Perché un mondo finito è un problema? Why a Finite World is a Problem

Perché un mondo finito è un problema?

DaOur finite world”. Traduzione di MR

Di Gail Tverberg

Perché un mondo finito è un problema? Mi vengono in mente molte risposte:

1. Un mondo finito è un problema perché noi e tutte le altre creature che ci viviamo condividiamo lo stesso pezzo di “bene immobile”. Se gli esseri umani usano sempre più risorse, le altre specie necessariamente ne usano meno. Condividiamo anche le risorse “rinnovabili” con le altre specie. Se gli esseri umani ne usano di più, le altre specie ne devono usare di meno. I pannelli solari che coprono i deserti interferiscono con la normalità della vita selvaggia; l’uso di piante per i biocombustibili significa che un’area inferiore è disponibile per coltivare cibo e per la vegetazione preferita da insetti desiderabili, come le api.

2. Un mondo finito è governato da cicli. A noi piace proiettare in linee rette o come aumenti percentuali, ma il mondo reale non segue tali modelli. Ogni giorno ha 24 ore. L’acqua si muove a onde. Gli esseri umani nascono, crescono e muoiono. Una risorsa viene estratta da una zona e la zona diventa improvvisamente più povera una volta che il reddito da quelle esportazioni viene rimosso. Una volta che un paese diventa più povero, è probabile che scoppi lo scontro. Un recente esempio di questo è la perdita di esportazioni di petrolio da parte dell’Egitto, più o meno contemporaneamente alle sollevazioni della Primavera Araba nel 2011 (Figura 1). Lo scontro non è ancora finito.

Figura 1. Produzione di petrolio e consumo dell’Egitto, sulla base dei dati della Revisione Statistica dell’Energia Mondiale della BP.

L’interconnessione delle risorse col modo in cui funzionano le economie, e i problemi che si verificano quando queste risorse non sono presenti, rendono il futuro molto meno prevedibile di quanto suggerirebbero gran parte dei modelli.

3. Un mondo finito significa che alla fine scarseggeranno le risorse facili da estrarre di molti tipi, compresi combustibili fossili, uranio e metalli. Questo non significa che “finiamo” queste risorse. Piuttosto significa che il processo di estrazione di questi combustibili e metalli diventerà più costoso, a meno che la tecnologia non agisca in qualche modo per calmierare i prezzi. Se i costi di estrazione aumentano, qualsiasi cosa fatta utilizzando quei combustibili e quei metalli diventa più costosa, sempre che le aziende che vendono questi prodotti siano in grado di recuperarne i costi (se non ce la fanno, vanno fuori mercato molto velocemente!) La Figura 2 mostra che un punto di svolta recente verso costi maggiori è venuto nel 2002, sia per i prodotti sia per i metalli di base.

 

Figura 2. Indici dei prezzi dell’energia (petrolio, gas naturale e carbone) e metalli di base, usando come riferimento il dollaro americano del 2005, indicizzati a 2010 = 100. I metalli di base comprendono il ferro. Fonte dei dati: Banca Mondiale.

4. Un mondo finito significa che la globalizzazione si dimostrerà essere un grande problema, perché ha aggiunto in proporzione molti più esseri umani alla domanda mondiale di quanto abbia aggiunto risorse non sviluppate all’offerta mondiale. La Cina è stata aggiunta all’Organizzazione Mondiale del Commercio nel dicembre 2001. Il suo uso di combustibili è schizzato rapidamente subito dopo (Figura 3, sotto). Come indicato al punto 3 sopra, il punto di svolta dei prezzi dei combustibili e dei metalli è stato nel 2002. Dal mio punto di vista, questa non è stata una coincidenza – è collegato all’aumento della domanda cinese, così come al fatto che avevamo estratto una quota considerevole dei combustibili facili da estrarre in precedenza.

 

Figura 3. Consumo di energia per fonte della Cina basato sulla Revisione Statistica dell’Enegia Mondiale della BP. 

