il secondo libro dei robot Asimov : il correttore di bozze

Trama

In un’aula di tribunale di un ipotetico futuro (da riferimenti nel racconto si capisce di essere nel 2034), si sta svolgendo un processo in cui la U.S. Robots and Mechanical Men è stata citata in giudizio dal professor Simon Ninheimer, preside della facoltà di sociologia della Northeastern university. Col susseguirsi delle varie testimonianze, viene via via narrata l’intera vicenda.

L’anno prima la U.S. Robots and Mechanical Men ha proposto alla Northeastern university il noleggio di un robot (il modello EZ-27, chiamato nel racconto “Easy”) alla cifra irrisoria di mille dollari l’anno. Questo robot ha la straordinaria capacità d’individuare in un testo qualsiasi errore grammaticale, venendo definito non a caso, un “correttore di bozze” (da cui il titolo).

L’intento reale della U.S. Robots and Mechanical Men appare evidente: fornire un robot ad una università a così poco prezzo significa iniziare a “colonizzare” l’intero mondo accademico e da qui, permettere finalmente l’uso dei robot sulla terra finora limitato da leggi restrittive.

La decisione di respingere o accettare la proposta della U.S. Robots and Mechanical Men è affidata al consiglio accademico dell’ università. Durante la votazione 13 dei 14 votanti, votano a favore mentre solo uno, il professor Ninheimer, si esprime in maniera contraria.

Chiamato a deporre, quest’ultimo racconterà di come abbia anch’egli utilizzato prima con diffidenza e poi senza indugi, il robot Easy. Affidata totalmente a lui la correzione delle bozze del suo ultimo libro da titolo Tensioni sociali provocate dal volo spaziale e modi per risolverle, si accorgerà irrimediabilmente tardi dell’enorme guaio combinato dal robot. Dato ormai alle stampe, il libro presenta numerose diversità dalle bozze originali e non di natura grammaticale come ci si aspetterebbe, ma di natura concettuale. Molti colleghi e amici del professore leggendo il libro, offesi e furiosi, minacciano azioni legali contro l’autore.

A questo punto, il professor Ninheimer vedendo la sua carriera ormai compromessa, racconta di aver deciso di citare in giudizio la U.S. Robots and Mechanical Men chiedendo un risarcimento per il danno subito di settecentocinquantamila dollari. Ascoltato il professor Ninheimer, l’avvocato difensore della U.S. Robots and Mechanical Men chiede e ottiene dal giudice la possibilità di poter ammettere l’indomani in aula il robot Easy.

Con la complicità della dottoressa Calvin, l’avvocato chiama a deporre nuovamente il professor Ninheimer stavolta però in presenza del robot. Quest’ ultimo, vedendo l’umano in seria difficoltà e temendo per lui, in ottemperanza alla prima delle Tre leggi della robotica, si alza in piedi e prende la parola dicendo a tutti che è lui stesso l’autore di tutte le correzioni mentre il professore è completamente estraneo ai fatti. Il professor Ninheimer cade così nel tranello tesogli dalla dottoressa Calvin. Egli infatti, sentendo le parole del robot, grida in aula: “ti era stato ordinato di tenere la bocca chiusa su questa…”. Vedendosi con quest’affermazione ormai scoperto, è costretto a confessare tutto ammettendo d’aver ordinato al robot sia di apportare quelle modifiche, sia di non svelare a nessuno quanto fatto.

Conclusosi il processo a favore della U.S. Robots and Mechanical Men, dopo qualche tempo, la dottoressa Calvin va a trovare il professor Ninheimer nella propria dimora, cercando di capire cosa l’abbia spinto a quel gesto. Egli affermerà che intendeva difendere e salvare i futuri ricercatori da una catastrofe. I robot saranno destinati in futuro a svolgere sempre più funzioni e allo scrittore, all’artista, all’artigiano, non resterà che impartire solo ordini. Nulla verrà materialmente creato dalle mani dell’uomo. Nessun libro, nessun dipinto, nessun vaso sarà fatto realmente dall’uomo. I robot toglieranno la soddisfazione del creare a l’uomo.

