Umberto Galimberti – Idee: il catalogo è questo . L’ospite inquietante connessioni varie ; Galimberti: “Il futuro non si attende, si fa ..

 

Pubblicato il 1 agosto 2014 da admin

Idee: il catalogo è questo.Alchimia, alienazione, amore, calcolo, comunicazione, destino, Dio, ecologia, estetica, fantasia, follia, geist, immagine, inizio, libertà, limite, magia, margine, natura, oracolo, pathos, psicoanalisi, pudore, rito, sacro, semantica, tempo, tragedia, vergogna, vizio. Scegliete una parola e lasciatevi condurre nella riflessione o conducetela voi dentro voi stessi. Perchè questo libro è strutturato in maniera tale che da un concetto si va a un libro e poi ancora a un altro fino a sentire sazietà (forse) in quella zona del cervello che chiede risposte.

Estratto di parole, catalogo forse ragionato su termini importanti, pregni di significato e semanticamente complessi: idee, idee e ancora idee.

Ciascuno vede le cose a suo modo cosi che l’intendersi potrebbe darsi complesso. Platone un giorno provò a sistemare la faccenda, ma a noi umani in fondo piace molto ragionare sulle idee. O forse non ci piace affatto. Nulla toglie che ogni idea abbia la sua stagione di pensiero, secondo cui la libertà, per esempio, ha in un’epoca un significato e secondo ciascuno popolo un’altro. E quell’idea può nascere e tramontare, trasformandosi. Non mutando il nome, il sostantivo.

Il testo di Umberto Galimberti è in realtà una raccolta rielaborata degli articoli comparsi sul supplemento domenicale del “Sole 24 ore” dal novembre 1988 al dicembre 1990. Il lettore ha a disposizione una sorta di vocabolario ragionato di una serie di termini accanto a ciascuno dei quali è posta una frase. L’intento della stessa è far comprendere quanto più direttamente e profondamente possibile la nozione in questione. Ad esempio:

Amore: Rimedio concesso agli uomini per curare la loro lacerazione.

Libro: non sempre i libri servono per pensare.

Comunicazione: assurdo gioco dell’impossibile.

Società: impossibile composizione tra esigenze di razionalità ed esigenze di vita.

A seguire si trova poi una narrazione aneddotica esplicativa dell’idea in questione, che si avvale di ragionamenti su libri che hanno approfondito quell’argomento. Un libro costruito come un catalogo di idee appunto dove è possibile leggere e riflettere a seconda della parola che più ci interessa in quel dato momento.

Continuo ad utilizzare questo libro quando ho bisogno di spunti su determinati argomenti, degli spunti che facciano nascere in me la curiosità di approfondimento, quando qualcosa non mi torna, quando il messaggio non si rivela chiaramente per ciò che è. O semplicemente quando il cervello domanda udienza.

http://www.radiopereira.it/2011/03/idee-il-catalogo-e-questo.html

ospite-inquietanteUmberto Galimberti
L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani
Feltrinelli, Milano, 2007, pp.180, euro 12.

Nel suo ultimo saggio, Umberto Galimberti propone una riflessione di grande attualità sul mondo contemporaneo, sui giovani e sul nichilismo, interpretato nei termini di un “ospite inquietante” che, come dimostrano sempre più frequenti episodi di cronaca, sembra pervadere e segnare le loro esistenze, conducendoli in taluni casi a comportamenti-limite. L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani è un testo estremamente incisivo e in massima parte inedito, che recupera e integra all’interno di una struttura organica e coerente alcuni interventi pubblicati sul quotidiano “La Repubblica” tra il 1995 e il 2007.
Riflettendo su drammatici eventi di cronaca – dai sempre più frequenti episodi di bullismo e violenza fino alla fascinazione esercitata dalle droghe -, Galimberti promuove un’analisi interamente dedicata al disagio giovanile, che si rivolge in primo luogo a genitori ed educatori, vale a dire, a quelle figure che hanno il dovere di riconoscere nei gesti, nelle parole e nelle reazioni dei loro figli e allievi quell’ospite inquietante e ingombrante, e il cui compito precipuo risiede nell’aiutarli a “metterlo alla porta”, vale a dire, nel guidarli alla “riappropriazione del proprio sé”.

Il percorso evidenziato dall’autore prende le mosse proprio dalla definizione dell’ospite, il nichilismo, conseguenza del venire meno di quell’orizzonte di senso su cui l’Occidente giudaico-cristiano aveva fondato le proprie certezze e i propri valori – un venire meno che è emblematicamente raffigurato dalla “morte di Dio” di nietzschiana memoria. Nell’era tecnologica, le tradizionali domande di senso sono destinate a rimanere inevase poiché, se da un lato le antiche risposte non sono più valide, dall’altro non risiede tra i compiti della tecnica quello di sostituirle con risposte nuove. Per sua natura, infatti, la tecnica progredisce, si affina, funziona ma non apre scenari salvifici, non redime, non fonda verità ultime, non schiude nuovi orizzonti di senso né può prospettare fini da perseguire. La società contemporanea rivela così tutta la propria insufficienza di fronte al “bisogno di futuro” delle nuove generazioni: da qui, la definizione del disagio giovanile come disagio non psicologico ma culturale, vale a dire, segnato dall’incapacità della nostra cultura, sia nella sua veste religiosa che nella sua veste illuminista, di offrire certezze, risposte, stabilità, di dissipare una concezione sempre più minacciosa del futuro.

La medesima insufficienza si riscontra nei luoghi in cui avviene (o meglio, in cui dovrebbe avvenire) la formazione dei giovani: la scuola e le famiglie. Se la prima si dimostra quasi incapace di comprensione, dedita in massima parte ad un nozionismo che istruisce ma non educa e che non lascia tracce nella personalità dei suoi allievi, le seconde sono sempre più dominate da rapporti di tipo paritario e contrattualistico, nell’ambito dei quali gli adulti, avendo perso la propria autorità, non riescono più a fungere da guide o da punti di riferimento, lasciando i giovani ad uno ‘sbando’ che si traduce in indifferenza, apatia e in un pericolosissimo analfabetismo emotivo. L’unica via d’uscita risiede, come si è detto, in una riappropriazione del sé: il compito di genitori ed educatori è di condurre i propri figli e i propri allievi a riscoprire e recuperare se stessi, affinché possano divenire capaci di individuare le proprie potenzialità e di tradurle in atto.

Lisa Vagnozzi

http://www.treccani.it/scuola/itinerari/un_libro/rec_279.html

Bolobene e Bolofeccia non sono i ragazzi della via Paal

neuroni specchio: imitazione, comprensione, condivisione

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il ribaltamento del paradigma di Freud. – controappuntoblog ..

FATTORI INNATI E FATTORI APPRESI NELLA PERCEZIONE – Sta scherzando Mr. Feynman!

http://www.controappuntoblog.org/2013/01/30/fattori-innati-e-fattori-appresi-nella-percezione-sta-scherzando-mr-feynman/

New analysis finds human language to be one million years old (Video) + video neuroscienza, CAVE OF FORGOTTEN DREAMS

http://www.controappuntoblog.org/2013/09/08/new-analysis-finds-human-language-to-be-one-million-years-old-video-video-neuroscienza-cave-of-forgotten-dreams/

La parola ci fa uguali – Lettera a una professoressa ..


(RE)VISIONI – “Socrate” di Roberto Rossellini (1970)

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