Twain Mark Wilson lo Svitato e i Gemelli Straordinari – The Tragedy of Pudd’nhead Wilson And Those Extraordinary Twins

Twain Mark

Wilson lo Svitato e i Gemelli Straordinari

Quando da ragazzo lessi “Le avventure di Tom Sawyer”, “Le avventure di Huckleberry Finn“, “Un americano alla corte di Re Artù” subito pensai che Mark Twain fosse stato un uomo che avrei voluto conoscere anche perché grazie a lui il liquamoso Lambro che delimita i confini del mio paese s’era trasformato ai miei occhi nel Mississippi, un fiume immenso e pieno di avventure. Le atmosfere di quei libri mi si impressero sulla pelle, mi diedero forza e intanto crescevo e quelle immagini, quel vento di libertà che saliva da quelle pagine non se ne andavano e anche se il fuoco sembrava spegnersi le braci rimanevano accese, in attesa; e passano gli anni e continuo a leggere, a spulciare fra gli scaffali  e vengo a sapere che Twain ha scritto tantissimo: racconti, romanzi, libelli e comincio a scoprirli e finisco, superata la trentina, a ribadire ancora una volta a me stesso che quest’uomo era davvero uno che se ne infischiava dei patemi d’animo che attanagliano tanti scrittori o pseudo scrittori di tutte le epoche. Non che Twain non avesse problemi – ma quale scrittore, quale artista non vive con difficoltà il rapporto coi propri scritti, con la pagina bianca, con l’aspettativa di editori e soprattutto del pubblico e di quel primo lettore che è se stesso? Nemmeno Twain poteva evitare quei problemi. Ma quando poi ti ritrovi fra le mani un’opera come “Wilson Lo Svitato e I Gemelli Straordinari” o ancora meglio “La tragedia di WILSON LO SVITATO e la commedia de I GEMELLI STRAORDINARI” o meglio ancora “The Tragedy of’ PUDD’NEHAD WILSON and the Comedy THOSE EXTRAORDINARY TWINS” riproposta da Mattioli 1885 nella versione originale del 1894, con la traduzione curata da Livio Crescenzi e Silvia Zamagni e con un’utilissima postfazione di Livio Crescenzi, puoi solo dire a te stesso di prendere esempio da lui.

Innanzitutto, questo è un volume che racchiude due testi “gemelli”, due testi che si incastrano ma che anche si negano, con “I Gemelli Straordinari” che è una sorta di scarto di “Wilson Lo Svitato” o meglio, di qualcosa che avrebbe potuto stare stare in “Wilson” ma che invece è stato scartato ma che è comunque rimasto in vita. Riuscite a seguirmi? Spero di sì. Provate poi a pensare che a dividere questi due testi c’è una nota dell’autore e alla fine un’osservazione finale. Starete pensando a una farsa…ecco, siete sulla strada giusta o forse no? Questo libro è una farsa colossale Twain sta giocando col lettore oppure no? Tra l’altro la nota dell’autore inganna non poco perché comincia in questo modo: “Un uomo che sia nato privo del dono di scrivere romanzi è costretto ad affrontare grandi difficoltà quando cerca di costruirne uno. Lo so per esperienza. Non ha nessuna idea chiara della storia; in realtà , non ha nessuna storia.” (pag. 187) e non vi ho ancora detto qual è il perno attorno a cui ruotano tutti e due i testi: il doppio, i gemelli, ecco, sì, ci siamo finalmente arrivati. Forse.

Nel testo principale “Wilson lo Svitato”, che occupa trequarti del libro, ci troviamo nella prima metà del XIX secolo a Dawson’s Landing, sul versante Missouri del Mississippi, una cittadina modesta (la cui descrizione iniziale merita gli applausi) dove sbarca Wilson, un giovane avvocato di belle speranze proveniente dall’Est che peralorò, complice qualche errore, scivola nel girone degli svitati, senza riuscire a svolgere la propria professione e che si dedica a prendere impronte digitali agli abitanti e a compilare uno straordinario calendario che riporta frasi del tipo: “Ci sono tre modi infallibili per compiacere un autore, e i tre modi costituiscono un crescendo di manifestazioni lusinghiere: 1. dirgli di aver letto uno dei suoi libri; 2. dirgli di aver letto tutti i suoi libri; 3. chiedergli di lasciarvi leggere il manoscritto del suo libro di prossima pubblicazione. Il n. 1 vi conquista il suo rispetto; il n. 2 vi conquista la sua ammirazione; il n. 3 vi porta dritto dentro al suo cuore.” e se vi aspettate che questo svitato sia il protagonista assoluto della storia, Twain cambia strada per cominciare a seguire la storia di una coppia di bambini identici ma diversi nella razza scambiati nella culla da Rowena, una schiava dalla pelle bianca: il bambino nero, suo figlio, diventerà, per amore della madre, bianco e stimato, il bambino bianco diventerà nero e schiavo ma l’azione avventata di Rowena porterà a conseguenze terribili: assassini, furti, fughe, duelli, a costruire e un’intricata vicenda che toccherà proprio a Wilson risolverà in un’aula di tribunale dove uno dei due bambini, diventati ormai adulti, siederà sul banco degli imputati e in tutta questa vicenda avranno un ruolo importante due gemelli italiani che entreranno proprio in conflitto con il bambino nero diventato bianco. Due gemelli che diventano poi i protagonisti del testo abortito “I Gemelli Straordinari”, una sorta di costola di “Wilson lo Svitato” che seppur con la stessa ambientazione, stessi personaggi e stessi tempi s’incammina su una strada simile ma in parte divergente e che vede i due gemelli trasformarsi in gemelli siamesi, un’essere a due teste orribile ma anche affascinante, due fratelli che borbottano e si danno manforte, ma anche questa volta da un’iniziale farsa si scivolerà nella tragedia.

