Lenin: Il socialismo e la guerra – Lenin: Socialism and War – Lénine – Sur la guerre et la paix

“I socialisti hanno sempre condannato le guerre fra i popoli come cosa barbara e bestiale. Ma il nostro atteggiamento di fronte alla guerra è fondamentalmente diverso da quello dei pacifisti borghesi (fautori e predicatori della pace) e degli anarchici. Dai primi ci distinguiamo in quanto comprendiamo l’inevitabile legame delle guerre con la lotta delle classi nell’interno di ogni paese, comprendiamo l’impossibilità di distruggere le guerre senza distruggere le classi ed edificare il socialismo, come pure in quanto riconosciamo pienamente la legittimità, il carattere progressivo e la necessità delle guerre civili, cioè delle guerre della classe oppressa contro quella che opprime, degli schiavi contro i padroni di schiavi, dei servi della gleba contro i proprietari fondiari, degli operai salariati contro la borghesia. E dai pacifisti e dagli anarchici noi marxisti ci distinguiamo in quanto riconosciamo la necessità dell’esame storico (dal punto di vista del materialismo dialettico di Marx) di ogni singola guerra. Nella storia sono più volte avvenute delle guerre che, nonostante tutti gli orrori, le brutalità, le miserie ed i tormenti inevitabilmente connessi con ogni guerra, sono state progressive; che, cioè, sono state utili all’evoluzione dell’umanità, contribuendo a distruggere istituzioni particolarmente nocive e reazionarie (per esempio l’autocrazia o la servitù della gleba), i più barbari dispotismi dell’Europa (quello turco e quello russo). Perciò bisogna prendere in esame le particolarità storiche proprie di questa guerra.”

Differenza fra guerra di aggressione e guerra di difesa

Il periodo 1789-1871 ha lasciato tracce e ricordi rivoluzionari profondi. Fino all’abolizione del feudalesimo, dell’assolutismo e dell’oppressione straniera, non si poteva nemmeno parlare di uno sviluppo della lotta proletaria per il socialismo. Quando parlavano di legittimità della guerra “difensiva”, a proposito delle guerre di tale epoca, i socialisti avevano presenti appunto sempre quegli scopi, cioè la rivoluzione contro il medioevo e contro la servitù della gleba. Per guerra “difensiva” i socialisti hanno sempre inteso una guerra “giusta” in questo senso (una volta W. Liebknecht si espresse appunto così). Soltanto in questo senso i socialisti hanno riconosciuto e riconoscono oggi la legittimità, il carattere progressivo e giusto della “difesa della patria” o della guerra “difensiva”. Per esempio, se domani il Marocco dichiarasse guerra alla Francia, l’India all’Inghilterra, la Persia o la Cina alla Russia, ecc., queste sarebbero delle guerre “giuste”, delle guerre “difensive” indipendentemente da chi avesse attaccato per primo, ed ogni socialista simpatizzerebbe per la vittoria degli Stati oppressi, soggetti e privi di diritti, contro le “grandi” potenze schiaviste che opprimono e depredano.

Ma immaginate che un padrone di cento schiavi guerreggi con un altro che ne possiede duecento per una più “giusta” ripartizione degli schiavi stessi. E’ chiaro che, in un simile caso, la qualifica di guerra “difensiva” o di “difesa della patria” costituirebbe una falsificazione storica e, in pratica, solo un inganno del popolo semplice, della piccola borghesia, della gente ignorante, da parte degli astuti padroni di schiavi. E’ proprio così che la borghesia imperialista del nostro tempo inganna i popoli, servendosi dell’ideologia “nazionale” e del concetto di difesa della patria nell’attuale guerra fra i padroni di schiavi, per il consolidamento ed il rafforzamento della schiavitù.