5. In un mondo finito, i salari non aumentano in proporzione all’aumento dei costi di estrazione di combustibili e metalli, perché i costi di estrazione extra non aggiungono nessun beneficio reale alla società – semplicemente rimuovono risorse che potrebbero essere messe al lavoro altrove nell’economia. Stiamo diventando, in effetti, sempre meno efficienti nel produrre prodotti energetici e metalli. Ciò avviene perché stiamo producendo combustibili che s trovano in luoghi più difficili da raggiungere e che contengono più inquinanti al loro interno. I giacimenti metalliferi hanno problemi analoghi – sono più profondi e di minor concentrazione. Tutto lo sforzo umano aggiuntivo e la spesa di risorse aggiuntive non produce più prodotto finale. Piuttosto, rimaniamo con meno sforzo umano e meno risorse da investire nel resto dell’economia. Di conseguenza, la produzione totale di beni e servizi per l’economia tendono a stagnare. In un’economia del genere, i lavoratori che i loro salari adattati all’inflazione tendono ad arrancare (Ciò avviene perché l’economia totale produce meno, quindi la quota di quanto viene prodotto e inferiore per ogni lavoratore). E’ anche probabile che le aziende che producono energia e prodotti metallici trovino più difficile avere un profitto, perché con stipendi in ritardo i consumatori non si possono permettere di comprare molto prodotto a prezzi più alti. Infatti, è probabile che ci sia il pericolo di un improvviso crollo della produzione, perché i prezzi rimangono troppo bassi per giustificare l’alto costo di un investimento aggiuntivo.

6. Quando i lavoratori possono permettersi sempre di meno (vedi punto 5), finiamo per avere problemi molteplici:

a. Se il lavoratori si possono permettere di meno, tagliano le spese voluttuarie. Questo tende a rallentare o alla fine fermare la crescita economica. La mancanza di crescita economica alla fine condiziona i prezzi di borsa, visto che i prezzi delle azioni presuppongono che la vendita dei propri prodotti continuerà a crescere all’infinito.

b. Se i lavoratori possono permettersi di meno, un articolo che è sempre più fuori portata è una casa più costosa. Di conseguenza, i prezzi delle abitazioni tendono a stagnare o a crollare con salari stagnanti e prezzi di combustibili e metalli in aumento. Il governo può in qualche modo risolvere il problema con bassi tassi di interesse e più vendite commerciali – è questa la ragione per la quale il problema è in gran parte rientrato.

c. Se i lavoratori trovano i propri salari inadeguati, ed alcuni vengono licenziati, ricadono sempre di più sui servizi governativi. Questo lascia i governi con la necessità di pagare di più in assistenza senza poter raccogliere tasse sufficienti. Così i governi alla finiscono per avere problemi finanziari, se i costi di estrazione di combustibili e metalli crescono più rapidamente di quanto possa essere compensato dall’innovazione, come è accaduto dal 2002.

7. Un mondo finito significa che il bisogno di debito continua ad aumentare e allo stesso tempo la capacità di ripagare il debito comincia a crollare. I lavoratori trovano che beni come le automobili siano sempre più al di là delle loro capacità di pagarle, perché i prezzi delle auto sono condizionati dall’aumento del costo dei metalli e dei combustibili. Di conseguenza, i livelli di debito devono aumentare per comprare quelle auto. I governi trovano di aver bisogno di più debito per pagare tutti i servizi promessi a lavoratori sempre più poveri. Anche le aziende energetiche trovano una necessità di altro debito. Per esempio, secondo il Wall Street Journal di oggi:

Lo scorso anno, 80 grandi aziende energetiche in Nord America hanno speso un totale di 50,6 miliardi di dollari in più di quanto hanno incassato dalle loro operazioni, secondo i dati di S&P Capital IQ. Quel deficit era tre volte quello del 2011 e quattro volte quello del 2010. 

