DEL SIGNOR LUIGI TANSILLO
Per l’addietro con improprio nome intitolato:
STANZE DI COLTURA SOPRA GLI ORTI DELLE DONNE.
CASERTA.
M.D.CCLXXXVI. Con Licenza de’ Superiori.
Di nuovo riveduto, e di più stanze accresciuto
XIX.
Non vi maravigliate, che parlando
Di voi, Donne leggiadre e valorose,
Vada vostre bellezze comparando
Ad erbe e sior via più ch’ ad altre cose.
Quai sior vostre bellezze van mancando,
E son, quai sior, soavi e dilettose»
Del vago April dai sior nascono i srutti;
E da voi, Donne mie, noi siam produtti»
XX.
Erbe son dunque, e sior vostre bellezze,
E Primavera gli anni, ch’or menate;
Voi sete gli orti, che le lor vaghezze
Ne’ dolci grembi vostri riserbate,
Acciò ch’ogni uom vi brami, ogni uom v’apprezze.
E perchè ne l’Autunno, e ne la State
Suo convenevol Srutto ogni sior porti,
Noi siamo gli ortolan, voi sete gli orti.
http://www.classicitaliani.it/tansillo/tansillo_vendemmiatore_1781.htm
Note su LUIGI TANSILLO
1672-1750
Ritratti poetici di alcuni uomini di lettere
antichi e moderni del Regno di Napoli
del Marchese di Villarosa
Luigi Tansillo nacque in Venosa, città della Puglia, verso l’anno 1510 , e morì in Teano Sedicino al primo Dicembre 1568.
È cosa assai deplorabile che molti, dotati di un estro vivace e di una fervida fantasia ben adattala ad esser seguaci delle Muse, che la Mitologia dipinge per caste e pudiche, seguano un sentiero totalmente opposto alle medesime, battendo le lubriche vie dei sozzi Adoni e delle impudiche Veneri. Fra ’l numero di cotesti sciagurati annoverar si dee disgraziatamente Luigi Tansillo. Nato per distinguersi fra i seguaci di Apollo per felicità d’ingegno e per una spontanea inclinazione a scriver versi pieni di melliflua venustà, come di se parlando egli dice :
Forse son io, siccome Ovidio era
Che non sapea parlar se non in verso,
Sebben parlasse da mattina a sera,
dando troppo libero corso alla sua non casta immaginazione, ruppe il freno della decenza e dell’onestà, scrivendo versi da cantarsi nelle orgie di Bacco, e che tuttavia si nominano con indignazione. Che se giusta l’insegnamento di Flacco (da lui per altro non sempre seguito),
Et prodesse volunt , et delectare Poetae
http://www.classicitaliani.it/tansillo/critica/note_tansillo.htm
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