Bosnian Rainbows (Full Album)

 

Il fascino per il pop è qualcosa che appartiene a tutti, anche ai musicisti più trasversali e destabilizzanti. Da qui: a Omar Rodriguez-López il pop piace e affascina altrochè. La mente dei The Mars Volta getta definitivamente la maschera e ci mostra il suo lato equilibrato, se così vogliamo definirlo, siccome anche quando si parla di pop music e la si accosta a questo frenetico personaggio di tutto si può parlare tranne che di equilibrio.

Come potrà suonare un progetto di questo tipo a nome di questo individuo sì obliquo? Presto detto: l’esordio omonimo dei suoi Bosnian Rainbows è una gemma melodica spaventosa. Ad affiancarlo in questo viaggio nell’ “accessibilità” troviamo Deantoni Parks in veste di batterista/macchinadaguerradelritmo, ormai fedele collaboratore in ogni escursione musicale del chitarrista di El Paso, la cantante Teri Gender Bender (al secolo Teresa Suárez) già voce de Le Butcherettes e dal tastierista Nicci Kasper. A guardare il contenuto dell’album sarebbe più corretto parlare di synth-pop ma non come mera copia del suono ottantiano, ma come musica imperniata sull’uso di synth di ogni tipo e con ogni finalità, dall’assenza di un basso acustico alle spazialità sonore e cristalline del mezzo, anche se a ben ascoltare i suoni di batteria sono facilmente ascrivibili al genere in sé. Troviamo: le aperture melodiche e micidiali di “Eli” introdotte da un mare sintetico e contorto, i richiami a Kate Bush nella indie oriented “Worthless” con i suoi rintocchi di piano che ricordano Amanda Palmer anzichèno o ancora la devastazione punk synth-pop di “I Cry For You”, in cui la chitarra di Omar non costruisce più textures da sogno (e da incubo a memoria Can) ma ferisce e si incunea potente sulla ritmica devastante della batteria rendendo il pezzo un anthem micidiale. La voce di Teri è velluto scintillante e si piazza davanti agli strumenti senza timore, come nella siouxiana “Torn Maps” oppure si cela tra le pieghe della malinconia di “Turtle Neck”.
Tutto è incasellato chirurgicamente e lavora per la melodia e la costruzione dei brani, e tutto funziona tremendamente bene, non ci sono cali o punti morti, tutto è in crescita e non abbandona la linea presa.

Anche a me il pop piace. Oggi più di ieri.

http://www.impattosonoro.it/2013/07/22/recensioni/bosnian-rainbows-bosnian-rainbows/

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