Mentre il bisogno di debito aumenta, la capacità di ripagarlo sta crollando. I redditi voluttuari dei lavoratori sono in ritardo a causa degli alti prezzi dei combustibili e dei metalli di oggi. I governi trovano difficile alzare le tasse. Le aziende di combustibili e metalli trovano difficile alzare i prezzi a sufficienza per finanziare le operazioni al di fuori del flusso di cassa. In definitiva (cosa che potrebbe non essere in un futuro non troppo lontano) questa situazione deve giungere ad un triste finale.

 

Figura 4. Ripagare i prestiti è facile in un’economia in crescita, ma molto più difficile in un’economia in contrazione.

I governi possono coprire questo problema per un po’, con tassi di interesse super bassi. Ma se i tassi di interesse dovessero mai salire ancora, il loro aumento è probabile che porti ad un enorme default del debito e a grandi fallimenti finanziari a livello internazionale. Ciò accade perché tassi di interesse più alti portano alla necessità di tasse più alte e perché tassi di interesse più alti significano che acquisti come case, automobili e nuove fabbriche diventano meno accessibili. I tassi di interesse in aumento significano anche che il prezzo di vendita delle obbligazioni esistenti crollano, creando potenzialmente problemi finanziari per banche e compagnie di assicurazione.

8. Il fatto che il mondo sia finito significa che la crescita economica dovrà rallentare e alla fine fermarsi. Stiamo già assistendo ad un crescita economica rallentata nelle parti del mondo che hanno assistito ad una diminuzione del consumo di petrolio (Unione Europea, Stati Uniti e Giappone), anche se il resto del mondo ha visto aumentare il proprio consumo di petrolio.

 

Figura 5. Consumo di petrolio basato sulla Revisione Statistica dell’Energia Mondiale della BP.

I paesi che hanno cali particolarmente accentuati nel consumo di petrolio, come la Grecia (Figura 7 sotto), hanno avuto avuto cali particolarmente accentuati nella propria crescita economica, mentre i paesi con rapidi aumenti di consumo di petrolio a di altre forme di energia, come la Cina mostrata nella Figura 2, hanno mostrato una rapida crescita economica.

 

Figura 6. Consumo di petrolio della Grecia, sulla base dei dati IEA.

Il motivo per cui stiamo già arrivando ad avere difficoltà col consumo di petrolio è perché per il petrolio stiamo raggiungendo i limiti di un mondo finito. Abbiamo già tirato fuori gran parte del petrolio facile da estrarre e quello che rimane è più costoso e lento da estrarre. La produzione mondiale di petrolio non sta crescendo tanto velocemente nel totale e i prezzi devono essere alti per coprire gli alti costi di estrazione. Qualcuno deve essere lasciato fuori. I paesi che usano una grande percentuale di petrolio nel proprio mix energetico (come la Grecia, col suo settore turistico) trovano che i prodotti che producono sono troppo costosi nel mercato mondiale. I paesi che usano principalmente carbone (che è meno caro) come la Cina, hanno un enorme vantaggio di costo in un mondo che compete sui costi.

9. Il fatto che il mondo sia finito è stato omesso praticamente da ogni modello che prevede il futuro. Questo significa che i modelli economici sono praticamente tutti sbagliati. I modelli prevedono generalmente che la crescita economica continuerà all’infinito, ma questo non è realmente possibile in un mondo finito. I modelli non considerano nemmeno il fatto che la crescita economica sarà ridimensionata nelle economie evolute. Anche i modelli sul cambiamento climatico comprendono un consumo futuro di combustibili fossili esagerato, in entrambi i loro scenari standard e nei loro scenari di “picco del petrolio”. Ciò è conveniente per i legislatori. I limiti del petrolio fanno paura perché indicano un possibile problema a breve termine. Se un modello di cambiamento climatico indica una necessità di ridimensionare l’uso futuro di combustibili fossili, questi modelli danno invece al legislatore un problema più lontano di cui parlare.

