Anna Fedorova : Letteratura contro il nazismo – Berlin Operation of 1945 Warning

© Collage: La Voce dell Russia
7 maggio 2014, 14:42

Letteratura contro il nazismo

La letteratura e l’arte sono i depositari della memoria delle generazioni. Gli eventi storici di vasta scala come la Seconda Guerra Mondiale hanno toccato praticamente ogni famiglia dei Paesi partecipanti. Tuttavia oggi in Europa si ricorda solo l’Olocausto e le atrocità del nazismo, sulle perdite dell’esercito sovietico e sul suo contributo alla vittoria storicamente si è abituati a tacere.

Anche in Italia sull’eroismo e sulle vittime dell’URSS si parla poco. Probabilmente per questo la cifra di 25 milioni di vittime tra i sovietici sembra così inverosimile per un mio amico italiano: a scuola raccontavano che nell’Olocausto sono stati uccisi solo 7 milioni di ebrei!

Come può rimanere viva la memoria di quegli eventi? Le opere degli scrittori russi, create durante la guerra, pulsanti del sangue dei morenti nei combattimenti, meglio di qualsiasi manuale di storia sono in grado di passare questa memoria alle nuove generazioni.

Purtroppo la letteratura russa degli anni della guerra praticamente non è nota al lettore italiano. Spesso la assimilano alla propaganda, magari strumento molto importante, necessaria per tenere in forma lo spirito di combattimento dell’armata. Perciò questo strato della cultura è poco interessante per traduttori e ricercatori. Nonostante proprio la parola guerra ripulita da tutte le modanature ideologiche, suonava sinceramente e tragicamente priva di enfasi celebrativa.

Alessandro Niero, traduttore e curatore, apre la collana dedicata alla poesia russa dal libro del poeta ex combattente Boris Slutskij “Il sesto cielo” con molte poesie dedicate alla guerra. Purtroppo non c’è niente l’altro in Italia per coloro che vorrebbero conoscere di più della letteratura russa del periodo della guerra oltre i romanzi di Vasilij Grossman “Vita e destino” e di Viktor Nekrasov “Nelle trincee di Stalingrado”. Vi presento una poesie di Aleksandr Tvardovskij, una delle poche tradotte in italiano.

Prima della guerra

Prima della guerra, come in segno di sciagura,

perché non sembrasse più facile nella sua novità,

da geli di inaudita rigidezza

furono arsi e distrutti i giardini.

Ed era penoso per il cuore avvilito,

scorgere fra la verzura in rigoglio

gli alberi non risorti a primavera,

che sporgevano neri, invernali.

Sotto la loro corteccia sbucciata come una trave

si vedeva una livida colatura brunastra.

Dappertutto una sorte malefica

aveva colpito i migliori alberi, gli eletti…

Passarono gli anni. Gli alberi stecchiti

sono rinati con forza inattesa,

mettendo vivi rami, verdi foglie…

È finita la guerra. Ma tu piangi, madre.

L’inizio della guerra fu segnato dalla ritirata su tutta la linea del fronte delle truppe sovietiche con enormi perdite, atrocità dei nazisti, disperazione dei russi … Proprio allora, negli anni più tragici della guerra furono create le opere più taglienti, quando poeti e scrittori, artisti e compositori, andati al fronte, percepivano le sconfitte militari come tragedia del Paese e come tragedia personale.

“Ho visto con i miei occhi tutto quello che hanno combinano i nazisti in una sola settimana. Le montagne dei cadaveri di donne e bambini leggermente coperte da neve, fossati anticarro, riempiti dei cittadini di Rostov, case saccheggiate, quartieri urbani bruciati dall’inizio alla fine”,scrisse Vitalij Zakrutkin nel libro “Su di me”. Vasilij Grossman, autore del romanzo proibito nell’URSS “Vita e destino” affermò:

“Il nazismo e l’uomo non possono coesistere. Quando vince il nazismo, smette di esistere l’uomo, rimangono solo gli esseri antropomorfi trasformati nell’interno”.I libri di Grossman raccontano non solo delle atrocità del nazismo, ma smascherano la filosofia che sta alla base dei crimini contro l’umanità. Le persone, prive dell’esperienza spirituale, morale, non sono in grado di distinguere il bene e il male, diventano marionette nelle mani dei regimi criminali.

In quella guerra c’era tutto: dalla morte assurda senza alcuna giustificazione e dagli ordini inconsulti dei comandanti all’abnegazione dei combattenti e l’eroismo dei soldati. E la letteratura della guerra insegna la morale, insegna a fare la scelta e a rimanere uomo, a conservare la dignità umana. Tra gli orrori del tempo di guerra le persone riuscivano a salvare in sé tutto ciò che davvero era umano: la bontà, l’amore, la compassione. La narrativa della generazione della guerra rivela un’alta intensità dei sentimenti umani, grazie ai quali le persone combattevano fino alla morte nei pressi di Mosca, a Stalingrado, a Kursk, in una spanna di terra russa. “Combatteremo fino all’ultimo soldato. I russi sempre combattono così”, scrive Viktor Nekrasov nel libro “Nelle trincee di Stalingrado”.

I libri scritti durante la guerra, non solo le opere d’arte, ma le testimonianze documentarie degli scrittori combattenti non fanno dimenticare che i soldati russi non solo difendevano la propria terra, ma aiutavano a liberare dai nazisti i popoli vicini. Proprio grazie a loro l’URSS riuscì a vincere il nazismo. Come scrisse il poeta e prosaico Konstantin Simonov:

Il fatto che il Paese ricorda ancora e ancora l’atto eroico dei propri figli, c’è una grande giustizia storica. Il mondo sarebbe diverso, se gli uomini sovietici non avessero resistito, se non avessero retto in quei lunghi quattro anni”.

Per noi russi tutto questo è importante e da qui si può capire il carattere russo, “l’enigmatica anima russa”, senza conoscere la letteratura sulla Grande Guerra Patriottica è praticamente impossibile.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_05_07/Letteratura-contro-il-fascismo-3548/


 

 

Berlin Operation of 1945 Warning !ideologically biased.!Освобождение – Берлинская наступательная операция – Прорыв video

Questa voce è stata pubblicata in antifascismo, cultura, memoria e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.