Per evitare il conflitto si scade nel ridicolo : Ex Colorificio i manifestanti abbracciano gli agenti

 

Per evitare il conflitto si scade nel ridicolo

Ieri, sabato 16 novembre, mi trovavo a Pisa per assistere alla presentazione di un libro sul carcere: “Le prigioni d’Italia”. Alcuni compagni pisani mi hanno detto che, verso l’ora di pranzo, c’era una manifestazione di protesta contro uno sgombero di uno spazio sociale avvenuto alcuni giorni prima (Ex Colorificio). L’iniziativa è stata indetta dal “Municipio dei beni comuni”. Prima: Rebeldia).

Ci sono andato e sono rimasto esterrefatto! Mai mi era capitato di assistere a una pantomima di tale squallore e tristezza, una “rappresentazione” ridicola e sciatta della protesta -che non si vuol praticare- abissalmente distante dalla vita reale delle donne e degli uomini del nostro tempo, alla presa con problemi che si aggravano giorno dopo giorno.

Non solo una sceneggiata, fuori tempo e fuori contesto, ma rigidamente diretta dall’alto, con una cabina di regia autoritaria che scandiva ordini e mosse alle e ai manifestanti. Nessuna autonomia, né spazio di creatività veniva lasciata; gli ordini erano perentori, ricordavano quelli che risuonano nei cortili delle caserme delle reclute: “prima linea avanti!” “non spingere troppo!”,  obbedire alle indicazioni di un megafono, che ordinava e scandiva le mosse da fare, era ciò che si chiedeva a chi partecipava .

Il finale è stato all’altezza dell’intera farsa, grigia e plumbea a dispetto del profluvio di colori messi in campo. Difatti così l’ha colto il cronista de Il Tirreno (ma forse è anche un auspicio di chi “spera” che la lotta di classe si riduca a ciò):

Ex Colorificio, più di mille in corteo, i manifestanti abbracciano gli agenti

Pisa-1Hanno attraversato il centro e sono arrivati davanti all’ex fabbrica sgomberata due settimane fa. La manifestazione, controllata da un’imponente schiera di poliziotti e carabinieri, si è svolta pacificamente

Più di mille manifestanti hanno sfilato per le principali vie del centro di Pisa fino a raggiungere l’ex colorificio toscano, la fabbrica dismessa da tempo dalla multinazionale JColors e occupata per oltre un anno da una rete di associazioni dell’universo antagonista fino allo sgombero di due settimane fa

La manifestazione pisana è analoga ad altri tre cortei che si sono svolti a Napoli, Gradisca d’Isonzo e in Val di Susa. A Pisa hanno sfilato anche esponenti nazionali e locali di Sel e Prc. Obiettivo del corteo era protestare ”contro la speculazione e l’austerità” rivendicando l’occupazione dell’ex fabbrica che per molti mesi è stato ”un luogo aperto e di socialità mentre la proprietà lo vuole trasformare in speculazione edilizia sottraendolo alla collettività”.

Per l’ex stabilimento, a poca distanza dal complesso monumentale di piazza dei Miracoli, la JColors ha già avanzato una richiesta di variante urbanistica per poterci costruire abitazioni. I manifestanti hanno sfilato pacificamente in un corteo colorato e ‘creativo’ caratterizzato da improvvisi flash mob e spettacoli di giocoleria. Giunti davanti alla fabbrica i manifestanti hanno letto delle poesie e alcuni articoli della Costituzione davanti agli agenti schierati in assetto antisommossa.

Pisa-2I manifestanti hanno inscenato simbolici tentativi di forzare il blocco davanti ai cancelli: alcuni di loro hanno abbracciato gli agenti e hanno attaccato addosso alle loro divise degli adesivi con su scritto “Riprendiamoci l’Ex Colorificio”.

Tre attivisti del Municipio dei Beni Comuni hanno superato il blocco delle forze dell’ordine e si sono arrampicati sul muro perimetrale dello stabilimento. Anche questa è stata un’azione simbolica perché dopo alcuni minuti gli attivisti sono scesi e sono tornati tra i manifestanti.

L’articolo su Il Tirreno di oggi è qui

Sempre su Il Tirreno gli organizzatori così annunciavano la pantomima del pomeriggio:

«…Raggiunta via Montelungo, i manifestanti proveranno a rientrare nello stabile con tre modalità diverse e senza cercare il contatto con le forze dell’ordine.
«Il rientro – spiegano gli attivisti – sarà un’opera di popolo, che andrà in scena in tre atti. Il primo sarà creativo: si muoverà a ritmo di musica, ballerà danze orientali, si divertirà e farà divertire, chiederà l’inchino a chi proverà a impedirne l’ingresso e un applauso, il cui fragore spalancherà i cancelli. Il secondo racconterà una storia composita: sarà il tempo di leggere e di recitare, sarà il tempo del confronto, sarà la parola ad aprire il muro di poliziotti mentre il fiume in piena lo attraversa. Il terzo, l’ultimo atto, mostrerà il corpo di una cittadinanza che non è più disposta ad essere ignorata, pronta a mettersi in gioco, totalmente, per difendere un sogno collettivo, un’idea di mondo che all’ex Colorificio per più di anno è diventata realtà, un’esperienza fondata e riproducibile e per questo pericolosa».

Alla manifestazione è annunciata la presenza anche di Ugo Mattei, giurista e docente all’Università di Torino, Francuccio Gesualdi, saggista e fondatore del Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano, don Armando Zappolini, il prete di “frontiera” don Alessandro Santoro e i parlamentari di Sel Nicola Fratoianni e Giulio Marcon.

http://contromaelstrom.com/2013/11/17/per-evitare-il-conflitto-si-scade-nel-ridicolo/#comment-1528

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