10. Anche le relazioni economiche più fondamentali tendono ad essere stimate male in un mondo finito. E’ comune che gli economisti guardino alle relazioni che funzionavano in passato e presumano che relazioni simili funzioneranno anche adesso. Per esempio, ai ricercatori piace guardare quanto debito una economia può permettersi rispetto al PIL o quanto debito si può permettere un’azienda. Il problema è che la quantità di debito che un’economia o un’azienda possono permettersi si contrae drammaticamente al contrarsi dei tassi di crescita economica, a meno che il tasso di interesse sia estremamente basso. Un altro esempio; gli economisti credono che prezzi più alti porteranno a dei sostituti o ad una riduzione della domanda. Sfortunatamente, non hanno mai smesso di considerare che la riduzione della domanda per un prodotto energetico potrebbe avere un impatto avverso grave  sull’economia – per esempio, potrebbe significare che molti posti di lavoro in meno siano inevitabili, Meno posti di lavoro significano meno domanda (o accessibilità), ma è proprio quello che si desidera? Gli economisti sembrano anche credere che i prezzi dei prodotti petroliferi continueranno ad aumentare finché non raggiungeranno il livello di prezzo dei sostituti. Se le persone sono più povere, non è proprio così, come detto prima.

11. Oltre a quelli di prodotti energetici e metalli ci sono molti altri limiti che sono un problema in un mondo finito. C’è già una disponibilità inadeguata di acqua potabile in molte parti del mondo. Questo problema può essere risolto con la desalinizzazione, ma fare questo è costoso e sottrae risorse da altri usi. La terra coltivabile in un mondo finito è soggetta a limiti. Il suolo è soggetto ad erosione e la sua qualità si degrada se viene trattato male. Il cibo dipende da petrolio , acqua, terra coltivabile e qualità del suolo, quindi raggiunge rapidamente i limiti se uno qualsiasi di questi input viene disturbato. Gli insetti impollinatori, come le api, sono a loro volta importanti. Probabilmente il problema più grande in un mondo finito è quello di una popolazione troppo grande. Prima venisse introdotto l’uso dei combustibili fossili, il mondo era in grado di sfamare solo 1 miliardo di persone. Non è chiaro se sia possibile sfamarne la stessa quantità oggi, senza combustibili fossili. La popolazione mondiale è oltre i 7 miliardi.

Ora ci troviamo in un mondo finito

A questo punto, il problema di raggiungere i limiti in un mondo finito si è trasformato principalmente in un problema finanziario. I governi ne sono particolarmente condizionati. Sentono di aver bisogno di prendere in prestito quantità sempre maggiori di denaro per fornire i servizi promessi ai propri cittadini. Il debito è un problema enorme, sia per i governi sia per i singoli cittadini. I tassi di interesse devono rimanere molto bassi di modo che l’attuale sistema “stia insieme”. I governi o sono inconsapevoli della vera natura dei loro problemi o fanno qualsiasi cosa si in loro potere per nascondere la vera situazione ai suoi elettori. I governi si affidano agli economisti per consigli su cosa fare in futuro. I modelli degli economisti fanno un vero e proprio lavoraccio nel rappresentare il mondo di oggi, quindi forniscono una guida poco utile. Il modo fondamentale per affrontare i limiti sembrano essere le “soluzioni” dettate dalla preoccupazione per il cambiamento climatico. Queste soluzioni sono dubbio beneficio quando si tratta di limiti reali di un mondo finito, ma fanno sembrare che i politici facciano qualcosa di utile. Forniscono anche un flusso continuo di introiti alle istituzioni accademiche e alle aziende “verdi”. Il pubblico è stato placato da ogni sorta di storie fuorvianti su come il petrolio da scisto sarà una soluzione. L’alleggerimento quantitativo – Quantitative Easing (usato dai governi per abbassare i tassi di interesse) ha temporaneamente permesso alle borse di volare e ai tassi di interesse di rimanere piuttosto bassi. Quindi, superficialmente, tutto sembra perfetto. La questione è quanto durerà. I tassi di interesse aumenteranno e rovineranno la felice situazione? O sarà un altro problema finanziario (per esempio, un problema di debito in Europa o in Giappone) a far cadere il castello di carte? O il problema finale sarà un declino dell’offerta di petrolio, forse causato dal raggiungimento dei limiti del debito di aziende di petrolio e gas? Il 2014 sarà un anno interessante. Teniamo le dita incrociate rispetto a come andranno le cose. E’ surreale quanto siamo vicino ai limiti senza che nei media prenda piede quello che è il vero problema.

