Ebbene, o Edipo, signore della mia terra, tu vedi qual è l’età di noi che sediamo
ai tuoi altari: gli uni ancora non hanno forza per un lungo volo, gli altri sono
gravi per vecchiaia, io sacerdote di Zeus, e questi, eletti tra i giovani; tutti gli
altri, cinti di bende, stanno supplici nelle piazze, o davanti ai due templi di Pallade, o presso la profetica cenere d’Ismeno.
La città, come tu stesso vedi, ormai troppo è agitata, e non riesce più a sollevare il capo fuori dagli abissi e dalla micidiale tempesta, languendo nei germi fruttiferi della terra, languendo negli armenti pascolanti dei buoi e nelle donne, che non possono più generare; e una divinità ignifera, una terribile pestilenza, abbattutasi sulla città la flagella, e da essa è vuotata la dimora di Cadmo, e l’atro Ade si arricchisce di singhiozzi e di pianti.
Sofocle Edipo re
Edipo Re | controappuntoblog.org
Hybris – Edipo, El hijo de la fortuna.1967. Pier Paolo Pasolini …
un dolore cieco | controappuntoblog.org
Full text of “ΟιδίπουςΤύραννος” – Internet Archive