Nell’epilogo, la dottoressa Calvin andandosene cercherà di non provare alcun “moto di comprensione” per quell’uomo, senza però riuscirvi del tutto.

http://it.wikipedia.org/wiki/Il_correttore_di_bozze

lunedì 9 giugno 2014

VIAGGI ONIRICI: il correttore di bozze (18)

La United States Robots and Mechanical Men Corporation,
che era stata citata in giudizio, aveva abbastanza potere da pretendere un
processo a porte chiuse e senza giuria.
D’altra parte la Northeastern University non si sforzò di ostacolare questa
pretesa. Il consiglio d’amministrazione sapeva benissimo come il pubblico
potesse reagire a qualsiasi controversia riguardante la cattiva condotta di
un robot, per quanto infrequente questa cattiva condotta mostrasse di es-
sere.
Né gli sfuggiva che manifestazioni anti-robot potevano di punto in bianco
trasformarsi in manifestazioni anti-scienza.
Anche il governo, che nella causa era rappresentato dal giudice Harlow
Shane, era a sua volta ansioso di porre fine in sordina a quel pasticcio.
Sia la U.S. Robots sia il mondo accademico erano ossi duri, quando li
aveva come avversari.

Il giudice Shane disse:
– Signori, dal momento che non sono presenti né la stampa, né il pubblico,
né la giuria, vediamo di soffermarci il meno possibile sulle formalità e di
venire subito ai fatti.
Così dicendo accennò un sorriso forzato, forse perché pensava che il suo
invito avrebbe avuto effetto, e si sistemò la toga per sedersi più comoda-
mente. Aveva un viso simpatico e rubicondo, il mento arrotondato e mol-
le, il naso largo e gli occhi chiari e distanziati.
In complesso non era una faccia che esprimesse l’autorevolezza consona
a un giudice, e lui lo sapeva….
Barnabas H. Goodfellow, professore di fisica alla Northeastern University,
fu chiamato per primo a deporre e prestò giuramento con un’espressione
da cui non trapelava affatto la bontà che il suo nome suggeriva.

Dopo le prime domande di rito, il pubblico ministero si ficcò le mani in tasca
e disse:
– Quando fu, professore, che vi proposto per la prima volta di utilizzare il
robot EZ-28, e in che circostanze?
Il professor Goodfellow, un uomo dal viso piccolo e spigoloso assunse un’-
espressione inquieta, pocopiù benevola di quella precedente.
– Avevo avuto rapporti professionali con il dottor Alfred Lanning, direttore
delle ricerche alla U.S. Robots,
disse,
– e l’avevo incontrato anche in alcune occasioni mondane. Ero dunque pro-
penso ad ascoltarlo con una certa indulgenza, quando mi avanzò una proposta
piuttosto strana, il tre marzo dell’anno scorso…..
– Del 2033?
– Esatto.
– Scusate se vi ho interrotto. Continuate pure.
Il professore annuì con aria glaciale, aggrottò la fronte riepilogando mental-
mente i fatti, e cominciò a raccontare.

Il professor Goodfellow guardò il robot con un certo disagio.
Era stato portato nel magazzino sotterraneo chiuso in una cassa, così come
prescrivevano le regole riguardanti la spedizione di robot da un posto all’altro
della terra.
Goodfellow non si sentiva a disagio perché impreparato a ricevere quella
merce; sapeva benissimo dell’invio. Da quando il dottor Lanning gli aveva te-
lefonato la prima volta, il 3 marzo, si era fatto progressivamente convincere
dalle sue parole, e adesso, com’era inevitabile, si trovava faccia a faccia con
il robot.
L’automa dunque era lì, a portata di mano, e appariva straordinariamente…
grande, ma era pur sempre un robot tele-comandato dell’ultima generazione….