http://ugobardi.blogspot.it/2014/04/perche-un-mondo-finito-e-un-problema.html

Why a Finite World is a Problem

Why is a finite world a problem? I can think of many answers:

1. A finite world is a problem because we and all of the other creatures living in this world share the same piece of “real estate.” If humans use increasingly more resources, other species necessarily use less. Even “renewable” resources are shared with other species. If humans use more, other species must use less. Solar panels covering the desert floor interfere with normal wildlife; the use of plants for biofuels means less area is available for planting food and for vegetation preferred by desirable insects, such as bees.

2. A finite world is governed by cycles. We like to project in straight lines or as constant percentage increases, but the real world doesn’t follow such patterns. Each day has 24 hours. Water moves in waves. Humans are born, mature, and die. A resource is extracted from an area, and the area suddenly becomes much poorer once the income from those exports is removed. Once a country becomes poorer, fighting is likely to break out. A recent example of this is Egypt’s loss of oil exports, about the time of the Arab Spring uprisings in 2011 (Figure 1). The fighting has not yet stopped. 

Figure 1. Egypt's oil production and consumption, based on BP's 2013 Statistical Review of World Energy data.

Figure 1. Egypt’s oil production and consumption, based on BP’s 2013 Statistical Review of World Energy data.

The interconnectedness of resources with the way economies work, and the problems that occur when those resources are not present, make the future much less predictable than most models would suggest.

3.  A finite world means that we eventually run short of easy-to-extract resources of many types, including fossil fuels, uranium, and metals.  This doesn’t mean that we will “run out” of these resources. Instead, it means that the extraction process will become more expensive for these fuels and metals, unless technology somehow acts to hold costs down. If extraction costs rise, anything made using these fuels and metals becomes more expensive, assuming businesses selling these products are able to recover their costs. (If they don’t, they go out of business, quickly!) Figure 2 shows that a recent turning point toward higher costs came in 2002, for both energy products and base metals.

Figure 2. World Bank Energy (oil, natural gas, and coal) and Base Metals price indices, using 2005 US dollars, indexed to 2010 = 100.  Data source: World Bank.

Figure 2. World Bank Energy (oil, natural gas, and coal) and Base Metals price indices, using 2005 US dollars, indexed to 2010 = 100. Base metals exclude iron. Data source: World Bank.

 

4. A finite world means that globalization will prove to be a major problem, because it added proportionately far more humans to world demand than it added undeveloped resources to world supply. China was added to the World Trade Organization in December 2001. Its use of fuels of all types skyrocketed quickly soon afterward (Figure 3, below). As noted in Item 3 above, the turning point for prices of fuels and metals was in 2002. In my view, this was not a coincidence–it was connected with rising demand from China, as well as the fact that we had extracted a considerable share of the cheap to extract fuels earlier.

Figure 3. Energy consumption by source for China based on BP 2013 Statistical Review of World Energy.

Figure 3. Energy consumption by source for China based on BP 2013 Statistical Review of World Energy.

5. In a finite world, wages don’t rise as much as fuel and metal extraction costs rise, because the extra extraction costs add no real benefit to society–they simply remove resources that could have been put to work elsewhere in the economy. We are, in effect, becoming less and less efficient at producing energy products and metals. This happens because we are producing fuels that are located in harder to reach places and that have more pollutants mixed in. Metal ores have similar problems–they are deeper and of lower concentration. All of the extra human effort and extra resource expenditure does not produce more end product. Instead, we are left with less human effort and less resources to invest in the rest of the economy. As a result, total production of goods and services for the economy tends to stagnate.

