra­pas­san­do­lo con un pre­ci­so colpo di lan­cia sul suo punto de­bo­le.

Lang, in que­sto epi­so­dio, uti­liz­za una tec­ni­ca ba­sa­ta su un cer­to­si­no do­sag­gio del con­tra­sto, dove il pas­sag­gio tra il bian­co e il nero, al­l’in­ter­no di ogni fo­to­gram­ma, rie­sce a sci­vo­la­re in ma­nie­ra flui­da, im­per­cet­ti­bi­le, in al­cu­ni punti mi­me­ti­ca, (veg­ga­si la veste a trian­go­li ro­ve­scia­ti di Bru­nil­de tra le tende) senza crea­re al­cu­na di­scor­dia sot­to­for­ma di mar­ca­tu­re ta­glien­ti. A dif­fe­ren­za di Ej­zen­ste­jn, Pu­do­v­kin e ancor prima Grif­fi­th, fissa la mac­chi­na da presa in un punto ben de­fi­ni­to, fron­ta­le, con po­chis­si­me in­qua­dra­tu­re tra­sver­sa­li, un ri­fe­ri­men­to pre­va­len­te­men­te privo di di­men­sio­ni, dove, do­nan­do im­por­tan­za a se­con­da­ri ele­men­ti, po­nen­do­li in primo piano, rie­sce ad an­nul­la­re qua­lun­que per­ce­zio­ne delle di­stan­ze, o co­mun­que ren­de­re in­de­fi­ni­te le pro­fon­di­tà. Veg­ga­si il pas­sag­gio delle dame da­van­ti i ca­va­lie­ri in­qua­dra­ti, l’at­te­sa di Sig­fri­do sul ponte so­spe­so sul cre­pac­cio e le in­qua­dra­tu­re degli in­ter­ni, dove fun­go­no da im­ma­gi­ne pi­lo­ta, se vo­glia­mo da cor­ni­ce, gli archi, i co­lon­na­ti, le aper­tu­re mu­ra­li, i ten­dag­gi, i ce­spu­gli.

Su­per­la­ti­vi gli ef­fet­ti vi­si­vi, a mio av­vi­so se­con­di solo al Faust di Mur­nau, (Me­tro­po­lis, co­mun­que suo, di­mo­ra su un altro pia­ne­ta) ot­te­nu­ti me­dian­te so­vrap­po­si­zio­ne di im­ma­gi­ni o ani­ma­zio­ne di fi­gu­re morte per mezzo di un mon­tag­gio as­so­lu­ta­men­te per­fet­to. Veg­ga­si il sogno di Cri­mil­de, la dis­sol­ven­za del­l’in­cen­dio al pas­sag­gio delle mi­li­zie di Sig­fri­do, la pie­tri­fi­ca­zio­ne dei nani, l’ar­bu­sto che si tra­mu­ta in te­schio, le luci spri­gio­na­te dalla fan­ta­sti­ca au­ro­ra alle spal­le del lu­gu­bre ca­stel­lo e siamo ap­pe­na nel 1924 (!!!) Il truc­co è mar­ca­to ma non esa­spe­ra­to come nelle opere di Wiene e ciò rende vo­lon­ta­ria­men­te ru­vi­de e spi­go­lo­se le espres­sio­ni e i volti che forse, altro non po­te­va­no es­se­re. Ido­la­tra­to dai bie­chi na­zi­sti, trat­ta­si in­ne­ga­bil­men­te di un film co­los­sa­le e sotto tutti i punti di vista.

http://www.storiadeifilm.it/drammatico/drammatico/fritz_lang-die_nibelungen%28erich_pommer_per_decla_bioscop_ag_universum_film_a_g_ufa-1924%29.html

Destino (Der müde Tod) – 1921 : Friz Lang

The Woman in the Window, LA DONNA DEL RITRATTO F. Lang ; Close Examination: ‘Woman at a Window”| The National Gallery, London

Clash By Night – La confessione della signora Doyle Fritz .

Top 5 – Fritz Lang | controappuntoblog.org

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