Anche Alfred Lanning lo guardò con attenzione, come per assicurarsi che
non fosse rimasto danneggiato durante il viaggio. Poi, con la sua testa di lun-
ghi capelli bianchi e le folte sopracciglia corrugate, si girò verso il professore.
….Il 16 di giugno, però, gli avvenimenti presero una piega inaspettata.
Ninheimer fu chiamato al telefono e fissò stupito l’immagine sullo schermo.
– Speidell! Siete qui in città?
– No, signore. Sono a Cleveland.
La voce di Speidell tremava per l’emozione.
– Allora come mai questa telefonata?
– Perché ho appena letto il vostro nuovo libro. Siete impazzito, Nenheimer?
Siete diventato matto?
Ninheimer s’irrigidì.
– C’è qualcosa che…non va?
chiese..allarmato.
– Che non va? Posso ricordarvi cos’avete scritto a pagina 562? Come vi
salta in mente di interpretare il mio lavoro in quel modo? Dove mai, nel mio
saggio, affermo che la personalità criminale non esiste e che i veri criminali
sono gli enti che hanno la funzione di applicare la legge? Sentite qui, lascia-
te che vi citi……


– Un attimo, un attimo!
esclamò Ninheimer, cercando la pagina in questione.
– Fatemi controllare…..Dio santo!
– Allora?
– Non capisco come sia potuto succedere, Speidell. Io non ho mai scritto
cose del genere.
– Però sono stampate nel volume! E questo travisamento non è nemmeno
il peggiore. Date un’occhiata a pagina 690. Come pensate che reagirà I-
patiev quando vedrà che interpretazione assurda avete dato delle sue sco-
perte? Sentite, Ninheimer, il libro pullula di bufale di questo genere. Non
so cos’avete in mente quando l’avete scritto, ma l’unica è che lo ritiariate
dal mercato. E sarà meglio che vi profondiate in scuse alla prossima riunio-
ne dell’Associazione!
– Sentite, Speidell, ascoltatemi un attimo….
Ma Speidell riappese con tale violenza, che sullo schermo continuarono a
brillare per alcuni secondi immagini residue.

Ninheimer allora cominciò a leggere attentamente il libro e a segnare certi
punti con la biro rossa.
Riuscì a mantenersi abbastanza calmo quando fece di nuovo visita a Easy
(EZ-28), però aveva il viso tirato e le labbra esangui. Passò il libro al robot
e disse:
– Ti spiace leggere i passi da me sottolineati alle pagine 562, 631, 664 e 690…
li vedi bene Easy?
Easy eseguì l’ordine in un attimo (il suo cervello era un miracolo dell’ultima
generazione di cavi telefonici interconnessi ad altissima velocità…..).
– Ebbene, professor Ninheimer?
– Quanto stampato non corrisponde a ciò che era scritto nell’originale.
– No signore.
– Sei stato tu a cambiare il testo?
– Sì, signore.
– Perché?
– Perché i brani in questione, nel vostro manoscritto, esprimevano un giudizio
poco lusinghiero nei confronti di alcuni gruppi di esseri umani. Ho ritenuto
opportuno cambiare determinate parole per evitare offesa ai detti gruppi.
– Come hai osato fare una cosa simile?

….Bene disse il giudice, ancora incerto.
– Siete voi l’avvocato in questa causa. Chiamate il teste.
Ninheimer andò al banco, e gli fu ricordato che era ancora sotto giuramento.
Appariva più nervoso del giorno prima, quasi turbato.
Ma il difensore lo guardò con aria benevola.
– Allora, professor Ninheimer, voi nella causa intentata ai miei clienti chiedete
750.000 $ di danni.
– Sì, è la somma che richiedo.
– E’ un bel po’ di denaro.
– Il danno da me subito è notevole. EZ-28 ….Copia e legge male i manoscritti….
– Non certo tale da giustificare una pretesa del genere. In fin dei conti i passi
che si suppone siano stati modificati, copiati, e altro, negativamente sono pochi.
Non dimentichiamo che nei libri a volte si trovano errori strani e imprevisti…
Nenheimer dilatò le narici.
– Caro signore, quel libro avrebbe dovuto segnare il culmine della mia carriera
professionale! La United States Robots and Mechanical Men Corporation ….
mi ha truffato…ed assieme a me quanti altri…..?

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