Tassidermia, o poeticamente ipocrita
Posso parlare di morte finché vivo?
Posso guaire di fame immaginaria?
Posso lottare nascosto nei versi?
Posso finger di tutto, essendo niente?
Posso trarre verità da menzogne?
O inondare di fonti un deserto?
Posso cambiare corde e lire,
E fare da cattiva notte pieno sole?
Se tutto a vane parole si riduce
E con esse insabbio la sconfitta,
Dal bastone all’ombra nego la luce
Come la canzone si nega imbalsamata.
Occhi di vetro e ali prigioniere,
Rimasi a consumare le parole
Come impronte di cose veritiere.
José Saramago
TAXIDERMIA, O POETICAMENTE HIPÓCRITA
Posso falar de morte enquanto vivo?
Posso ganir de fome imaginada?
Posso lutar nos versos encondido?
Posso fingir de tudo, sendo nada?
Posso tirar verdades de mentiras,
Ou inundar de fontes un deserto?
Posso mudar de cordas e de liras,
E fazer de má noite sol aberto?
Se tudo a vãs palavras se reduz
E com elas me tapo a retirada,
Do poleiro da sombra nego a luz
Como a canção se nega embalsamada.
Olhos de vidro e asas prisioneiras,
Fiquei-me pelo gasto das palavras
Como rasto das coisas verdadeiras.
José Saramago
Testo a fronte, a cura di Fernanda Toriello, Einaudi 2002, pag. 18
LUOGO COMUNE DEL QUARANTENNE
Quindicimila giorni secchi sono passati,
Quindicimila occasioni che si sono perse,
Quindicimila soli inutili che sono nati,
Ore su ore contate
In questo solenne ma grottesco gesto
Di dare corda ad orologi inventati
Per cercare, negli anni smemorati,
La pazienza di andar vivendo il resto.
Os Poemas Possíveis – PDF Leya