In such an economy, workers find that their inflation-adjusted wages tend to lag. (This happens because the total economy produces less, so each worker’s share of what is produced is less.) Companies producing energy and metal products are also likely to find it harder to make a profit, because with lagging wages, consumers cannot afford to buy very much product at the higher prices. In fact, there is likely to be the danger of an abrupt drop in production, because prices remain too low to justify the high cost of additional investment.

6. When workers can afford less and less (see Item 5 above), we end up with multiple problems:

a. If workers can afford less, they cut back in discretionary spending. This tends to slow or eventually stop economic growth. Lack of economic growth eventually affects stock market prices, since stock prices assume that sale of their products will continue to grow indefinitely.

b. If workers can afford less, one item that is increasingly out of reach is a more expensive home. As result, housing prices tend to stagnate or fall with stagnating wages and rising fuel and metals prices. The government can somewhat fix the problem through low interest rates and more commercial sales–that is why the problem is mostly gone now.

c. If workers find their wages lagging, and some are laid off, they increasingly fall back on government services. This leaves governments with a need to pay out more in benefits, without being able to collect sufficient taxes. Thus, governments ultimately end up with financial problems, if extraction costs for fuels and metals rise faster than can be offset by innovation, as they have been since 2002.

7. A finite world means that the need for debt keeps increasing, at the same time the ability to repay debt starts to fall. Workers find that goods, such as cars, are increasingly out of their ability to pay for them, because car prices are affected by the rising cost of metals and fuels. As a result, debt levels need to rise to buy these cars. Governments find that they need more debt to pay for all of the services promised to increasingly impoverished workers. Even energy companies find a need for more debt. For example, according to today’s Wall Street Journal,

Last year, 80 big energy companies in North America spent a combined $50.6 billion more than they brought in from their operations, according to data from S&P Capital IQ. That deficit was twice as high as in 2011, and four times as high as in 2010.

At the same time that the need for debt is increasing, the ability to pay it back is falling. Discretionary income of workers is lagging, because of today’s high prices of fuels and metals. Governments find it difficult to raise taxes. Fuel and metal companies find it hard to raise prices enough to  finance operations out of cash flow. Ultimately, (which may not be too in the future) this situation has to come to an unhappy end.

Figure 4. Repaying loans is easy in a growing economy, but much more difficult in a shrinking economy.

Figure 4. Repaying loans is easy in a growing economy, but much more difficult in a shrinking economy.

Governments can cover up this problem for a while, with super low interest rates. But if interest rates ever rise again, the increase in interest rates is likely to lead to huge debt defaults, and major financial failures internationally. This happens because higher interest rates lead to a need for higher taxes, and because higher interest rates mean purchases such as  homes, cars, and new factories become less affordable. Rising interest rates also mean that the selling price of existing bonds falls, potentially creating financial problems for banks and insurance companies.

8. The fact that the world is finite means that economic growth will need to slow and eventually stop. We are already seeing slower economic growth in the parts of the world  that have seen a drop in oil consumption (European Union, the United States, and Japan), even as the rest of the world has seen rising oil consumption.

Figure 5. Oil consumption based on BP's 2013 Statistical Review of World Energy.

Figure 5. Oil consumption based on BP’s 2013 Statistical Review of World Energy.

Countries that have had particularly steep drops in oil consumption, such as Greece (Figure 6 below), have had particularly steep drops in their economic growth, while countries with rapid increases in oil and other energy consumption, such as China shown in Figure 2 above, have shown rapid economic growth.

Figure 6. Oil consumption of Greece, Based on EIA data.

Figure 6. Oil consumption of Greece, Based on EIA data.