La guerra attuale è una guerra imperialista

Quasi tutti riconoscono che la guerra attuale è imperialista, ma i più deformano questo concetto o lo applicano unilateralmente o cercano di far credere alla possibilità che questa guerra abbia un significato borghese-progressivo di liberazione nazionale. L’imperialismo è il più alto grado di sviluppo del capitalismo, ed è stato raggiunto soltanto nel XX secolo. Per il capitalismo, sono divenuti angusti i vecchi Stati nazionali, senza la cui formazione esso non avrebbe potuto abbattere il feudalesimo. Il capitalismo ha sviluppato a tal punto la concentrazione, che interi rami dell’industria sono nelle mani di sindacati, di trust, di associazioni di capitalisti miliardari, e quasi tutto il globo è diviso tra questi “signori del capitale”, o in forma di colonie o mediante la rete dello sfruttamento finanziario che lega con mille fili i paesi stranieri. Il libero commercio e la concorrenza sono stati sostituiti dalla tendenza al monopolio, dall’usurpazione di terre per impiegarvi dei capitali, per esportare materie prime, ecc. Da liberatore delle nazioni quale era nella lotta contro il feudalesimo, il capitalismo, nella fase imperialista, è divenuto il maggiore oppressore delle nazioni. Da progressivo, il capitalismo è divenuto reazionario; ha sviluppato a tal punto le forze produttive, che l’umanità deve o passare al socialismo o sopportare per anni, e magari per decenni, la lotta armata tra le “grandi” potenze per la conservazione artificiosa del capitalismo mediante le colonie, i monopoli, i privilegi e le oppressioni nazionali di ogni specie.

L’esempio della fraternizzazione nelle trincee

I giornali borghesi di tutti i paesi belligeranti hanno citato casi di fraternizzazione fra i soldati delle nazioni belligeranti, persino nelle trincee. E gli ordini draconiani delle autorità militari (Germania, Inghilterra) contro simili fraternizzazioni, dimostrano che i governi e la borghesia vi hanno attribuito una grande importanza.

Se nonostante il completo dominio dell’opportunismo negli alti ranghi dei partiti socialdemocratici dell’Europa occidentale e nonostante l’appoggio dato al socialsciovinismo da tutta la stampa socialdemocratica e da tutte le autorità della II Internazionale, sono stati possibili dei casi di fraternizzazione, questo dimostra quali possibilità vi sarebbero di abbreviare l’attuale guerra schiavista, delittuosa e reazionaria, e di organizzare un movimento rivoluzionario internazionale, con un sistematico lavoro in questa direzione, compiuto anche solo dai socialisti di sinistra di tutti i paesi belligeranti.

Sul pacifismo e sulla parola d’ordine della pace

Lo stato d’animo delle masse a favore della pace esprime spesso un principio di protesta, di indignazione e di coscienza del carattere reazionario della guerra. Sfruttare questo stato d’animo è dovere di tutti i socialdemocratici. Essi prenderanno vivissima parte a tutti i movimenti ed a tutte le dimostrazioni su questo terreno, ma non inganneranno il popolo ammettendo che, senza movimento rivoluzionario, sia possibile la pace senza annessioni, senza oppressioni di nazioni, senza rapina, senza germi di nuove guerre fra i governi attuali, fra le classi attualmente dominanti. Ingannando in tal modo il popolo si favorirebbe la diplomazia segreta dei governi belligeranti ed i loro piani controrivoluzionari.

Chi vuole la pace democratica e duratura deve essere per la guerra civile contro i governi e contro la borghesia.

MIA – Lenin: Il socialismo e la guerra (1915)

Il socialismo e la guerra

I. I princìpi del socialismo e la guerra del 1914-15

 

Indice

La posizione dei socialisti di fronte alle guerre

Tipi storici di guerre nei tempi moderni

Differenza fra guerra di aggressione e guerra di difesa

La guerra attuale è una guerra imperialista

La guerra tra i maggiori schiavisti per la conservazione e il rafforzamento della schiavitù

“La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi” (e precisamente con mezzi violenti)

L’esempio del Belgio

Perché combatte la Russia?

Che cos’è il socialsciovinismo?

Il manifesto di Basilea

Falsi richiami a Marx e a Engels

Il fallimento della II Internazionale

Il socialsciovinismo è il pieno sviluppo dell’opportunismo

L’unità con gli opportunisti significa unione degli operai con la “propria” borghesia nazionale e divisione della classe operaia internazionale rivoluzionaria

Il “kautskismo”

La parola d’ordine dei marxisti è la parola d’ordine della socialdemocrazia rivoluzionaria

L’esempio della fraternizzazione nelle trincee

L’importanza dell’organizzazione illegale

Sulla sconfitta del “proprio” governo nella guerra imperialista

Sul pacifismo e sulla parola d’ordine della pace

Il diritto delle nazioni all’autodecisione

Il socialismo e la guerra – Biblioteca Multimediale Marxista

socialismo e la guerra (L’atteggiamento del Posdr verso la guerra

Lenin: Socialism and War – Marxists Internet Archive

Lénine – Sur la guerre et la paix – communisme-bolchevism

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