Dal 2016 il PIL dei paesi UE includerà l’economia criminale

Dal 2016 il PIL dei paesi UE includerà l’economia criminale

by gabriella

giovanissimi prostituti a Madrid

giovanissimi prostituti a Madrid

L’economia legale è così simile e sussidiata da quella criminale, che l’Eurostat non ha trovato imbarazzante comunicarci, proprio in questi giorni che, dal 2016, i traffici umani, lo sfruttamento della prostituzione e lo spaccio – non più osceni, appunto, dello sfruttamento dei Sikh nel Lazio, dei raccoglitori di pomodori in Puglia, o delle infiltrazioni mafiose in Val Susa o all’Expo – saranno inclusi nella base di calcolo del PIL.

Si aspettano evidentemente che si attinga senza fare una piega alla cinica dossografia che si rallegra per la caduta del velo d’ipocrisia, l’alleggerimento del carico degli onesti, la speranza di un’allentamento delle misure d’austerity, cioè che popoli impoveriti che hanno già perso molto, ma soprattutto la capacità di decifrare un mondo troppo ostile e troppo complicato per loro, tirino un sospiro di sollievo (diminuirà il rapporto deficit-PIL: non si sa cos’è, ma si è capito che è una fregatura certa per chi non ha soldi) o peggio, finiscano per rassicurarsi all’idea che mentre aspetta quel posto di scaricatore di cassette al mercato (già caro a Brunetta), si possa sempre mandare un figlio a spacciare per sbarcare il lunario.

 

Credo che gli economisti, e gli scienziati quantitativi in generale, capiscano molto poco il valore di cambiamenti impalpabili come quelli culturali, nonostante conoscano la natura convenzionale dei loro saperi. E’ chiaro che Eurostat cerca artifici contabili per drogare i parametri economici europei, ma non valuta l’impatto di una dichiarazione che ammette l’indistinguibilità tra economia schiavista ed economia formalmente legale. Quando ci chiedono di considerare come, visti i flussi aperti di circolazione della ricchezza, il traffico di nigeriane e la panetteria sotto casa siano la stessa cosa – non foss’altro, come argomentava stamattina un esperto a Prima pagina, perché la prostituta fa la spesa in quel negozio – non si accorgono nemmeno, nella loro ottusità, di stare rendendo un servizio di chiarificazione a chi da tempo aveva messo questi confini in discussione.

Noi siamo i poveri, siamo i pezzenti,
la sporca plebe di questa età;
la schiera innumere dei sofferenti
per cui la vita gioie non ha.

Triste spettacolo, le nostre donne
per noi primizie non han d’amor:
ancora impuberi, sciolte le gonne,
si danno in braccio di lor signor.

Son nostre figlie le prostitute
che muoion tisiche negli ospedal,
le disgraziate si son vendute
per una cena, per un grembial.

Carlo Monticelli, La marsigliese del lavoro

 Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi […] in breve, oppressori e oppressi, furono continuamente in reciproco contrasto, e condussero una lotta ininterrotta, ora latente ora aperta; lotta che ogni volta è finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta.

Karl Marx, Friedrich Engels, Manifesto del Partito Comunista

Dal 2016 tutti gli stati membri dell’UE saranno chiamati a conteggiare l’economia illegale nel PIL. Eurostat ha pubblicato istruzioni tecniche su come calcolare il “valore” di tali attività criminali, che per loro stessa natura non sono registrate. Sembra uno scherzo ma non lo è: le cifre sulla prostituzione (da includere nei “servizi”) saranno calcolate dal lato dell’”offerta”, e il traffico di droga dal lato della “domanda”.

Lo scopo di tali attività è semplice: ideare trucchi statistici che mostrino Pil gonfiati, al fine di far risultare il livello del debito apparentemente più basso. Secondo quanto riportato da “Eldiario16” spagnolo, uno dei più noti “economisti quantitativi” iberici e capo della fondazione delle casse di risparmio (Funcas), Angel Laborda Peralta, sostiene che il traffico di esseri umani vada incluso, perché comporta

“una transazione economica”.

Tutto confermato nero su bianco anche da uno studio del Parlamento europeo intitolato “Il mercato illecito della droga. Come misurare le droghe illegali nel quadro della contabilità nazionale” (2008) (Swiss: CADN.SWnotizie), all’interno del quale si afferma che il sistema di contabilità europeo (ESA95) suggerisce che

“tutte le attività produttive dovrebbero essere incluse nella contabilità nazionale, a prescindere dal fatto che siano legali o no”.

http://gabriellagiudici.it/dal-2016-il-pil-dei-paesi-ue-includera-leconomia-criminale/

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