The reason why we are already reaching difficulties with oil consumption is because for oil, we are reaching limits of a finite world. We have already pulled out most of the easy to extract oil, and what is left is more expensive and slow to extract. World oil production is not rising very fast in total, and the price needs to be high to cover the high cost of extraction.  Someone has to be left out. The countries that use a large proportion of oil in their energy mix (like Greece, with its tourist trade) find that the products they produce are too expensive in a world marketplace. Countries that use mostly coal (which is cheaper), such as China, have a huge cost advantage in a cost-competitive world.

9. The fact that the world is finite has been omitted from virtually every model predicting the future. This means that economic models are virtually all wrong. The models generally predict that economic growth will continue indefinitely, but this is not really possible in a finite world. The models don’t even consider the fact that economic growth will scale back in mature economies.

Even climate change models include far too much future fossil fuel use, in both their standard runs and in their “peak oil” scenarios. This is convenient for regulators. Oil limits are scary because they indicate a possible near-term problem. If a climate change model indicates a need to cut back on future fossil fuel use, these models give the regulator a more distant problem to talk about instead.

10. Even the most basic economic relationships tend to be mis-estimated in a finite world. It is common for economists to look at relationships that worked in the past,  and assume that similar relationships will work now. For example, researchers like to look at how much debt an economy can afford relative to GDP, or how much debt a business can afford. The problem is that the amount of debt an economy or a business can afford shrinks dramatically, as the economic growth rates shrinks, unless the interest rate is extremely low.

As another example, economists believe that higher prices will lead to substitutes or a reduction in demand. Unfortunately, they have never stopped to consider that the reduction in demand for an energy product might have a serious adverse impact on the economy–for example, it could mean many fewer jobs are available. Fewer jobs mean less demand (or affordability), but is that what is really desired?

Economists also seem to believe that prices for oil products will keep rising, until they eventually reach the price level of substitutes. If people are poorer, this is not necessarily the case, as discussed above.

11. Besides energy products and metals, there are many other limits that are a problem in a finite world. There is already an inadequate supply of fresh water in many parts of the world. This problem can be solved with desalination, but doing so is expensive and takes resources away from other uses.

Arable land in a finite world is subject to limits. Soil is subject to erosion and degrades in quality if it is mistreated. Food is dependent on oil, water, arable land, and soil quality, so it quickly reaches limits if any of these inputs are disturbed. Pollinating insects, such as bees, are also important.

Probably the biggest problem in a finite world is the problem of too high population. Before fossil fuel use was added, the world could feed only 1 billion people. It is not clear that even that many could be fed today, without fossil fuels. The world’s population now exceeds 7 billion.

Where We Are Now in a Finite World

At this point, the problem of hitting limits in a finite world has morphed into primarily a financial problem. Governments are particularly affected. They find that they need to borrow increasing amounts of money to provide promised services to their citizens. Debt is a huge problem, both for governments and for individual citizens. Interest rates need to stay very low, in order for the current system to “stick together.”

Governments are either unaware of the true nature of their problems, or are doing everything they can to hide the true situation from their constituents. Governments rely on economists for advice on what to do next. Economists’ models do a very poor job of representing today’s world, so they provide little useful guidance.

The primary way of dealing with limits seems to be “solutions” dictated by concern over climate change. These solutions are of questionable benefit when it comes to the real limits of a finite world, but they do make it look like politicians are doing something useful. They also provide a continuing revenue stream to academic institutions and “green” businesses.

The public has been placated by all kinds of misleading stories about how oil from shale will be the solution. Quantitative Easing (used by governments to lower interest rates) has temporarily allowed stock markets to soar, and allowed interest rates to stay quite low. So superficially, everything looks great. The question is how long all of this will last. Will interest rates rise, and undo the happy situation? Or will a different financial problem (for example, a debt problem in Europe or Japan) bring the house of cards down? Or will the ultimate problem be a decline in oil supply, perhaps caused by oil and gas companies reaching debt limits?

2014 will be an interesting year. Let’s all keep our fingers crossed as to how things will work out. It is surreal how close we can be to limits, without major media catching on to what the problem really is.

http://ourfiniteworld.com/2014/01/02/why-a-finite-world-is-a-problem/

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