Non aggiungo altro ai fatti perché sono pagine ricche di colpi di scena e dalle atmosfere tragicomiche ma in quest’opera Twain oltre che dedicarsi all’eterno tema del doppio sviluppandoloo in chiave soprattutto morale (dentro di noi cova l’eterna dualità comportamentale)  è un intero mondo quello che mette alla berlina: il suo è un durissimo atto d’accusa rivolto al sistema dello schiavismo e alle sue terribili e imprevedibili conseguenze e ferite che si trascinano fino ai giorni nostri e racchiuse nella tragica figura di Rowena, la prima vera vittima di tutto il sistema: una donna che si autodistrugge e che per salvare il figlio condanna un bambino innocente alla schiavitù e poi il suo stesso figlio, trasformatosi in un vero e proprio bianco, a una pena durissima, ancora una volta la schiavitù. Quelle di di “Wilson lo Svitato e i Gemelli Straordinari” sono pagine che si ergono a condanna di ogni sistema di dominio, del conformismo e del bieco moralismo che serpeggia nella società, restituendoci l’anima purelenta di una nazione prossima al dominio del mondo ma soprattutto Twain parla a tutti noi, bussa alla porta dei nostri comportamenti quotidiani chiedendoci di riflettore con attenzione su cosa sia la libertà e su cosa siano le presunte libertà di cui disponiamo o che vorremmo conquistare ed è su quest’ultima punto che mi sono soffermato mentre leggevo questo libro perché la pretesa di liberare gli altri, gli schiavi, i nostri figli, può portare spesso alla morte, alla rovina, alla distruzione ed ecco allora uno Stato che si professa garante di democrazia e non ci pensa due volte a impiccare un gemello a caso, l’essere deforme, l’uomo imperfetto e imprevedibile o a vendere un uomo perchè ha un colore della pelle diverso dalla nostra o una fede diversa o a bombardare un popolo lontano migliaia di chilometri per proteggere la propria fantomatica libertà.

Edizione esaminata e brevi note:

Mark Twain (1835-1910) è l’autore di capolavori come Tom Sawyer, Vita sul Mississippi, Huckleberry Finn. Il suo umorismo e il gusto nella ricerca del linguaggio parlato, uniti all’arguzia nelle battute e alla sapienza nel creare personaggi vivi e caustici, ne fanno ancora oggi uno degli autori più influenti della letteratura americana e mondiale.

Mark Twain, “Wilson lo Svitato e i Gemelli Straordinari”, Mattioli 1885, Fidenza, 2012. Titolo originale “The Tragedy of Pudd’nhead Wilson and the Comed’ Those Extraordinary Twins”. Prima Edizione 1894. Traduzione di Livio Crescenzi e Silvia Zamagni. Postfazione di Livio Crescenzi.

http://www.lankelot.eu/letteratura/twain-mark-wilson-lo-svitato-e-i-gemelli-straordinari.html

Proposto per la prima volta al lettore italiano nella sua forma originaria così come pubblicato nel 1894 – questo volume racchiude due testi ‘gemelli’. Twain stesso racconta, nella sua introduzione e nelle altre note al volume, di un primo abbozzo nel quale prova l’incastro di due vicende in una, una farsa e una tragedia. Poi si accorge di non poterle tenere insieme e le divide. Da questa operazione chirurgica, ecco dunque nascere “Wilson lo svitato e I gemelli straordinari”, che è la parte farsesca del concepimento iniziale. Wilson lo svitato è un giovane avvocato di belle speranze ma di scarsa fortuna che, appena giunto in città, a causa di una battuta infelice viene scambiato per sciocco. Sarà lui a risolvere lo strano caso dei bambini scambiati nella culla da Rowena, la schiava dalla pelle bianca. In secondo piano appaiono qui due gemelli italiani, protagonisti invece dell’inedito testo “I gemelli straordinari”. Si tratta però in questo secondo caso di gemelli siamesi, e l’effetto, benché oggi possa apparire poco rispettoso, è di una comicità sconfinata: un paradossale uomo a due teste, l’una gentile, l’altra rozza, l’una astemia e l’altra alcolista. Mark Twain, al meglio del suo feroce umorismo, indaga la doppia natura dell’animo umano.

http://www.ibs.it/code/9788862613057/twain-mark/wilson-svitato-gemelli.html

Era un tipo bruttino, lentigginoso, biondiccio, nei

cui intelligenti occhi azzurri, dallo sguardo fran co e

cordiale, si accendeva a tratti un guizzo malizioso

. Se non fosse stato per una frase poco felice, avrebbe

immediatamente percorso una brillante carriera, a Dawson’s Landing. Ma disse la frase fatale il primo giorno che ci arrivò, e questa lo «bollò». Aveva appena fatto la conoscenza di un gruppo di cittadini,quando un cane invisibile cominciò ad abbaiare, guaire, ululare, e a rendersi manifestamente molesto,

per cui il giovane Wilson disse, come pensando ad alta voce: «Vorrei possedere la metà di quel cane.»

«Perché?» chiese qualcuno

«Perché ammazzerei la mia metà

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The Tragedy of Puddnhead Wilson – Penn State Univers

Puddnhead Wilson: And Those Extraordinary Twins : Ma

Those Extraordinary Twins by Mark Twain – Project Gutenberg

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