Chinese icebreaker heads for 6th Arctic expedition…..Gli assi dell’Artico ; videocarta: Il semifreddo Artico che Ha riscaldato OSLO…

Chinese icebreaker heads for 6th Arctic expedition

China’s icebreaker Xuelong, or “Snow Dragon,” leaves the dock in east China’s Shanghai, July 11, 2014. The icebreaker kicked off the sixth Arctic expedition on Friday. It is estimated that the vessel will travel over 11,057 nautical miles during its 76-day voyage. (Xinhua/Ding Ting)

SHANGHAI, July 11 (Xinhua) — China’s icebreaker Xuelong, or “Snow Dragon,” kicked off the country’s sixth Arctic expedition from its Shanghai base on Friday.

It is estimated that the vessel, capable of breaking ice 1.2 meters thick, will travel over 11,057 nautical miles during its 76-day voyage, said Qu Tanzhou, the team leader and head of the Chinese Arctic and Antarctic Administration.

The icebreaker will follow its traditional route through maritime areas including the Bering Sea, Bering Strait, Chukchi Sea and the Canada Basin. And it will be helpful for comparison of the results against its previous scientific expeditions.

Its tasks will focus on the Arctic’s quickly changing condition and its influences on China’s climate and environment.

The highlights of the expedition will be analysis of the Arctics’s marine hydrology and meteorology, marine geology, as well as marine life and ecology.

“By studying and comparing the two cold poles, people will get a better understanding of the chief influencing factors of climate change, which are critical to meet this worldwide problem,” said Qu.

“We will make efforts to collect more original data to improve the overall evaluation and understanding of the Arctic environment,” he added.

In mid-April, Xuelong docked in Shanghai, wrapping up the country’s 30th scientific expedition to Antarctica.

http://news.xinhuanet.com/english/sci/2014-07/11/c_133477447.htm

26 luglio, 15:09

Gli assi dell’Artico

Gli assi dell'Artico

© Foto: RIA Novosti/Ramil Sitdikov

La sesta spedizione scientifica nell’Artico è partita a bordo della nave cinese di ricerca di ricerca Xue Long (Drago della neve). Gli scienziati della Russia, Cina degli USA, della Francia e Germania analizzeranno i fenomeni meteorologici della regione dell’Artico, studieranno la composizione geologica del fondale marino, condurranno le ricerche chimiche dei mari artici.

Il carattere internazionale della spedizione è un argomento persuasivo a favore del coordinamento degli sforzi per le ricerche nell’Artico.

Gli apparecchi russi ad alta profondità “Mir” sono calati sul fondale dell’Oceano Glaciale Artico già nel 2007. Sul fondale, esattamente sul punto geografico che segna il Polo Nord è stata issata la bandiera russa. Non c’e’ niente di sorprendente che i ricercatori russi, per la prima volta scesi sul fondale al Polo Nord vi abbiano issato la bandiera del proprio paese. Gli altri paesi artici però, Danimarca, Norvegia, Canada e gli USA, hanno reagito a questo evento in modo estremamente negativo. Tom Casey, portavoce del Dipartimento di Stato degli USA, ha criticato le azioni dei ricercatori russi, dimenticando per qualche motivo che gli astronauti americani hanno issato la propria bandiera una volta sbarcati sulla superficie della Luna. Dal canto suo il Canada ha parlato della necessità di protezione militare dei propri territori artici.

Anche se gli scienziati affermato che il Polo Nord è il miglior indicatore dei cambiamenti climatici globali e di altri processi geofisici, la lotta per l’Artico tra i paesi non ha alcuna matrice scientifica. Navigazione e risorse naturali – sono questi i due assi principali dell’Artico. La convenienza economica dello sfruttamento della Rotta marittima del Nord è già stata provata. E’ più velocemente di molte volte trasportare carichi tra l’Europa e l’Asia attraverso l’Oceano Glaciale Artico anziché tramite il canale di Suez. E le spese per logistica risultano di gran lunga inferiori nonostante la necessità di accompagnare le navi da carico da rompighiaccio nucleari. Perciò molti paesi sono interessati all’utilizzo delle opportunità, fa notare Serghei Dobroliubov, professore dell’Università Statale di Mosca (MGU):

Russia, Cina e molti altri paesi potrebbero partecipare sulla base di mutuo vantaggio allo sviluppo delle infrastrutture portuali lungo la rotta della Rotta marittima del Nord. Anche se passa attraverso la zona economica esclusiva della Federazione Russa, ciò non è vantaggioso soltanto per la Russia. La Cina, ad esempio, può utilizzare questa rotta per il trasporto di carichi in Europa e sulla costa atlantica dell’America.

Per quanto riguardano le risorse naturali, secondo le stime degli esperti l’Artico contiene decine di miliardi di tonnellate di idrocarburi, migliaia di miliardi di metri cubi del condensato di gas. A dire il vero, estrarre e trasportare le materie prime dalla regione del permafrost non è per niente facile. Secondo varie stime, nessun paese può da solo realizzare questa impresa, ritiene Xuefa Shi, esperto del Primo istituto marittimo presso l’Amministrazione marittima statale della Repubblica Popolare Cinese:

La Cina ha delle possibilità per fare gli investimenti. La Russia però ha un’esperienza di gran lunga superiore sia nel campo delle ricerche nell’Artico sia nel campo di estrazione di idrocarburi. E noi abbiamo bisogno di questa esperienza. D’altronde per ora nessuno possiede le tecnologie per l’estrazione dal fondale dell’oceano nelle condizioni artiche. Cosicché il rientro degli investimenti in questo settore sarà molto lungo.

Ciononostante lo sfruttamento dell’Artico sarà uno degli avvenimenti più importanti che influenzeranno le relazioni internazionali nei prossimi decenni, ritiene l’esperto cinese. Secondo il diritto internazionale, il Polo Nord e la regione adiacente dell’Oceano Glaciale Artico non appartengono a nessuno. Secondo la Convenzione dell’ONU, il Canada, la Danimarca, Norvegia, Russia e gli USA hanno il diritto sulla zona economica esclusiva di 200 miglia. Più 150 miglia di della piattaforma continentale se si riesce a provare che il fondale marino è la continuazione della costa. Naturalmente né La Russia né altri membri del Consiglio Artico rinunceranno alla loro sovranità sui territori artici. In queste condizioni è importante il coordinamento degli interessi di tutte la parti coinvolte e, innanzitutto, degli otto paesi situati al ridosso dell’Artico, membri permanenti del Consiglio Artico – Russia, Danimarca, Islanda, Canada, Norvegia, gli USA, Finlandia e Svezia. Gli esperti ritengono che soltanto in tal modo si possa prevenire l’aumento delle controversie e fare le ricerche congiunte delle ricchezze colossali dell’Artico.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_07_26/Gli-assi-dellArtico-1356/

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