Gli omofobi facciano i conti con la propria coscienza – In ricordo di Lou Reed, l’omosessualità, l’elettroshock

Gli omofobi facciano i conti con la propria coscienza

by gabriella

amore tra ugualiUn anno e mezzo fa Joel Burns, un consigliere comunale di una cittadina texana, prese la parola durante una riunione nella quale si parlava di tutt’altro per raccontare cosa succede ai giovani omosessuali. La sua confessione divenne improvvisamente famosa:

Non l’ho mai raccontato a nessuno, fino a stasera, nemmeno alla mia famiglia, a mio marito, a nessuno. Ma la notizia di questi suicidi mi ha smosso qualcosa dentro, e non mi interessa se ci saranno delle ripercussioni politiche per questo racconto. Questa storia non è per gli adulti, è per quei ragazzi che forse in questo momento stanno pensando di impiccarsi o riempirsi di pillole. Dovete sapere che c’è molto di più: sì, la scuola è stata difficile, il coming out è stato doloroso, ma datevi la possibilità di vedere quanta vita, una vita migliore, avete di fronte. E andrà meglio: uscirete da quella famiglia che non vi accetta, alla fine della scuola non dovrete avere più nulla a che fare con quegli stronzi, se non volete. Vi farete nuovi amici che vi capiranno e la vita migliorerà immensamente.

Stasera voglio rivolgermi a loro, in ogni scuola o istituto, in ogni parte di questo paese: so che le risate sembrano insopportabili, so che le persone della vostra famiglia o a scuola non vi capiscono e magari a volte vi fanno del male, ma voglio che sappiate che le cose miglioreranno. Mi aspettarono fuori da scuola – continua Joel – mi dissero che ero un frocio, e che quindi dovevo morire e andare all’inferno, il posto a cui appartenevo.

Joel prova a parlare piano, facendo lunghe pause per non emozionarsi, ma è inutile: la commozione rompe la voce e la fa tremare, non riesce a nascondere le lacrime di chi è passato attraverso quelle stesse violenze che moltissimi teenager in tutto il mondo devono affrontare.

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Il video del suo discorso, postato su YouTube, fu visionato in cinque giorni quasi un milione e mezzo di volte e commentato quasi 20mila volte. La storia di Joel, il suo racconto, le sue lacrime pubbliche, sono stati ripresi da centinaia di articoli e da importanti network televisivi come la Cnn, la Cbs e la Abc.

Nei mesi precedenti, numerosi casi di suicidio tra i giovani statunitensi avevano rilanciato il dibattito sul bullismo contro i gay. Il caso più famoso era stato quello di Tyler Clementi, matricola alla Rutgers University, che si era tolto la vita dopo che il suo compagno di stanza aveva diffuso online un video in cui faceva sesso con un altro ragazzo. Come mostra il nuovo suicidio di un ragazzo romano – dopo il tentativo di pochi mesi fa di un giovane studente – il bullismo contro i gay non è una realtà estranea al nostro paese: voglio quindi estendere l’appello di Joel Burn ai nostri giovani gay, agli studenti omosessuali costretti a difendersi dalle aggressioni nelle nostre palestre, corridoi, bagni.

Per favore, restate vivi, datevi il tempo di dimostrarvi che in futuro la vostra vita sarà migliore.

http://gabriellagiudici.it/joel-burns-basta-suicidi-dei-ragazzi-gay/

In ricordo di Lou Reed, l’omosessualità, l’elettroshock

by gabriella

Lou ReedLou Reed2Lewis Allen Reed era nato a Freeport, Long Island, il 2 Marzo 1942 in una famiglia ebrea. Da ragazzino si appassionò alla musica e al rock’n’roll, con grande inquietudine dei genitori che non capivano la sua passione per la «musica del diavolo» e il suo atteggiamento ribelle. Il fatto che Lewis parlasse apertamente di omosessualità, assumesse atteggiamenti effeminati e si laccasse le unghie era per loro ragione di vergogna e di grande preoccupazione. Decisero quindi di rivolgersi ad un centro psichiatrico per farlo curare.

Il giovane Lewis accettò la volontà dei genitori, senza sapere che la terapia più praticata dalla psichiatria dell’epoca era l’elettroshock. Per due settimane venne sottoposto a scariche elettriche intensive che, come lui ha più volte ricordato, gli facevano perdere completamente senso dell’orientamento e memoria. Per parecchi mesi, Lewis non sarà neanche più in grado di leggere perché non in grado di ricordare cosa avesse letto poghe pagine prima. Il trattamento dell’elettroshock cambierà profondamente il musicista che non solo non “guarirà”, come speravano i suoi genitori, ma anzi esaspererà i suoi comportamenti. Soprattutto, guasterà per sempre il già complicato rapporto con i genitori, tipica famiglia borghese degli anni ’50 carica di pregiudizi e convenzioni puritane, verso i quali, da questo momento, Lou proverà sentimenti di profonda


http://gabriellagiudici.it/in-ricordo-di-lou-reed-lomosessualita-lelettroshock/

«Sono gay» e si suicida a 21 anni – Fabri Fibra, o della poetica neofascista : COSA CAMBIANO LE LEGGI?

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